venerdì 20 luglio 2007

Vecchio scarpone



Partiamo subito dopo aver lavorato di notte, dopo una bella colazione in pasticceria, per poi scoprire che come i bambini ero troppo emozionata per dormire in macchina, col sole poi che picchiava sulla mia canottiera nera era quasi impossibile. Ci abbiamo messo sette ore per arrivare a destinazione ( di media ne bastano quattro e mezzo ) perchè l'italiano medio la seconda quindicina di luglio, di sabato, deve partire per le beneamate ferie. Avrei giurato che non sarei mai stata tra quelli, quelli che caricano moglie bagagli bambini e cane sulla macchina e si fanno ore di fila per andare al mare. Quelli che al telegiornale piace dedicargli un servizio ogni anno, quelli dell'esodo ( che poi sono gli stessi del controesodo di fine agosto ), quelli che spendono cinque euro per un panino in autogrill dopo venti minuti di coda per andare in bagno, quelli che poi potevo benissimo essere anche io, visto che c'ero sabato su quell'autostrada e che a volte è proprio una cazzata pensare che tu non sarai mai così. Io ci ho pensato tante volte che certe situazioni mi fanno tristezza, giudico senza pensare realmente che una cosa può essere sbagliata per me ma giusta per qualcun altro, che i punti di vista non son tutti uguali. Che l'italiano medio se le eviterebbe volentieri anche lui le ore di coda se solo potesse scegliere le ferie in un altro periodo, se potesse partire di martedì anzichè di sabato, se avesse più soldi per fare un viaggio un po' più decente. Poi che il mondo è pieni di imbecilli su questo non ci piove.

Anyway.

Ero proprio felice di partire. Con lui. E quando ho rivisto le montagne ho capito che davvero questa volta tutto poteva tornare realmente a posto, le cosepotevano riprendere il loro senso.
Abbiamo camminato, dormito in rifugi in legno, mangiato dei piatti strepitosi, ci siamo attaccati con le corde alla roccia, insieme, con lui che non perdeva di vista i miei piedi per essere sicuro che li mettessi al posto giusto, abbiamo riso tanto, di gusto, ed era da tempo che non lo facevamo più.
La montagna mi piace tantissimo, pensare che prima mi chiedevo come faceva la gente a fare le ferie lì e non al mare e come al solito mi sono dovuta ricredere perchè è veramente bellissimo ed emozionante camminare tra le rocce e sulle rocce. Gli occhi ti si riposano e la mente si ritempra, in quattro giorni ho ritrovato un sacco di calma. Non torneresti più da lassù.


Non che non faccia paura camminare su strapiombi e su sentieri in cui puoi poggiare un solo piede per volta, sotto di te il vuoto, di fronte a te altre ore di cammino. E se da una parte vuoi arrivare al rifugio dall'altra non smetteresti più di camminare. Cammini e cammini, in silenzio o parlando ma la mente è sgombra, più sali più tutte le cose perdono il loro senso. Le cose di qua intendo. Lavoro, problemi, pensieri, restano a valle assieme alla macchina che hai lasciato 1000 metri più sotto. Non la sto romanzando. E' esattamente così, esattamente questa la sensazione che si ha. Puoi sentirti superfigo con un vestito nuovo, con un paio di occhiali di marca, con una macchina dapaura, col tuo cellulare che ti fa anche il caffè, ma là non c'è buccia, ci sei solo tu che cammini, piede ben saldo a terra e zaino in spalla. E davvero ti sembra impossibile di aver dato un senso a cose così stupide che un senso non ce l'hanno davvero. Perchè in fondo se fossi caduta, o se la mia corda non avesse retto mentre ero attaccata alla parete, cosa avrebbero ricordato di me?

2 Commenti:

Alle luglio 25, 2007 5:11 PM , Blogger lauren hynde ha detto...

come sono stata felice quando ti ho letto.
urge rivedervi assieme, vero.
sempre che riesca a vederti, visto che sono passati x giorni dal mio rientro da parigi e boh.

 
Alle luglio 26, 2007 4:37 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

anche io voglio andare in montagna. E magari avere un pò di ritrovata serenità come quella che hai descritto tu.

 

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