giovedì 26 luglio 2007

"Paura ,eh?" "Veramente , no."

detesto quei secondi prima dell'impatto con l'asfalto.
detesto vedermi passare tra le mani quei secondi in cui posso solo arrendermi all'idea che tra poco sarò a terra, e prepararmi per attutire la caduta.
era molto tempo che non cadevo dal motorino, sono almeno una dozzina di anni dalle prime volte.
la ruota è scivolata, ho puntato il tacco di destra bene a terra, raddrizzandomi, ma per poco, poi esattamente come poteva succedere a un'imbranata golfini e pettinini, sono caduta da sola, al verde del semaforo, sulla strada appena leccata dalla pioggia, intrisa di morchia.
Dodici anni fa , quando mi addobbavo a terra in stile tappeto, recitavo una roba simile a un rosario di invocazioni d'aiuto , che partivano da MAMMA, passavano per GESU', e inevitabilmente terminavano con DIO; il tutto debitamente corredato di occhi serrati e corpo morbidissimo, affatto contratto, evidentemente pronto a spiattellarsi dove il caso lo avrebbe portato.
ieri, al contrario, ho stretto i pugni e assunto la posizione da feto, nella quale ho rotolato per pochi metri. Mi sono alzata imprecando contro le macchie nere vischiose e unte che mi ricoprivano la maglia, il jeans,i nuovi sandali . La guardia giurata che è venuta a soccorrermi ha insistito che sentivo male alla coscia per la paura, e la menava con lo spavento che dovevo aver preso.
Io pensavo ai miei meravigliosi sandaletti presi a saldo non reindossabili a breve.
alla vespina che non era mai caduta fino ad allora.
al fatto che i miei jeans preferiti non sarebbero mai più venuti puliti.
E tiravo su col naso.
Ma la paura, non l'ho sentita, per niente, impegnata come ero a preparare il corpo all'incontro col terreno.
Sulla coscia ho un superematoma, a guardarci bene.
Ma non avevo affatto paura. La paura c'è in stato di pericolo, ossia quando non c'è il controllo di una situazione. Non c'era nessun valido motivo per cui dovessi aver paura, sapevo benissimo che sarei caduta, strisciata per un tot di spazio, ruzzolata per un poco, poi rialzata, poi congedata dall'allegra comitiva di salvatori.
Da dodici anni fa ad ora, la fede religiosa è in parabola discendente , il bisogno di vedere cosa sta succedendo è divenuto fondamentale, e ho imparato a reputare interamente mia la responsabilità delle mie azioni.
Il bilancio mi pare soddisfacente.
Per il resto, Parigi è stata bellissima [post in preparazione] e utile ai fini dell'energia con cui sono rientrata, i miei capelli sono troppo lunghi per come li ho sempre portati, le mie unghie idem, ho voglia di mare e di ridere, di chiudere porte lasciate troppo a lungo aperte.
Hans si è risentito mie care, mi chiede di farmi viva una volta tornata su, dalle sue parti.
Inutile aggiungere che lo farò, e che ora la mia testa sia tutta a rivolta a come fare a trovare due giorni per andare là, per vederlo, per guardarlo negli occhi e restituirmi a me stessa.
Se poi ci penso davvero, a trovarmelo davanti e guardare in quelle due noci grigie,
ho paura, tantissima. Come se ci dovessi cadere dentro , velocissimamente, senza il tempo di prepararmi, neppure sapendolo con mesi d'anticipo, neppure dopo averlo deciso scientemente.


3 Commenti:

Alle luglio 27, 2007 1:18 AM , Anonymous Anonimo ha detto...

non ti sei fatta male, vero?
Riusciremo a vederci, prometto. E' che mi sembra di girare, girare ed essere sempre al solito punto. Dormo e mangio e lavoro. Niente più. Veramente mi sembra di non fare altro, anche se certo in realtà non è così. Ma se mi metto a pensare la prima cosa che mi viene in mente è quella stanza celeste e quei rumori di monitor.
COME SE LAVORASSI SOLO IO.
Lo so.

Nella mia testa si aggira da giorni un post un po' femminista, appena trovo cinque minuti lo butto giù.

 
Alle luglio 28, 2007 2:18 PM , Blogger lauren hynde ha detto...

il parigino ha mandato la maaaaaaail

 
Alle luglio 28, 2007 3:32 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

dovrebbero abolire internet

 

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