domenica 10 giugno 2007

Drin drin

"P-Pronto?"

"Laureeeeen?"
"Paul? Che c'è?"
"Niente, buonasera. Cosa fai? Io sono in centro e non trovo le sigarette, mannaggia"
"Io sono a letto, mi stavo facendo una pera di Tondelli, poi collassavo serenamente."
"Ah, senti, che devo fare per il concerto?"
"Ah, non lo so. Ma scusa , perchè?"
"Perchè se ci devo andare da solo, non ci vado, ecco perchè."
"Ah."
"..."
"Beh, allora vediamo se..."
"Se poi invece il tuo compleanno lo vuoi festeggiare a Portovenere, vai pure eh"

[portovenere? si ricorda che lo scorso anno l'ho festeggiato a portovenere?]

"Ah, nono, cioè non lo so, no , ma ora vediamo, direi di sì .."
"Lauren?"
"Sì, immagino di sì, direi di sì. Sì, vengo. Andiamo."
"Immagino? Parli come Ellis, ora? Pari matta."
"Senti chi parla."
"EH."
"Piuttosto, mi devi promettere una cosa però. Ci vengo, se mi prometti una cosa."
"Che?"
"Che non succederà qualcosa da qui al 7 luglio che ci impedirà poi di vederci.
Che ne so, una delle tue crisi da sparizione, o botte di schizofrenia acuta, sai?"
"Promesso."
"Davvero?"
"Promesso, fino all'8 luglio non farò il matto."
" Eh no, così dopo mezzanotte inizi a dar di fuori."
"Allora ti concedo un po' di margine. Diciamo fino al 9 mattina, va bene il 9 mattina?"
"Benissimo."
"Ho mangiato la carne di bisonte a cena, sai? Era quasi viva, tutta cruda"
"Hai sempre problemi col sesso, quindi."
"No,perchè? L'ho ordinata io, poco cotta."
"Ah."
"Ora sei tu ad avere problemi col sesso."
"Facciamo a turno?"
"Ovviamente."
"Ma veramente io non ho alcun..."
"Zitta, zitta, sai quel locale che mi dicesti 'trasuda cocaina'?"
"La terrazza? quello coi divani fuori?"
"Eh, ci sto passando davanti adesso, calcola."
"Bene."
"Aaaaah, come mi fai incazzare che non capisci quella cosa del bisonte"
"Ma l'ho capita, giuro ho capito"
"Va bene, poi il sette sera stiamo in giro per roma ubriachi, che dici?"
"Benissimo."
"Va be' dai, buonanotte."
"Buonanotte, Paul."

Ecco, questo è il riassunto , parola per parola, avverbio più , avverbio meno.
Se lui fosse una persona normale, io starei tranquilla e mi dedicherei all'entusiasmo del caso.
Visto che questa premessa è un'utopia, attendo in silenzio, mentre mi rendo conto con tristezza di quanta poca fatica impieghi a tenere a bada quegli slanci emotivi che sono sempre stati alla base del mio carattere, che sono sempre stati condizione necessaria e sufficiente per la ricerca costante e incessante dell'amour fou. Forse è solo crescita.
In tutto questo mi è tornato in mente un pezzo di un libro che ho faticato non poco a leggere,
me lo sono andata ricercare, e ve lo copio qui per la gioia di tutti gli astanti, anche se con il tema del post forse non c'entra granchè. Però ci sto pensando tanto.
Poi me ne vado in doccia, oggi ho lavato Feuerbach e ora sono da lavare anche io, com'era ovvio.

Quel che è peggio è che uno si chiede come l'indomani troverà quel po' di forza per continuare a fare quel che ha fatto il giorno prima e poi già da tanto tempo, dove troverà la forza per quelle iniziative sceme, quei mille progetti che non arrivano a niente, quei tentativi per riuscire nella necessità opprimente, tentativi che abortiscono sempre, e tutti per arrivare a convincersi una volta per tutte che il destino è invincibile, che bisogna sempre ricadere ai piedi della muraglia, ogni sera, sotto l'angoscia dell'indomani, sempre più precario, più sordido. Forse è anche l'età che sopraggiunge, traditrice, e ci annuncia il peggio. Non si ha più molta musica in sé per ballare la vita, ecco. Tutta la gioventù è già andata a morire in capo al mondo nel silenzio della verità. E dove andar fuori, ve lo chiedo, quando uno non ha più dentro una quantità sufficiente dsi delirio? La verità, è un'agonia che non finisce mai. La verità di questo mondo è la morte. Bisogna scegliere, morire o mentire.
Non ho mai potuto uccidermi, io.

[chloe cara, c'è uno splendido edificio nella foto a metà post. hai onore ed onere di dirmi cosa sia.]

2 Commenti:

Alle giugno 10, 2007 7:03 PM , Blogger chloe byrnes ha detto...

A giudicare dai cilindri metallici e dai pistoni che la compongono credo sia una specie di pompa o pressa idraulica, probabilmente impiegata per metalli abbastanza grossi considerando le dimensioni. Installata in una qualche piazza di quel luogo definito Terni (dal nome della foto).
Avranno voluto fare quelli che non si scordano del loro passato industriale e rivalutano le grandi macchine come sculture postmoderne.
Tutto ciò e qualunque cosa sia in realtà mi innoridisce.

Il post lo dovevi chiamare "spiragli di umanità" o "umanità intermittente" per analogia con il suono del telefono, chiaramente intermittente.

 
Alle giugno 10, 2007 9:16 PM , Blogger lauren hynde ha detto...

in piazza della stazione.
gesù eh.

 

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