giovedì 13 settembre 2007

Niente di particolare (a parte il fatto che mi manchi)

"Perchè tu non capisci, Lauren, non è che abbia paura di restare da sola. E' solo che prima di farla finita DAVVERO, devo esserne certa. Non voglio poi trovarmi - che so , dopo un mese che l'ho lasciato- a mangiarmi le mani perchè magari lo rivoglio."
"Beh ma scusa non puoi nemmeno continuare a starci così, anzi peggio a conviverci, mentre vai via interi finesettimana con un altro e non dormi quasi mai a casa, 'perchè forse, probabilmente, non sai quando ma potrebbe anche essere, chissà , magari lo rivorrai.' Che cazzo ci stai a fare?"
Sbuffa, dispiaciuta per la mancata complicità sul tema.
"Eh, lo vedi.... non capisci."
Interviene allora l'altra amica, quella che ha una storia di cinque anni che da due anni fa decisamente fatica ad andare, pure se la spingi; ma che entrambi reputano sufficientemente importante da continuare a spingere. Volendo molto bene a una delle due persone coinvolte in questo ripescaggio del Titanic, è chiaro che non veda l'operazione di buon occhio. Comunque, quale che sia la mia opinione in merito, la novella sommozzatrice sostiene vivacemente la tesi dell'altra, della fedifraga dal cuore tenero:
"Se poi lei lo capisce tra un mese, che è con lui che vuole stare, come fa? sarebbe tardi, troppo tardi, lo perderebbe e non sarebbe altro che colpa sua.Non potrebbe stare lì ferma pensando di essersi impiccata da sola. Quindi continua a starci."
Tutta questa logica mi manda davvero fuori dai gangheri, legittimare un mancare di rispetto che va ben oltre il semplice tradimento, si parla di farsi l'amante fisso, la storia parallela, a ventitrè anni, e no porca miseria, non avete figli di mezzo, non avete problemi di separazione, che fate? che dite? perchè ragionate così? il mondo è pieno di uomini, gesù.
"Bene ragazze , probabilmente la sottoscritta ha meno esperienza di voi in storie durature e coi fiocchi della quotidianità appiccicati sopra. Ho sempre o quasi avuto storie a distanza, e avete ragione, che ne so io di cosa significhi vivere con una persona..." Mi interrompe bruscamente l'amica operatrice marittima, per sottolineare che allora sono io che vivo male le cose, perchè nessuno aveva parlato di esperienza. Non capiscono che è per quello che ne parlo. Perchè ci si aspetterebbe, da una persona con trascorsi sentimentali comunque piuttosto pieni, fidanzati storici con cadenza biennale e una convivenza che va avanti [appunto] da due anni, che avesse un po' d'esperienza, e non si facesse prendere dal panico come una bimbetta quando si tratta si chiudere civilmente un rapporto.
E non parlo di quella del ripescaggio sui fondali marini. Lì la cosa è diversa, sono l'uno la prima storia seria dell'altra e viceversa, lì l'esperienza davvero non c'è, è uno stillicidio ma cercato e voluto perchè non sanno finirla diversamente. Lì, posso capire.
Il principio che mi stanno esponendo, in sintesi, è che si debba arrivare a nausearsi totalmente di una persona, per poterla lasciare, a non sopportarla più, in modo da non poterla rimpiangere per nessun verso. Che la si può cornificare serenamente , perchè "mi tratta sempre male e mi risponde di merda", anzichè lasciarla, perchè sai mai oggi domani mi venisse voglia di continuare a starci.
Un delirio. Tiro allora in ballo due paroline magiche, che fanno stizzire entrambe.
"Ragazze, non ci siamo, è mancanza di rispetto, e di maturità."
Allora vengo investita da un fiume di parole - sia lode ai jalisse, ndR- , che la maturità poco c'entra, che il rispetto deve essere reciproco e "se lui non me lo porta, perchè glielo devo portare io?" (perchè non lo butti fuori di casa, vien sempre da dire), e poi blablabla ancora bla.
Allora smetto anche di discutere, mi godo il resto della cena e amiche come prima.
In libreria in questo periodo c'è gran ressa al settore scolastico, e a volte le coppie vengono a comprare i libri ai figli e li pagano alla mia cassa, dove non c'è fila. Li guardavo, e pensavo sempre di più a quanto poco etereo e travolgente e fiabesco diventi l'amore nella fase della costruzione della famiglia. A quanto poco abbia a che vedere con parole e pensieri e quanto invece con conti da pagare e bestemmie a denti stretti.
Bilanciarsi l'un l'altro, tieni su me che tengo su te, che dobbiamo tenere su nostro figlio.
E pensavo. Pensavo "Ecco, poi diventa questo. Sarei in grado di spiegarglielo, usando questo pensiero, cosa significa 'mancare di rispetto e di maturità'?..no. sono io che non capisco, non loro, già."
Poi in effetti i figli poco c'entravano nel nostro discorso. Ma la base è saper di poter contare sull'altro. Non Onestà. Ma Lealtà.
Sottilmente , ma abissalmente diverse. Per cui parlano , parlano, di questi amori che ti spaccano il cuore, che ti logorano, che ti uccidono, e in realtà, quello che descrivono è in potenza. All'atto pratico, quando ti sei lasciato, ogni mattina comunque ti alzi, ti vesti, lavori, vivi. Penso immediatamente ad Hans, che fu la prima persona a descrivermi come si sentiva dopo la fine di un rapporto di 5 anni [ho culo eh? 5 anni con una, in mezzo io e 5 anni con un'altra, è terribile] e ricordo benissimo la parola alienazione, che allora non mi spiegavo. Io sono stata male , per lui, tanto e a lungo nel tempo. Ma ero piccola , era il male dei pianti sconsiderati in ogni posto, della contemplazione delle foto, delle canzoni al buio che immagini di cantargli. Cose adolescenziali, cose da bimbetta. Sto ancora male, a conti fatti. Ma in maniera adulta, in maniera civile.
Certo non avrei mai potuto continuare a starci scopandomi un altro, tutti i giorni , o appena posso, e questo non fa di me una persona migliore o peggiore delle mie amiche, soltanto, diversa.
Io voglio bene ad H., anche adesso,quindi figurarsi prima, quando stavamo insieme.
Una cosa simile mi sarebbe stata impensabile. Loro le pensano, e le attuano. Le mie amiche con i loro fidanzati canonici ottimi per le feste comandate , e io la diversa , la Principessa Meraviglia, come dice mia madre, "che tutti la vogliono e nessuno la piglia."
Mah, guardandomi bene attorno, sto -quasi- meglio di tutti.
E quando ieri notte, H. mi ha scritto un messaggio[maledetta telefonia] in cui si stupiva della nostra presunta telepatia - ci scriviamo sempre mentre lo fa anche l'altro- mi è mancato il respiro, è accellerato il battito del cuore,ho puntato gli occhi al soffitto, il viso rischiarato dal display fin troppo luminoso. e magari sono anche diventata rossa, chissà. Il cuore di panna. Altro che granitico. Ora andiamo al mare, il weekend è appannaggio della coppia Lauren-Chloe, e nei giorni restanti sicuramente vedrò H., che non a caso mi ha chiesto quanto mi trattenga.
E' sbagliato? sbagliatissimo.
Ma so forse correre ai ripari per tempo, io?
Poi ho ascoltato la canzone che da il titolo al post, dal nuovo album della Donà, e ho scoperto che dà assuefazione.



L'ho sentito passare sopra i tetti come un grido di elettricità.
Qualcuno al telegiornale dice che il mondo sta per finire.
Ma non c'è niente di particolare, a parte il fatto che mi manchi.
E non c'è niente di particolare, vorrei essere con te.
Ma non c'è niente di particolare
com'è strano raccontarti.
che non c'è niente di particolare.
L'asfalto si fonde coi pensieri lasciati affondare,
affondare.

2 Commenti:

Alle settembre 14, 2007 11:00 AM , Blogger chloe byrnes ha detto...

Queste conversazioni tra ragazze le capisco poco.
Essendo stata per molto con uno che la parola rispetto, nel senso più profondo del termine, nemmeno la sa pronunciare, posso solo dire che esiste la classica paura di non saper abbandonare le situazioni che già si conoscono per quelle nuove.
E' così banale che spaventa.
Esiste poi un sentimento poco definito che spinge a considerare i momenti più brutti e poco maturi e irrispettosi di una storia come l'apice dal quale si può solo risalire.
Se si tocca il fondo si spinge e si risale.
Certo si può annegare.
Rimane dentro la sensazione che esista sempre una possibilità di poter migliorare le relazioni umane e che il definitivo cessare di queste non vada nella direzione migliore.
Si tira fino alla fine e si cerca di salvare quel poco che resta. Anche solo per sentirsi in grado di saper costruire potenzialmente quella famiglia che tanto fa paura.
Resta infine l'amara o consapevole certezza di non essere stati capaci, di essere stati ancora una volta immaturi solo perchè stare soli fa paura.

 
Alle settembre 15, 2007 9:08 AM , Anonymous Anonimo ha detto...

chloe, avrei scritto le tue stesse cose (certo con più errori grammaticali ed usando parole più banali).

Lauren, ma qual è la differenza tra onestà e lealtà? No, perchè mi suonano uguali (come mi sembrano uguali il verde fondo di bottiglia ed il verde smeraldo, il blu notte ed il blu navy, etc etc che la mia ragazza tenta di farmi distinguere, ma che a me risultano verde, blu, rosa etc. Penso di soffrire di bassa discriminazione fotocromatica)

b.O

 

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