lunedì 24 dicembre 2007

BN

Facciamoci prendere dai buoni sentimenti e dallo spirito natalizio, dai regali che non si ha voglia di fare ma che si deve, dai bigliettini strappalacrime in cui "sei e sarai per sempre la mia migliore amica, anche se ora non ci parliamo", dalle cose che mai avresti voluto ricevere perchè non ti rappresentano minimamente, dalle cene e dai pranzi pieni di parenti che gridano e mangiano come se non dovessero mangiare per un anno intero, dalle mail collettive di auguri piene di nulla che intasano il vuoto, dalla messa di mezzanotte e il presepe vivente con il bambino appena nato che avrà circa tre anni, dalle zie vecchie e sole che non vedi mai ma è natale fai a fargli un saluto, dai film natalizi che non lo ammetteresti mai ma ti piacciono tantissimo e dalle canzoncine che vorresti essere lì anche tu a cantarle e avere ancora sei anni.



ps: a breve la versione di senzy nella nostra radio di quel gran pezzo che è Last Christmas, per me tormentone dell'anno scorso anche se sono sempre felice di risentirlo.

domenica 16 dicembre 2007

I NOSTRI GENITORI AVEVANO DI PIU'

La questione regali di natale mi stressa parecchio.
Ho appena perso un'asta su ebay con un tizio di San Francisco per comprare una macchina fotografica stravecchia e con l’esposimetro rotto che si trova a Honolulu da regalare a mio padre.
Era stata la sua seconda macchina, roba di due ere fa praticamente e poi l'aveva rivenduta per comprarsi la sua terza macchina che poi aveva tenuto perchè gli era talmente dispiaciuto disfarsi della prima e della seconda che non gli sembrava gisuto.
Ora per colpa di Frank, minchione di San Fancisco, niente macchina fotografica via posta aerea dalle Hawaii.
Detesto ebay, l'acquisto impersonale via internet, la logica dell'asta che mi ha tenuta al computer per tre ore per cercare di vincere un oggetto che si trova dall'altra parte del mondo contro uno lontano migliaia di chilometri.
Ma non ho veramente tempo di andare in giro per chissà quali rivenditori e negozi e bancarelle e chissà quant'altro per trovare questa maledetta macchina fotografica.
Così mi sa tanto che ci dovrò rinunciare.

Sono andata dal mio tecnico del computer di fiducia. Gli ho riportato il portatile da sistemare, ormai è morto, fatica ad accendersi, non si vede la barra di stato sotto, si spegne due volte su tre.
Lui mi ha guardato perplesso e mi ha detto: - non ne hai appena comprato uno nuovo?
- Sì ma voglio di nuovo questo.
Sempre più perplesso ha detto: - ma perchè scusa non ti trovi bene con l'altro?
- No, non riesco a farci un sacco di cose, è come se fosse ostile.
Devo ammettere che mentre dicevo la parola ostile credo si sia messo un pò paura, mi ha preso il portatile dalle mani e gli ha messo un adesivo sopra con il mio nome, dicendo: - boh, vedo quello che posso fare, ti chiamo tra un paio di giorni.
Detesto essere dipendente per certe cose da quell'oggetto, ma ormai è così ed effettivamente ammetto che su quello nuovo non riesco a scrivere nulla. E' un blocco psicologico inutile come tutte le malattie della mia ipocondria.
Per tutta la settimana sono stata malata di cuore, mi batteva forte e avevo un dolore al braccio perciò ho immaginato di poter svenire ovunque per non risvegliarmi mai più ma il mio dottore ha detto che non ho nulla e che sarebbe bene cominciassi a smettere.
E poi lo diceva anche il buon Max che c'è paranoia in giro con 2 discoteche e 106 farmacie.
Tutto il resto si è congelato con l'inverno.

Sono andata a vedere Paranoid Park e lo consiglio a tutti.
Aspetto con ansia di avere ancora un pò di tempo per andare a vedere l'ultimo film di Cronenberg che i multisala di provincia nemmeno mettono in programmazione, maledetti loro e tutti i film di Natale.

Mia madre mi ha detto che quando era piccola a Natale le regalavano una trottola di plastica che se la schiacciavi e la facevi girare suonava O sole mio. Poi dopo la befana la trottola spariva e veniva ripresentata l'anno dopo insieme ad un libro per bambini.
Ieri sono andata alla casa di mia nonna che è vuota e ormai è più di un anno che non ci vive nessuno e in camera di mia madre ho aperto un armadio con dentro un sacco di libri e la trottola che ha cantato per una volta sola in modo sinistro O sole mio per poi spegnersi per sempre.
I libri erano ammontonati sul fondo dell'armadio e puzzavano di naftlina misto a muffa che a volte è un pò l'odore di tutti gli anziani. Mia nonna adorava Carolina Invernizio e aveva tutti i suoi libri che chissà come mai aveva gettato sul fondo dell'armadio insieme a quelli di mia madre e di mia zia.
Quando sono uscita avevo una decina di libri nello zaino e una trottola di plastica in mano.

Comincio ad autoconvincermi che stare qui non sia per me.
E finchè me lo dicevano gli altri chi se ne frega. Ho passato 25 anni a pensare che chiunque esprimesse opinioni sul mio modo di stare al mondo non mi conoscesse e in fondo chi se ne frega sul serio di quello che dici.
Ora lo dico io a me stessa e mi sa che mi sto mettendo in un casino che non mi farà un gran piacere affrontare. Un senso di oppressione che faccio fatica a contrastare e che se sento un'altra persona rispondermi che mi ci devo solo abituare posso anche mettermi a gridargli in un orecchio così forte da rompergli un timpano.
Spero solo di non rimanere a piedi in questa città.
Magari mi succede una di quelle cose che mi cambiano la vita, magari vivo per sempre con quel senso di oppressione che mi intralcia la libera respirazione.

mercoledì 12 dicembre 2007

t's ok to grow up, just as long as you don't grow old, face it: you're young

Vado in motorino da quando mancavano ancora 8 giorni ai miei 14 anni, amo profondamente sfrecciare nel traffico tra i tubi di scarico che alitano smog e ragazzini e vecchiarelle che adorano rischiare la vita attraversando a casaccio e sono caduta non so quante volte prima di imparare a non farmi più male nel farlo, eppure ogni volta che risalgo su un due ruote dopo un periodo consistente, tipo i 4 mesi di stavolta, sono felice come una bimba sul cavallino a dondolo.

Vado all'università da troppi anni rispetto a quanti avrei dovuto impiegarne a terminare il mio corso di studi e laurearmi, e un po' per colpa mia , un po' per il Fato infame, la vita dello studente non l'ho quasi mai fatta, diciamo pure mai se escludiamo i primi due mesi de primi due anni di università. Oggi, secondo anno fuori corso di un corso di laurea che vale quanto la cartapesta, ho dato l'esame di cinema. Era uno scritto, domanda principale su avanguardie sovietiche e francesi, da Ejzenstein a Vigo passando per Vertov, Clair e Bunuel. E quella sensazione di leggerezza che senti appena consegni il foglio non era più una consuetudine da tempo, sono salita sulla vespa molto più leggera di quando l'avevo parcheggiata.

Infine, arrivata a casa alle 17 con il pranzo saltato , mia madre ha chiesto: "Mica la vuoi una tazza di ciobar?" ...così, proprio, come se le avanzasse una tazza di ciobar da qualche parte.
Ciobar, solo il nome, già solo quello, riempie la bocca. Che buono.
La classica cagata chimica cameo da cui dipendere, seconda solo ai Pan Goccioli, ma tanto prima o poi verrà fuori sai, che il Mulino Bianco ci mette la codeina o l'oppio o qualsiasi altra cosa che da dipendenza.

Oggi, con tre piccole gioie quotidiane, mi sono sentita felice di stare al mondo.
Ok , per la gioia di chi mi vuole incasellare a tutti i costi in una categoria che mi è estranea da sempre, c'è sicuramente il plusvalore che sabato vedrò bertrand.
Ricchi premi e cotillon per tutti, chi va in motorino, chi da esami all'università, chi beve ciobar, chi aspetta persone lontane chilometri.C’è un’ape che si posa/
su un bottone di rosa:/
lo succhia e se ne va.
Tutto sommato, la felicità/
è una piccola cosa.

Trilussa

sabato 8 dicembre 2007

NESSUNO PARLA DI NIENTE

Clay è tornato con un bagaglio pieno di lui, pieno della sua nuova vita.
Attendere in linea come dice il messaggio del suo ufficio, in inglese, in francese e poi in italiano.
Clay si trasferisce di nuovo, questa è la novità che tanto aspettavamo e mi sembra, alla luce delle supposizioni su cosa potesse essere, che non è nulla di sconvolgente.
Cosa cambia da Dublino a Londra?
A me nulla, a lui tutto.
Ed è questa la crepa scura del nostro nuovo rapporto, non girare più alla stessa velocità, non avere più cambiamenti significativi che riguardano entrambi.
Clay si alza dal tavolo e chiede un'altra birra mentre io lo guardo da dietro e di sfuggita osservo l'orologio pensando che devo andare a dormire presto.
Mi immagino su una macchina verso casa, un secondo piccolissimo in cui lui non c'è più e io non ne sento la mancanza e la macchina percorre quella crepa scura e si allontana da un margine all'altro senza che nessuno si faccia male, su una linea invisibile che è il tempo che scorre, come le lancette dell'orologio che sto guardando.
Il giorno dopo lui mi dice che devo andare assolutamente a trovarlo con uno slancio entusiastico innaturale.
- Non capisco come mai sei venuta una sola volta a Londra.
Mi chiede come mai io e Victor siamo in questa situazione, mi chiede se mai conoscerà la parte di vita che è trascorsa senza la sua presenza.
Gli rispondo: - certo, non c'è così tanto da dire.
Ma la voglia di raccontargli anche quelle piccole cose resta praticamente ancorata al concetto di nulla.
Quando entra in camera mia si sorprende per il colore delle pareti, per la foto nuova che ho appeso al muro e mi chiede se sono api e io rispondo: - no, sono ragni su una foglia bagnata.
Mi chiede dove sono tutti i quadri che c'erano prima.
Gli dico che se colori una parete perchè la devi coprire con altre cose?
E lui sospira come se non capisse quello che gli dico, come se non riuscisse a fare finta di non capire.
Perchè lui è forte, è coraggioso, perchè ha cambiato vita quando la sua non gli stava più bene e io sono rimasta immobile a prendere polvere come quei quadri appoggiati al muro che ora non ci sono più. Impilati sul pavimento di una cantina fredda senza nessuno a guardarli.
Quando si gira illuminato dal mio pallore mi chiede se sto bene .
- Sì, certo che sto bene.
C’è una specie di rumore che viene da fuori e Clay apre la finestra per vedere da dove viene. Quando esce sul balcone lo sento sospirare di nuovo, come se avesse qualcosa di grosso che gli comprime i polmoni, come se facesse fatica a respirare l’aria di una città che non è più sua.
Sollevo le spalle.
Esco e penso solo a salutarlo per l'ennesima volta.

venerdì 7 dicembre 2007

L'arte del ripensamento - a cura di Hans


"Non so se potrai mai perdonare la mia stronzaggine. Ma ho avuto dei problemi.
E un valido (?) motivo per saltare il concerto. Cmq ti scrivo presto. Un bacio."

Hans, dalle nebbie del ripensamento.
Dal 17 settembre non ci sentiamo più, e se ne esce così , come un fiorellino di campo.
Faccia come il culo, si chiama questa.
Non ho risposto.
Non ne ho proprio la forza, immagino.

lunedì 3 dicembre 2007

Tsujigiri

Quando sono rientrata da Parigi stavo male, diciamocelo. Ero avvilita, delusa e mi sentivo tradita nel peggiore dei sensi in cui si può intendere: ossia quando il tradimento non avrebbe ragione d'esistere , non esistendo a monte una relazione.
Il mio problema, da che sono al mondo, è sempre lo stesso.
L'accelerata in curva.
Sapere quando dovrei smettere di pestare il pedale, fermarmi l'attimo prima di finire fuori strada.
E sì che dovrei saperlo, sono anni che funziona così.
Invece no, ogni volta dentro fino al collo, e con tutte le scarpe , perchè nessuna storia è prescindibile, nessun amore - nel momento in cui lo vivo -vale meno di un altro, sono tutta istinto e dionisiaco. Con quel che , ahimè , ne consegue.
'La passione ha tutti i diritti, perchè va incontro a tutti i castighi', non ricordo chi lo dicesse, ma mi ha sempre trovata d'accordo.
Bertrand è un bugiardo, cara Lauren. Questo dato è emerso e non è possibile dimenticarlo. Posso però cercare di prendere quello che mi arriva per ora, da una storia improbabile sull'asse Firenze-Parigi, senza scene da isterica o pretese da fidanzatina. Non accontentandosi ,ma semplicemente godendosi cosa arriva, anche a fronte del fatto che ci siamo visti in totale due volte in croce.
Quello che mi stizzisce, dopo aver preso atto di tutte ste cose sopra, è stata la monogamia precipua e volontaria in cui sono strapiombata. Una monogamia di testa. La testa. Non il corpo. Io che ho sempre sostenuto che il tradimento fosse se non legittimato quanto meno preventivabile in una qualsivoglia relazione, mi ritrovo a evitare situazioni che mi potrebbero mettere alla prova in tal senso. Con il gusto per la sfida e per la seduzione che mi contraddistinguono, non è roba da poco.
E' praticamente un cambio di status.
Ultimamente ci pensa la cara Chloe a chiamarmi costantemente "fidanzatina" - non senza acidume made in miss Byrnes DOCG - ma per fortuna il mio atteggiamento mentale non è comunque quello.
Davanti a progetti a scadenza più lontana dei prossimi due mesi, ho paura, come ogni persona sana di mente e non completamente cotta di un'altra , dovrebbe avere.
Mi considero quindi ancora abbastanza al riparo dagli strali dell'ammmmmore e tiro un sospiro di sollievo al pensiero.
Saranno anni che lo aspetto, un amore di quelli lì, che ti si rimescola lo stomaco, che ti senti indistruttibile, che non ci credi neanche tu, che il resto del mondo faccia come vuole, io sto bene, anzi sto da dio. Eh.
Anni.
Credo quindi che un minimo sindacale di cautela davanti a un'avvisaglia di un certo peso come quella della monogamia mentale , sia da considerarsi saggezza, a prescindere dall'età.
Bertrand in questo senso mi spaventa, per lui tutto deve essere al massimo,senza mai mezzo pensiero alla conseguenza delle azioni, in un vortice edonistico che travolge lui e chi lo accompagna , stravolgendo tutto quel che di razionale può esser stato sino ad allora messo da parte. Quando sono scesa dall'aereo avevo ancora addosso quella sensazione leggera che somiglia tanto alla felicità, ma non è più felicità, proprio perchè abita l'attimo subito successivo alla sensazione provata. E ricordo distintamente di aver mandato un messaggio a Milano, alla signorina Elle , con la quale condivido questa malebenedetta natura, chiedendole come mai se mi sentivo quasi felice, già stavo chiedendomi cosa sarebbe potuto accadere di brutto , chiedendole se allora si può essere felici solo quando si è piccoli e non si possiede il famigerato "senno di poi". Forse sì. Forse la felicità per gli adulti sarà sempre una chimera.
Aspettiamo e vedremo, ormai ho deciso così, me la gioco lo stesso, ma meno a tuffo, meno da diver, meno acceleratore schiacciato a fondo, al massimo qualche danno alla carrozzeria: niente ferite però, ho promesso che non starò più male come la volta scorsa.
Mi sento carica come una molla, ho energia da rilasciare in dosi massicce, per fortuna in questo giorni sto lavorando nelle scuole medie con uno spettacolo mostra fotografica molto ben strutturato, e da qualche parte la incanalo. Altrimenti finirei come dice il mio amatissimo oroscoparo, a fare Tsujigiri , dal gergo dei samurai 'provare una spada nuova su un passante', falciando gente a destra e a manca.
Invece è tempo di indirizzare bene l'energia, di ottimizzare le risorse.
Mi sto rigenerando, immagino.


Ah, e questa qua sotto è la nuova maniera di Lauren Hynde di affrontare le curve: