venerdì 16 marzo 2007

STORIE DI PROVINCIA

E' crollata la casa della pazza del paese.
Retaggio culturale di questo piccolo posto in cui mi ritrovo a vivere. Meno di 2000 persone.
- Ma siamo di più, zia.
- No, quelli sono nuovi, non si contano. Un tempo due cascine e il resto campi. Ora, la strada statale e magari allargano pure la scuola.

Resta nei vecchi 2000 la pazza del paese.
- Quella è una strega.
- E' matta come suo fratello, che faceva camminare la moglie sempre tre passi davanti a lui e un giorno lei lo ha buttato giù dalle scale.
- E' matta come il figlio che ha abbandonato quando aveva tre anni. Ora chissà dov'è, in paese lo avevano visto tutti, poi un giorno se lo sono portati via.
- Gente estranea non ce la voglio a casa mia.
Gridava la pazza una sera d'estate quando ero più giovane. Quando erano venuti a prenderla perchè aveva minacciato un proprietario edile con un falcetto di campagna e gli aveva bucato mezzo stomaco.
- Non faccio entrare nessuno!
Gridava quando l'hanno messa sulla macchina che lampeggiava quella sera d'estate e l'impreditore del mattone, unico investimento sicuro di questi tempi, stava in ospedale ad inveire contro la pazza.

Poi è tornata a casa, più vecchia e più pazza di prima. Girava sempre con stivaletti rossi, prendeva il pullman alla fermata davanti alla chiesa, faceva tutta la corsa, fino al paese più grande. Poi aspettava al capolinea, attaccava bottone con i ragazzini del liceo classico che stava dietro la fermata, prendeva di nuovo il pullman e se ne tornava a casa.

- Hanno sparato al sindaco.
- E chi è stato?
- La pazza del paese!
Un giorno, un altro imprenditore edile aveva preteso diritto sulle sue proprietà e lei era andata in comune con una pistola. Aveva tentato di sparare al sindaco ma non ci era riuscita. in fondo era solo una vecchia pazza, una donna di altri tempi, al rogo solo pochi secoli fa.
Aveva ferito un vigile che aveva tentato di fermarla, con il calcio della pistola, gli aveva rotto un timpano.
Così l'hanno portata in un manicomio dalle parti di Brescia. Un carcere psichiatrico. Non si raccontava più nulla di lei, non si sapeva più niente.
Intanto il fratello, l'ubriacone del paese, era morto ma lei non si era vista al funerale.

Dopo qualche anno si è rivista in giro.
- E' tornata la pazza del paese - mormoravano le donne al mercato.
La si vedeva girare con un passeggino blu. Dentro niente bambini, solo cartacce. Un giorno si iscrisse ad una gita organizzata dal prete e pretese di far salire con lei il passeggino. Non voleva lasciarlo nel bagagliaio, voleva che gli fosse riservato un sedile. Nemmeno la benevolenza del prete fecero salire il passeggino sull'autobus e un'intera schiera di fedeli e caritatevoli anziani lasciarono la piazza della chiesa, con un pullman mezzo vuoto e la vecchia pazza e il suo passeggino come uniche ombre sulla piazza.

Una mattina ho sentito un tonfo. Dal mio balcone. Sono uscita e ho visto della polvere rossastra che saliva verso il cielo pochi metri più in là.
- E' crollata la casa della pazza - gridavano già le voci per la piazza.
Con mia madre sono andata a vedere cosa fosse successo. La casa era vecchia, scricchiolante come l'anima della sua proprietaria.
C'è chi giura di averla vista piangere, quella mattina.
Di averla sentita gridare: ci dovevo essere io lì dentro.

4 Commenti:

Alle marzo 17, 2007 9:50 AM , Blogger lauren hynde ha detto...

io ho il culto per i personaggi borderline, e come hai potuto toccare con mano nel tuo ultimo soggiorno, sono ricambiata da loro.
ma tu cosa pensavi, da piccina, quando ti parlavano di questa pazza?

 
Alle marzo 17, 2007 1:08 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

uno secondo me vive nel terrore di diventare a sua volta, un giorno, la pazza del paese. noo?

 
Alle marzo 17, 2007 3:46 PM , Blogger chloe byrnes ha detto...

decisamente jamie.
Il discorso è proprio quello e io da piccina, come dice Lauren, pensavo sempre quello.
Ma è chiaro, credo, che trovassi di gran lunga più interessante la figura di questa donna che quella della moglie dell'impreditore edile assolutamente integrata e con una gran vita sociale di apparenza.
Per non parlare delle donne tutta chiesa ed educazione.

 
Alle marzo 18, 2007 12:15 AM , Blogger lauren hynde ha detto...

allora è deiso,
tutte e tre in una bella casetta in pianura padana, noi la nebbia e le colonie feline , ci reiventiamo gattare e ci muniamo di una carabina conc ui sforacchiare qualcuno quel tanto ch ebatsa a far sapere in giro che ci sono tre pazze che vivono assieme e sparano a tutti.
che bel programmino.

 

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