domenica 16 dicembre 2007

I NOSTRI GENITORI AVEVANO DI PIU'

La questione regali di natale mi stressa parecchio.
Ho appena perso un'asta su ebay con un tizio di San Francisco per comprare una macchina fotografica stravecchia e con l’esposimetro rotto che si trova a Honolulu da regalare a mio padre.
Era stata la sua seconda macchina, roba di due ere fa praticamente e poi l'aveva rivenduta per comprarsi la sua terza macchina che poi aveva tenuto perchè gli era talmente dispiaciuto disfarsi della prima e della seconda che non gli sembrava gisuto.
Ora per colpa di Frank, minchione di San Fancisco, niente macchina fotografica via posta aerea dalle Hawaii.
Detesto ebay, l'acquisto impersonale via internet, la logica dell'asta che mi ha tenuta al computer per tre ore per cercare di vincere un oggetto che si trova dall'altra parte del mondo contro uno lontano migliaia di chilometri.
Ma non ho veramente tempo di andare in giro per chissà quali rivenditori e negozi e bancarelle e chissà quant'altro per trovare questa maledetta macchina fotografica.
Così mi sa tanto che ci dovrò rinunciare.

Sono andata dal mio tecnico del computer di fiducia. Gli ho riportato il portatile da sistemare, ormai è morto, fatica ad accendersi, non si vede la barra di stato sotto, si spegne due volte su tre.
Lui mi ha guardato perplesso e mi ha detto: - non ne hai appena comprato uno nuovo?
- Sì ma voglio di nuovo questo.
Sempre più perplesso ha detto: - ma perchè scusa non ti trovi bene con l'altro?
- No, non riesco a farci un sacco di cose, è come se fosse ostile.
Devo ammettere che mentre dicevo la parola ostile credo si sia messo un pò paura, mi ha preso il portatile dalle mani e gli ha messo un adesivo sopra con il mio nome, dicendo: - boh, vedo quello che posso fare, ti chiamo tra un paio di giorni.
Detesto essere dipendente per certe cose da quell'oggetto, ma ormai è così ed effettivamente ammetto che su quello nuovo non riesco a scrivere nulla. E' un blocco psicologico inutile come tutte le malattie della mia ipocondria.
Per tutta la settimana sono stata malata di cuore, mi batteva forte e avevo un dolore al braccio perciò ho immaginato di poter svenire ovunque per non risvegliarmi mai più ma il mio dottore ha detto che non ho nulla e che sarebbe bene cominciassi a smettere.
E poi lo diceva anche il buon Max che c'è paranoia in giro con 2 discoteche e 106 farmacie.
Tutto il resto si è congelato con l'inverno.

Sono andata a vedere Paranoid Park e lo consiglio a tutti.
Aspetto con ansia di avere ancora un pò di tempo per andare a vedere l'ultimo film di Cronenberg che i multisala di provincia nemmeno mettono in programmazione, maledetti loro e tutti i film di Natale.

Mia madre mi ha detto che quando era piccola a Natale le regalavano una trottola di plastica che se la schiacciavi e la facevi girare suonava O sole mio. Poi dopo la befana la trottola spariva e veniva ripresentata l'anno dopo insieme ad un libro per bambini.
Ieri sono andata alla casa di mia nonna che è vuota e ormai è più di un anno che non ci vive nessuno e in camera di mia madre ho aperto un armadio con dentro un sacco di libri e la trottola che ha cantato per una volta sola in modo sinistro O sole mio per poi spegnersi per sempre.
I libri erano ammontonati sul fondo dell'armadio e puzzavano di naftlina misto a muffa che a volte è un pò l'odore di tutti gli anziani. Mia nonna adorava Carolina Invernizio e aveva tutti i suoi libri che chissà come mai aveva gettato sul fondo dell'armadio insieme a quelli di mia madre e di mia zia.
Quando sono uscita avevo una decina di libri nello zaino e una trottola di plastica in mano.

Comincio ad autoconvincermi che stare qui non sia per me.
E finchè me lo dicevano gli altri chi se ne frega. Ho passato 25 anni a pensare che chiunque esprimesse opinioni sul mio modo di stare al mondo non mi conoscesse e in fondo chi se ne frega sul serio di quello che dici.
Ora lo dico io a me stessa e mi sa che mi sto mettendo in un casino che non mi farà un gran piacere affrontare. Un senso di oppressione che faccio fatica a contrastare e che se sento un'altra persona rispondermi che mi ci devo solo abituare posso anche mettermi a gridargli in un orecchio così forte da rompergli un timpano.
Spero solo di non rimanere a piedi in questa città.
Magari mi succede una di quelle cose che mi cambiano la vita, magari vivo per sempre con quel senso di oppressione che mi intralcia la libera respirazione.

1 Commenti:

Alle dicembre 29, 2007 10:55 AM , Anonymous Anonimo ha detto...

un po' mi sturba pensare che se la gente non stesse male io non avrei lavoro.
magari potrei diventare una di quelle sexy nurse tipo la clinica dell'amore. sarebbe meglio per tutti sicuramente.

 

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