martedì 30 gennaio 2007

Strani incontri si fanno di notte


Sabato sera, stacco dal lavoro a mezzanotte, il che significa, tra cazzi mazzi orazi e curiazi, essere fuori dalla libreria con un quarto d'ora di ritardo.
E il sabato sera nella fattispecie, significa pure aver perduto il penultimo autobus della sera.
Mi si prospettano 36 minuti di estenuante attesa alla fermata del 14 di via martelli , centro pieno , sotto il duomo per capirsi , per cui
sigaretta in bocca e libro alla mano,
non ho il lettore cd perchè sono appena rientrata dalla maratona libreria-bologna and back again.
Tra i tizi che ti possono importunare a un'ora simile in un posto del genere, a me non poteva capitare il tipico immigrato scassacazzo ubriachissimo o l'altrettanto tipico branco di fiorentini che ti urlano etilicamente dietro.
No.
Troppo facile, signorina Hynde.
Avrà sì e no 30 anni, pelle chiara chiara occhi scuri un fare incerto e un accento francese, ansi franscese e la sua voce arriva attutita, perchè sto leggendo e non sento nessuno.
"E' passato il 71?"
Sbuffo fuori il fumo, prendendo tempo e cognizione di chi ho davanti e cosa vuole da me, e dico
"71?Non so neppure se esiste, il 71! No, non è passato, ammesso che esista."
"Oh, esiste esiste, io ci vado a casa tutti i giorni, è il 23 notturno."
"Ma pensa" - carica d'interesse, ho già di nuovo il naso tra le pagine.
Pausa, una pausa di media lunghezza, il tempo per me di ripescare il capoverso mollato poco prima, e per lui di annicchiarsi nella cornice del portone subito dietro la fermata dell'autobus.
E dietro di me.
Silenzio.
"Cancro?"
Silenzio.
Tolgo la sigaretta dalla bocca, alzo la visierina del cappello, un misto tra San Bernadette alla grotta di Lourdes e una mignotta appena arrestata, e lo guardo incalzarmi senza rispondere,
"Allora?"
"Allora che?"
"Sei del cancro o no?"
"Sì."
"E' il mio lavoro , non ti spaventare."
"Ah."
Alzo le spalle e cerco di rituffarmi nel libro, con sempre minore convinzione, lo so che riaprirà quella boccaccia di nuovo.
"E sei stata innamorata 3 volte."
Stavolta mi giro più scazzata. Finchè è il segno, ok, hai una probabilità su 12 di beccarmi. Sull'amore lasciami perdere ché gira male. Sì, cazzo sono tre,ma puoi fare una stima , su ua 25enne media e non credo sarebbe diverse, sono tre ma non te lo dico manco se mi schioppi davanti qui e ora. Illico et immediate, per dirlo come piace tanto a Chloe.
"Ok, non ne vuoi parlare, ma non ti preoccupare, ci sarà anche la quarta. Non ti deve spaventare, io lo faccio per lavoro. Lavoro al museo Tal dei Tali , è una copertura, un modo per ricevere le mie clienti da tutto il mondo senza dovermi cercare un ufficio e pagarlo.Vengono per consultazioni, consigli."
"E non credo che tu lavori gratis."
"No, quando lavoro, no. Anzi. Ora però non lavoro."
"Quindi?"
"Quindi chiedimi cosa vuoi. Non c'è prezzo."
"..."
"Allora te lo dico io, sei brava, sei molto brava, ma non arrivi. Sai perchè?"
"Non arrivo dove?"
"Non arrivi perchè tu devi lasciare una grandissima cosa per riuscire ad arrivare."
Il matricidio non è ben visto nella mia personale scala di valori, risponderei. Ma sarebbe troppo.
"Cosa?Grandissima cosa che? Per andare dove poi?"
"E l'amore è lo stesso , sai. Sei una femmina. E le femmine stanno coi maschi."
Eccolo lì, Lapalisse in diretta da Lione.
"Mnh. e quindi?"
"Quanti maschi conosci?"
"Un po'."
"Ho detto maschi. Tra gli uomini non ci sono molti maschi.
Come tra le donne non ci sono molte femmine."
" E' un insulto?"
"Che sei femmina?"
"Eh."
"Non solo."
"Consolante...Toh, e' arrivato, è stato un piacere."
"Lo prendo con te fino alla stazione. Il 71 arriva anche lì."
Anche Gesù pianse, direbbe Jayastro.
Sul 14 mi fa sedere, si mette accanto a me e prosegue. Parla di ua famiglia grande e sparsa e difficile, di un grande lutto recente e della forza che sfoggio ma in realtà, a detta sua, non ho.
"Seh."
"No, davvero, sei debole. Non forte come credono gli altri."
"Se ci credono, è come se lo fossi davvero. E lo sono, o almeno credo, è il mio talento."
allora cerca di riprendersi, come se dovesse riacquistare punti in credibilità
"Ti piace dormire, tanto,vero?"
"Mnh non impazzisco per il dormire."
"Ti piace mangiare."
"Grazie, avrò 20 kg in più addosso."
"Non c'entra, dico per il gusto, ti piace il gusto delle cose."
"Sei arrivato, credo."
"Se vuoi scendo , sennò arrivo con te fino a Piazza Dalmazia."
già, perchè io di problemi non ne ho abbastanza così, mi ci servi pure tu ad elargire chiavi di lettura alla vita
"Come vuoi tu", gli rimbalzo il problema.
"Questo è un buon anno, devi imparare a lasciare le cose, se vuoi arrivare, è proprio un peccato."
"Grazie, ci vediamo in giro."
"Ci vediamo, non avere paura."
Dusgraziatamente questo saluto da grande Guru è troppo lungo, e per un attimo sudo freddo al pensiero che l'autista non abbia intenzione di riaprigli le porte che si sono appena chiuse.
Miracolo, w l'ataf e tutti i suoi dipendenti, lo fanno scendere.
Di cosa non devo avere paura?
Dell'anno nuovo?
Dei "maschi"?
Di lui?
Del fatto che tanto ci rivedremo, secondo lui?
Di non arrivare?
Tra tutte queste domande sono arrivata a casa, domandandomi una volta di più perchè i pazzi mi girano sempre attorno, in un modo o in un altro. E perchè io gli dia corda, oltretutto.
E' tempo di smetterla con queste balene arancioni, devo proprio sistemare la vespa.

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