giovedì 10 maggio 2007

canzone di lontananza

Mi basta questa vita
e non voglio altro.
Immobile,
spero che nessuno arrivi.
Ma se qualcuno arriva,
spero sia lei.

Raymond Carver


Firenze, zona Stadio, una assolata domenica mattina di un giorno qualsiasi di un qualsivoglia mese del 2001.
Mi sveglio presto, quando dormo con lui non dormo mai del tutto , oltretutto oggi ho preso impegno con mia sorella per andare a pattinare, avrò dormito realmente tre ore e ora devo andare a sgambettare. Preferirei morire. Mi giro, lo guardo, coi suoi riccioli nerissimi e la bocca disegnata, e non mi alzerei mai dal letto. Sto per scivolare fuori dalle lenzuola cercando di non svegliarlo, quando schiude gli occhi, verdi e gonfi di sonno e un masticaticcio ‘dove vai?’ mi raggiunge mentre mi sto già lavando i denti.
Col terrore che il telefono squilli, a ricordarmi il ritardo, mi vesto di corsa ignorando gli inattendibili sforzi che promette di fare, del tipo –sempre restando sdraiato, braccia sotto il cuscino - “Aspetta che vengo almeno ad aprirti la porta” e ancora “Vuoi la spremuta? Vengo su a farti la spremuta. Arrivo. Aspetta ho detto.”, il tutto rigorosamente a occhi chiusi, muovendo nell’aria le mani a caso, solo per farle poi ricadere pesanti e senza volontà, ai lati del corpo. Non ho mai capito cosa lo spingesse a prodursi in questi siparietti, forse solo quel gusto che ha “sapere come va a finire”, una di quelle performance che con tacita complicità le coppie mettono in scena a beneficio di chi li attornia , o semplicemente della propria sicurezza individuale. Tutte queste buone -a tratti ottime- idee le sentenziava restandosene immobile sul materasso, tanto era materialmente certo che io avrei sorriso, sarei tornata indietro a baciarlo, e che avrei detto Buona giornata solo quando fossi stata già al piano superiore, una mano sulla maniglia della porta, l’altra che regge il casco, la testa inclinata indietro, in attesa del suo Anche a te intriso di sonno e baritonale. Tutta questa scenetta, lui la conosceva benissimo, uno schema fisso.
Al pensarci ora, mi fa ansia , ai tempi del liceo era il paradiso, se non ricordo male. O quasi.
Così anche quella mattina , mano sulla maniglia e casco in mano, decido di non aspettare la sua risposta in differita come sempre e mi chiudo la porta alle spalle. Casa sua affaccia sul marciapiede, con due passi sono sul motorino (glorioso scarabeo sia lode a te negli anni), realizzo che c’è il blocco alla ruota, scendo per toglierlo, mi sto rialzando mentre la porta si apre , un’apparizione in mutande. Lo chiamo a voce alta, tra lo stupefatto e il rimprovero, mi chiede dove vado continuando a stropicciarsi gli occhi e sbadigliare, glielo dico , mi guarda fisso e non dice nulla. Mi avvicino alla porta, gli sottolineo che è in mutande, mi risponde chissenefrega,no?, sorride, sorrido, c’è un cielo chiarissimo, abbiamo gli occhi a fessura, mi bacia, mi giro per salire sul motorino e
“Allora, ci sen..?”
“Ci cosa?”
“No, dicevo: ci sen..?”
“Ci sentiamo!”
“No, Lauren: ci sen..?”
“…tiamo?”
“Anch’io , tanto. Ciao.”
Blam, la porta si chiude.
Tiamo.
Tiamo.
Ti amo.
Anche io, tanto.
Mi risuona in testa fitto fitto, sorrido e mi attacco al campanello.
“Non si compra nulla, via via, alla larga.”
“Ma come sei cretino, volevo un bacino.”
“Finiti, per oggi li ho dati via tutti signora, provi a ripassare più tardi.”
“Idiota.”
“Vattene, Lauren.”
“Vado, ciao.”
“Ciao, a dopo.”
E’ stata la prima persona di tutto, di tutte le cose che si possono fare in due, o quasi.
Incluso il primo ‘Ti amo’, e vista la modalità da barzelletta in cui me lo sono beccato, avrei dovuto complimentarmi con me stessa per il buon auspicio sotto cui si inaugurava la mia luminosa carriera sentimentale. Luminosa, o quasi.

Oggi è venuto in libreria a ritirare un volume prenotato, sempre bello come il sole [Jamie mi è testimone, cara Chloe, vedrai che prima di Paul –aka Mister Merda- riesco a farti vedere pure lui] ed egoista come i bambini. Tenerezza, vicinanza, protettività, tutti quei bei sentimenti che è ovvio avere verso un fratello. La morte del desiderio fisico, in pratica. Era pure l’ora, coi casini che abbiamo tirato avanti fino allo scorso anno, però mi fa lo stesso impressione, anche perché proprio in questi giorni mi sono proiettata il film dell’episodio che ho riportato qua sopra, del mio primo Ci senTiamo.

Volevate vedere chi avrebbe potuto vincere la palma d’oro per il post più patetico?Here I am.
Ultime nuove dal pianeta Lauren: fumo tantissimo, mi sono tagliata la frangia da sola, leggo Bunker e “lo so che il mio amore è una patologia/ saprò come estirparla via” , e sto ascoltando i Valentina Dorme.

Per oggi è tutto, per un aggiornamento sui nani in diretta dal mio giardino, al prossimo post,
oggi di loro non ho voglia affatto.


e saprei
rifarmi il trucco in fretta
farti ridere
sai
anche se è passato troppo tempo
e noi
abbiamo altre storie o quasi
viviamo altri amori o quasi
in notti senza troppa qualità
o quasi

9 Commenti:

Alle maggio 10, 2007 2:15 PM , Blogger senzaidee ha detto...

NON
ALZARSI
DAL
LETTO

e ho detto tutto...

 
Alle maggio 10, 2007 10:28 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

Il primo ti amo ricevuto non me lo ricordo ma mi ricordo esattamente il primo ti amo detto. E non ricambiato, ovviamente. E' strano pensare che quella persona ruota ancora attorno alla mia vita, anzi, ne è protagonista a fasi alterne, e sì che son passati 12 anni da quel ti amo...

Il destino è strano a volte.

 
Alle maggio 11, 2007 9:33 AM , Blogger chloe byrnes ha detto...

io mi ricordo l'ultimo.
Due giorni prima che mi dicesse per la quinta volta che mi aveva lasciato, solo per essere sicuro che avessi capito bene e che non chiedessi altro.
E oggi si viene a riprendere la sua roba, lo stronzo.

Io il merda se è possibile non lo vorrei conoscere.

 
Alle maggio 11, 2007 1:33 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

Ma toglimi una curiosità:

il ti amo senza sen davanti, poi te lo ha detto?

b.O

p.s. fuma meno, il fumo fa male

 
Alle maggio 11, 2007 5:15 PM , Blogger lauren hynde ha detto...

benvenuto b.O,
sì, due volte, ma sempre buttato lì come una barzelletta , o come una cosa di cui mi sarei dovuta scordare subito dopo.
ringraziando il cielo, non ho mai avuto fidanzati patetici o appiccicosi,
sempre piuttosto ruvidi.
ma mi piacciono così, infatti.
fumo , fumo e rifumo, che devo fa'?uff.

jamie, non intortarti sul ti amo detto 12 anni fa, i treni quando sono passati, sono passati, sarai mica una stupidissima FTM pure tu eh?


chloe cosa ci fai in costume? accidenti, vado a rivestirmi un po' pure io ora, che fa tanto estate, costumizzarsi on the beach.
il merda lo vedrai quando lo impalmerò,non dubitare.
tanto è sicuro, al massimo lo sposo da morto. ossia lo uccido e poi ci sposo. una roba che fa anche un po' Beetlejuice.fico, no?


ale, io non potevo non andare a pattinare, proprio non potevo.

 
Alle maggio 11, 2007 6:21 PM , Blogger lauren hynde ha detto...

ok, niente costume, però ho una cravatta, non ho le tette, ma si vedono dei signori capezzolo. tutti felici?

 
Alle maggio 11, 2007 7:04 PM , Blogger chloe byrnes ha detto...

mah insomma, le mie tette mi sembrano meglio.
Certo che in tutte le foto che mi ritraggono io sono sempre signorile, tu invece hai sempre quell'aria da artista da quattro soldi. Meglio la barbie con le tette grosse e le labbra gonfie (che sarei io poi).

 
Alle maggio 11, 2007 7:25 PM , Blogger lauren hynde ha detto...

Io ho frequentato Camden, mi pare giusto che si veda. Mica come quel coglione di Victor.
[era così , per dargli del coglione, in maniera metafisica, dentro la vita reale e dentro la vita letteraria.]

 
Alle maggio 11, 2007 7:34 PM , Blogger chloe byrnes ha detto...

coglioni tutti.
Però oggi mi sa che un pò ho vinto io sulla gara di chi è più coglione tra i due.

 

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