sabato 23 dicembre 2006

ADATTARSI

C'è chi dice che il rapporto tra me e Carlo e Luca non è normale.
Non è definibile dentro nessuna classificazione.
Non lo dice solo una persona. Lo dicono in tanti. Una voce che poi, se la senti per tanto tempo, ti sembra vera, quotidiana, abitudinaria e per questo magari giusta.

Ieri sera sono andata a casa di Carlo, al di là delle cene con fidanzati o simili, degli amici, delle persone, delle voci che parlano.
Abbiamo fatto quello che facevamo sempre quando vivevamo insieme. Guardare una serie interminabile di film, scelti all'occasione, mangiare nel letto, giocare a pac man, cantare una canzone del Vanza, leggere un libro, un capitolo a testa.
Che detta così sa tanto di telefilm adolescenziale, di trama scritta apposta da uno sceneggiatore che strizza l'occhio a una sedicenne.
E poi, lo scontro con la realtà alla mattina è devastante.
Perchè non è più casa nostra.
La mia tazza per fare colazione, il latte che non c'è mai, le ciabatte che non si trovano più, l'architetto che grida al telefono, l'americano che si mangia l'impossibile, Sara che non c'è perchè è uscita prima di tutti.
Ora è diverso.
E' diverso anche perchè un pensiero si pone a come certi rapporti sono giudicati dagli altri. Al fatto che un giudizio viene messo sempre sopra ad ogni cosa. A come non si riesce a spiegare che cosa sia veramente un rapporto del genere.
Perchè poi non si riescono a trovare parole di fronte alle teste che si scuotono e alle voci che gridano.
O ai pensieri che non ti sei mai fatta per quattro anni e non capisci perchè dovresti farteli adesso.
Non si troveranno parole nemmeno per quando un rapporto del genere finirà, perchè prima o poi deve succedere. Perchè si cresce non perchè ci si allontana spontaneamente.
Allora si cerca di trovare un nuovo modo di stare al mondo, che ti piace e che non crea dispiacere a nessuno, oppure semplicemente si cerca di adattarsi ad una nuova realtà e non cercare di inseguire sempre quella vecchia che tanto ormai non c'è più.
Prepararsi ad evacuare l'anima, scriveva qualcuno.

Dico a Lauren: manda in pensione il caro Paul.
Solo se poi senti che non riesci più a sopportare le sue provocazioni e i suoi sbalzi di umore inutili e senza senso.
Dovrebbe essere lui quello che sta male non tu.Poi.Il pacco l'ho aperto, era chiaro che non avrei resistito. Ho sopportato due ore la sua vista sulla scrivania ma la carta argentata mi guardava e poi rifletteva la mia mano che si avvicinava e non potevo resistere.
Mi piace tutto è chiaro. Non mi piacesse farei finta di niente e non lo menzionerei nemmeno.
Attendo con ansia il giorno in cui, magari, potremmo vedere tutte insieme "Bella in rosa", film che ha segnato la mia adolescenza e quella di Carlo.

1 Commenti:

Alle dicembre 23, 2006 10:28 PM , Blogger lauren hynde ha detto...

[commossa]

ah, chloe, sto rileggendo Glamorama, e
cazzo
il tuo personaggio è davvero intelligente e umiliante verso Victor.

anche io aspetto quel giorno con ansia a sufficienza.

baci bambine belle, vi voglio proprio bene.

ma hai visto ch enell'agenda dei supereroi che non sono batman e superman, c'è persino pito Pito, il pitone di Ilona Staller?
l'ho presa per quello, eh

Paul, maledetto paul, ha mandato una cartolina del monti che balla vestito da elfo per fare gli auguri, poi ha provatp a contattarmi sul msn che era acceso ma io lavoravo, e quando ha visto che non gli rispondevo mi ha scritto
inculati,
ciao ciao!!!

mah, porello.

 

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