sabato 10 marzo 2007

Questa notte ho sognato Jamie.
Ho sognato il suo desiderio di essere compresa e la sua volontà di ricevere attenzione.


Ora, non dormo. Ho una casa vuota e 24 anni.
Non è solitudine perché se volessi basterebbe una telefonata.
sei per sempre solo quando equivale a questa notte
Non so che cos'è.
E' l'essere tornata a casa da due genitori per sentire il senso della famiglia e pensare che una famiglia l'avevo prima.
E non è cattiveria o indifferenza. Non lo so cos'è.
avevo vent'anni e ho cominciato a rimpiangerli dal giorno successivo
E' un amico che mi dice che non so chiudere le cose, che ho paura delle cose nuove, delle nuove situazioni. Come aver vissuto per anni ferma e immobile solo perché se cammini puoi cadere.
io sono invece come la medusa, che vive sottacqua e che a contatto con la terra muore all'istante
E' guardare per l'ennesima volta quegli occhi e dirgli di andare via e vedere le sue spalle e non poter fare a meno di abbracciarle.
come un vento che rende stupidi hai alzato le mie idee costringendomi a pensarle
Vorrei tornare all'anno scorso, a quella sera di aprile.
Al camminare nella notte in una città che non era la mia e pensare che ci si poteva provare ancora.
Vorrei tornare ad allora per dirti quel no che non ho mai avuto il coraggio di dire.
a volte vorrei lasciarmi andare, dormire per strada e farmi seppellire dalle stagioni
Vorrei avere la forza di amarti, perché tu lo fai senza paura. Vorrei una vita normale.
la mia ombra- tremolante fibra nel finestrino - mi fissa severa: il mio cuore non ha più colore ha preso il sudicio madore dei treni lenti della sera
Vorrei essere come le mie amiche di sempre, apparenza senza sostanza. La normalità spaventa tante persone ma io la inseguo da sempre. Perché così potrei amarti come tu vuoi. Senza problemi, senza legami ormai troppo lunghi e sfibrati.
ho scoperto che basta descrivere le cose per allontanarvisi, cerco sempre di sostituirmi nel bel mezzo di esse ma non mi riesce, tutti se ne accorgono e mi tocca allora essere invece che stare E questa notte ho ringraziato il mio amico che mi ha regalato le sue parole così ho avuto compagnia anche se intorno non c'era rumore.
il mondo è morto e così il mio cuore.

4 Commenti:

Alle marzo 10, 2007 10:29 AM , Blogger lauren hynde ha detto...

Buongiorno piccola Chloe,che male leggerti così.io credo ci voglia del tempo, ma non solo. credo tu abbia bisogno di nuovi modi per misurare te stessa.O di nuovi mondi. E di nuovi metodi.Hai bisogno di rivoluzione, totale e devastante, anche se questo può voler dire azzerare quanto costruito finora; fino a nuovo ordine, almeno.
Prendi sta specializzazione, e vai via, Chloe. Nuovo ossigeno per polmoni nuovi, espira via tutto, anche chi ami.Azzera, e datti una numerazione ascendente.

Il disegno è molto bello, fossi Jamie sarei orgogliosa di esserti stata da modello.
I corsivi di chi sono? Sarà mica la cara ALison Poole alla quale mi hai detto [spiazzandomi anzichènò] assomiglierei più che alla signorina Hynde eh?

Essere apparenza e poca sostanza , è frutto di un lunghissimo allenamento, in taluni casi. Ma non è detto che sia lìunico rovescio della medaglia.

 
Alle marzo 10, 2007 11:06 AM , Blogger lauren hynde ha detto...

una cosa, importantissima.
quando verrò/verremo su, mi/ci porti al cimitero di staglieno?

 
Alle marzo 10, 2007 2:59 PM , Blogger chloe byrnes ha detto...

no, i corsivi non sono di alison.
E' un mio amico, niente grossi scrittori americani.
Leggendo la Alison Poole di Jay credo che abbiate un pò di atteggiamenti in comune, ciò ovviamente non vuol dire che tu non sia Lauren.

A Milano c'è il cimitero monumentale, lo staglieno credo sia a Genova.
A me piace un sacco andare al monumentale ma solo se c'è il sole ed è primavera. Oggi con il tempo che c'è qui sarebbe perfetto.

 
Alle marzo 10, 2007 6:40 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

il disegno è bellissimo. bellissimo davvero.
come mai non riusciamo mai a svincolarci facilmente dalle situazioni che più ci fanno soffrire? come una spirale infinita, una cane che si avvolge su stesso per cercare di prendere la coda ma alla fine non ci riesce mai. tutti ci facciamo del male, chi in modo più teatrale, come la sottoscritta, chi in modo più discreto, ma sempre di male si tratta.
io non so più nemmeno se voglio vederlo. ho una paura fottuta di non riuiscire più ad essere quella che ero, quelli che eravamo. e nello stesso tempo, come tutti i bipolari che si rispettino, ho una voglia di toccargli la faccia e la mani e guardarlo negli occhi per vedere come mi sento dentro.
Forse i tempi sono maturi.

 

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