martedì 14 novembre 2006

la mia famiglia andata a male


Cara Lauren,
ti sembrerà strano, ma anche io scrivo; lo faccio perchè sento la necessità di fermare i miei pensieri su un foglio bianco, per cercare di mettere ordine in tutto questo casino che non ha del vero. Non so cosa e quando sia successo, ma tutto quello che avevo sperato accadesse facendo venire da me Luisa e Papà è miseramente naufragato in un mare di zozzeria, tra bugie, sotterfugi, inganni e meschinità.
Non ne ho mai fatto un problema economico di tutto questo, ma, alla fine, lo è diventato più per principio che per necessità.
Sono sempre stata molto aperta ed ho sempre detto le cose come stanno; sono stata un libro aperto. Talmente aperto che giustamente si è pensato di raggirarmi in ogni modo e con ogni tipo di meschinità.Volevo creare un rapporto adulto con la "Famiglia".... scema che sono: quale famiglia???????
Sono stanca, ma più di ogni altra cosa sono schifata dallo scoprire di non aver mai capito nulla delle reali intenzioni di chi pensavo avesse legami affettivi con me."Gente" alla quale ho aperto la mia casa, alla quale ho fatto partecipare di ogni gioia o dolore, per sentirmi, ora, enormemente schifata e svuotata della pochezza di SENTIMENTI che questi estranei che mi girano per casa hanno.
Sarò anomala, ma ci sono cose che non si possono pagare; pago Valeria per il suo lavoro, non devo dirle grazie eppure lo faccio, perchè lo trovo educato e giusto; mantengo da più di due anni due persone che mi hanno chiesto aiuto e mi sento dire che che li sfrutto per fare da guardiani ai cani o da baby sitter ai miei figli. Eppure quando ci siamo trasferiti nella landa desolata Luisa e Papà non c'erano. Eppure quando mia figlia ha chiesto alla nonna di fare una telefonata al padre dal vecchio telefono le è stato negato quando fino ad oggi nessuno ha mai pensato che le telefonate a Firenze venissero pagate da me.
Vedi, non voglio nè un grazie nè altro.
Mi sarebbe bastato, scema che sono, essere rispettata per la persona che sono e per quello che io e la mia famiglia abbiamo fatto, ma mi rendo conto che, per paradosso, forse si aspettano che chieda scusa per essermi limitata a sfruttarli non pagando loro un giusto compenso, per averli trattati come un padre ed una madre.
Ma ora che ci penso genitori non sono! Passi per Luisa, ma papà è tutta un'altra storia: credo sia meglio figlia di N.N. piuttosto che figlia sua, considerando che, per quanto mi riguarda, è stato presente solo per l'inseminazione fregandosene di me e della mia vita da quando è andato via.
Credo sia superfluo continuare così.
Voglio indietro la mia vita con la mia FAMIGLIA e nella mia famiglia non c'è più posto per delle persone che dell'intrigo, dei sotterfugi, della disonestà morale hanno fatto bandiera.
Da Settembre telefonate di nascosto, trame degne della peggiore telenovela, insinuazioni e coperture di chi non merita nemmeno di essere nominato.
Non voglio che gente così povera di animo sia vicina ai miei figli.
La povertà può essere dignitosa e nessuno meglio di me lo può comprendere; ma quando si infanga e si permette che si infanghi la reputazione di chi ci sta aiutando, la povertà non è più una scusa.
E' infamia.
Tranquilla, io mi rialzo ugualmente.
Sono sempre stata una senza famiglia. Credevo di averne creata una allargata ed invece sono stata sfruttata senza un minimo di vergogna.
Ti prego, alla luce di tutto questo di venirli a riprendere nel più breve tempo possibile, per me anche domani.
Non ho più intenzione di continuare così nè di essere presa più in giro.
Tanto l'aumento è in arrivo per cui possono attenderlo presso la loro abitazione se ancora esiste.
Per il resto, ti prego, non chiamare Ciro se non per il piacere di salutarlo e ti prego di credermi se, pur sapendo che ti sarà difficile, sarò sempre felice di vederti.
Tua sorella Alessandra.



quella che avete appena letto è la mail della mia sorella di roma, arrivata alle 21,15, ero a cena con Andrea , Giulia e Alessandra. Facevamo la pizza, a mano , tutti insieme, girava il dvd dei Depeche Mode che Giulia mi ha scaricato, fumo di lucky strike e marlboro da checche per tutta la cucina.
io non so che stia succedendo.
so solo che giovedì andrò a riprendere i miei genitori, e li porterò qui, a casa loro, nella stanza che avevo destinato a me e che sono solo felice di non aver riempito coi miei quadri.
ah, sono anche felice di aver accolto giulia quando la mia ospitalità poteva essere ai massimi livelli.
non posso fare un progetto, non posso pensare a niente.
non riesco, proprio non riesco,
sul contenuto di questa mail penso ci sia poco da aggiungere,
parla da sola, abbonadantemente.
averla condivisa qui, con voi, credo sia il mio modo di far sapere a entrambe che anche se non ci vediamo tutti i giorni, e vale per tutt'e due, siete importanti e ho bisogno di mettervi a parte della mi avita, anche di quando va a scatafascio.
credo di essere della stessa pasta di mia sorella alessandra, per cui mi rialzerò anche stavolta.
ma sarà una bella botta, e una bella spinta a finire l'università.
i miei progetti di tentare la via di una scuola di giornalismo (leggi LUISS, roma) si fanno sempre più nitidi e ho bisogno che lo siano per potermici aggrappare con unghie e denti e non finire la mia vita a fare la badante di una madre invalida, madre che amo ma alla quale non di meno riconosco molti errori, primo fra tutti , la sua incapacità di prendere una posizione.
auspico una partenza da casa di mia sorella, che se non sopportavo prima, ora mi da proprio ai nervi, perchè in una situazione in cui soffriamo in:
1. alessandra
2.suo marito
3.i bambini, Manfredi soprattutto
4.mia madre
5.io
mia sorella Ilaria sarà certo capace di essere felice del ritorno a casa della mamma.
a ora non sa niente, non le ho detto niente.
chissà che i 4 mesi della mamma in clinica non arrivino presto, per me sarebbe una scappatoia mentale utile, riesco a pensarlo e a non sentirmi egoista, pensate un po'.
non riuscirò a dormire e neppure a stare sveglia, si tornerà al lexotan a breve ,e sì, cele , ti richiederò lo xanax, sappilo.
sto male di quel male che ti fa pensare che il suicidio non è un'alternativa solo perchè ti fa ppaura il dolore , quello che potresti pensare di te nell'esatto momento in cui lo fai, e come sarà il tuo corpo appena esalato l'ultimo respiro.
e poi perchè dovrei morire io perchè sbagliano tutto loro?
io credo di avere una struttura molto fragile a dispetto delle spalle larghe che ho dimostrato, fragile e fatta interamente di patrimonio emotivo che non mi sostiene più, che non esiste più.
sparire qui.
avere il futuro ipotecato, oltre alla casa e i debiti pregressi .
sparire qui.
Qui si può sparire senza saperlo.

vi abbraccio, tento di dormire.

2 Commenti:

Alle novembre 14, 2006 10:32 AM , Blogger chloe byrnes ha detto...

Mi sento solo di dire che non posso capire fino in fondo.
Perchè ho una famiglia diversa. Non meglio o peggio, semplicemente diversa.
So cosa vuol dire riadattarsi ad una situazione che avevi lasciato tempo prima.
So solo che pensare di avere il futuro ipotecato a 25 anni deve fare parecchio schifo e che non è giusto per nessuno.
Che forse dovresti prendere il minimo di stabilità che due genitori in casa ti possono dare, anche se ti destabilizzano la quotidianità che hai adesso.
Trovo allucinante che tutta questa responsabilità sia su di te, perchè loro sono gli adulti, non tu.
E spero che questa situazione che andrai ad affrontare ti servirà a togliere l'ipoteca che loro hanno messo sul tuo futuro, che ti serva per definire gli obiettivi della TUA vita.
Perchè credo che dovresti pensare a te, senza sentirti egoista, senza pensare che fai male.
Io sono scappata per molto meno.
Se loro sbagliano sei sempre in tempo per tirarti fuori. Ed è anche una questione di atteggiamento, non è necessario lo spostamento fisico.
Pensare sempre di vivere la propria vita non quella che gli altri vogliono per te.
Anche se è la cosa più difficile.

 
Alle novembre 14, 2006 4:31 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

"...I parenti non si scelgono, toccano in sorte."
Visto che da un autore abbiamo tratto spunto per crearci ex-novo, di un autore utilizzo una frase per dirti che, sì, la situazione è quella che è, e che-cazzo!- avevi pur diritto anche te ad un po' di pace dopo tutto...
Però credo che tutto quello che c'è stato, tutti i casini, i dolori e tutte le volte che hai dovuto di nuovo rialzare la testa per continuare ad affrontare la vita, sempre più stanca e schifata, in fondo credo che queste cose siano succcesse per permetterti di essere quella che sei oggi.
Che in fondo, in un modo perverso senza dubbio, un senso ce l'abbiano. In tasca i discorsi delle spalle forti. Nessuno è abbastanza forte per sopportare calci nel culo di continuo; e ogni volta fanno più male.
Quindi prenditi il lusso questa volta di fare la figlia e la sorella minore perchè E' quello che sei.
Un peso così non si porta da soli.
E te l'ho detto cento volte: prima di tutto, e di tutti, ci sei te. E non è cattiveria, non vuol dire non amare gli altri. E' voler bene a se stessi e cercare di sopravvivere in un mondo che fa già abbastanza schifo di suo.

( E se proprio tutto continua ad andar male ti puoi sempre rifugiare a Camden ;) )

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page