martedì 27 febbraio 2007

potere


sono stata eccitata tutto il giorno, da quando a lavoro, mentre tutti erano distratti, ho preso due bisturi dall'armadio e li ho infilati nella borsa. Non pensavo ad altro, durante le restanti ore di lavoro, durante il corso di aggiornamento, mentre le ore passavano e pregustavo il momento...
...volevo vedere cosa prova la carne ad essere tagliata, cosa sentivo le tre volte che mi hanno aperta con questi stessi bisturi ( ma con una pressione più forte che non sono stata capace di effettuare ) per togliermi "cose" dal corpo...
e io...
che cerco di togliere da questo corpo una cosa che non si può togliere, che non va via se chiudi gli occhi e ti addormenti, che non va via perchè non riesci a smettere di pensare...
... il colore del sangue, che usciva lento dai tagli, il sapore del sangue sulla mia lingua...e pensavo che non me ne frega un cazzo se domani mi chiederanno cosa ho fatto al braccio.
mi basta sapere che ho il potere dii fare di me quello che voglio.

lunedì 26 febbraio 2007

CERVELLO CUBICO

Oggi a pranzo ho conosciuto uno dei candidati per diventare l'uomo della mia vita.
Che assomiglia un pò a quello di questo disegno ma non ho trovato la giusta tonalità dei capelli e non avevo voglia di fare i dettagli della meravigliosa camicia a quadri che indossava.
Passati i bei momenti da giovane studentessa umanista in cui mi aggiravo per il matelab in cerca di un uomo che sapesse risolvere i miei enormi problemi logici, mi ritrovo di fronte costui per caso.
A pranzo con il mio vecchio e sempre più anziano guru.
Sarà la vita universitaria che lo logora tanto ma a soli 33 anni sembra ne abbia 45.
Sarà la moglie in attesa di prole.
Si presenta con questo ragazzo, un nerd totale, il che lo rende assolutamente più interessante del suo precedente assistente. Tale N. soprannominato sic. Se capite l'acronimo, facilissimo, 10 punti per voi.
Così iniziamo a parlare di cose per molti noiose, mi fingo annoiata per sembrare tanto normale ma alla fine non è che mi riesca molto. Prospettive sociologiche a parte il nerd ha detto 5 parole in tutto il pranzo.
In ordine:
ciao
anche per me
acqua.
Io gli voglio già bene. Sarei anche tentata di coinvolgerlo un pò nel discorso ma non mi pare il caso, se non vuole parlare che stia in silenzio. Che magari acquista punti. Il silenzio è il nuovo dialogo per dirla come in un racconto di Cavie.
Poi la svolta.
Il guru: "lo sai che lui riesce a finire il cubo di Rubik in pochissimo tempo?"
Il nerd si illumina, una luce accecante.
Io, ammiratissima: "che bello"
Sospiro al pensiero che c'è ancora qualcuno che si mette lì a fare quel cubo che tanto mi piace.
Discute dei vari metodi per finire nel minor tempo possibile il cubo e sui suoi vari utilizzi.
Ecco qui a lato il cubismo di rubik, il rubik-kubrick che diventerebbe il rubrick? O il cubo di Kubrick?
Poi è stato un dialogo di più di mezz'ora sulla sua passione per il cubo e per altre cose che lo facevano sembrare un pò una caricatura di se stesso. Troppo nerd per essere vero.
Per il resto qui sotto trovate un filmato del caro Michel Gondry che fa il cubo di Rubik con i piedi. Dopo il video dei White Stripes fatto con i lego io non avevo dubbi che anche lui fosse un grande fan del cubo e poco importa se non è vero che l'ha fatto sul serio così come ce lo mostra.







Sono andata a vedere Alpha Dog, filmone eh, accorrete numerosi. A parte il fatto che all'ingresso ti regalano le cartine sponsorizzate dal film, stanotte ho sognato che Victor mi tirava una badilata sulla testa. E poi mi risvegliavo e avevo Sharon Stone grassa e ubriaca che mi urlava contro.
Ho giocato con una palla gonfiabile con Sean, ubriaca di una sangria pessima dentro casa mia. Ho rotto un vaso e staccato un quadro. Ho chiesto a Sean cosa ne pensava del mio sogno e lui ha saputo solo rispondere: "mi sa che ho fatto un casino in bagno". Mia madre di ritorno dal weekend ha gridato come gridava Sharon Stone grassa. Deduco quindi che fosse una specie di sogno premonitore.
Per la rubrica della posta del cuore e dell'adolescenza passata a leggere Cioè (non rinnegate il vostro passato) se qualcuno ha consigli su come togliermi in maniera definitiva dalla storia con Victor si faccia avanti, senza che nessuno dei due debba cambiare stato o sesso e senza che lui debba darmi una badilata in testa.

giovedì 22 febbraio 2007

Bologna busona...

CHLOE La mia palla oggi ha risposto 15 volte sì, solo risposte assenzienti. 15 risposte buone per il mio futuro che non avevano una domanda. Restano lì, ho 15 risposte in sospeso, appese nel vuoto che attendono solo la domanda che le richiede.Non è un cattivo pensiero avere 15 sì nel ripostiglio.Questa notte ho dormito 5 ore.Penso alle mie risposte positive, alle 5 ore dormite, al leggero buon umore anche se non dovrebbe essere tanto così e penso che mi è piaciuto andare a Bologna.Ma per dormire e per avere sempre buone risposte non posso andare tutte le volte in un'altra città.Sarebbe come con le parole, che se ne ripeti una per tante volte perde il significato. Perchè è un simbolo, un segno grafico o fonico che perde di importanza nella ripetizione perchè taglia la relazione con l'immagine che richiama. E resta solo un suono o una linea su un foglio.Per dire, che magari, non è che mi senta alla grande in questa nuova dimensione della mia vita ma che si riesce sempre a trovare una cosa positiva per cui vale ancora arrivare il pomeriggio tardi e tornare la mattina presto. Per prendersi un pò di sorrisi e saluti, un pò di freddo, un pò di facce nuove e simpatiche, un pò di risposte positive e pure camminare in una città che praticamente non vedi.Ma hai gente intorno. Tantissima. E sembra diversa da dove vivi ma alla fine è sempre la stessa gente. Tranne quelli che hai più vicino, loro sono diversi. Mi resta comunque un pò un senso di familiarità, anche con persone che ho visto tre volte. E penso al mattino, al saluto che ho dato a quella che dovrebbe essere la mia migliore amica che parte, va quattro mesi altrove e io penso: io e te si vive già da tanto in due posti diversi, ma salutiamoci che altrimenti ci resti male.Un discorso vuoto, veloce, di circostanza, i discorsi che faccio con le amiche di mia madre.E invece di discorsi di circostanza non ne ho dovuti fare. Sarà la lontananza fisica.Come i muri, che sembrano lontani, ma se ci appoggi un orecchio che ascolta e una bocca che parla si sentono più vicini dei mattoni che li compongono.Allora magari i muri sono tre. E si sa, l'espansione urbana ed edilizia è quanto di più forte e veloce ci sia nel nostro paese.

LAUREN e allora siamo partite di corsa, io uscita dal lavorare e al volo saltata in macchina, ho ancora il badge al collo mentre prendiamo il caffè all'autogrill. giusto il tempo di perdersi un po' arrivando all'uscita di modena, e ancora un altro po' per trovare via Brocchindosso e il relativo sottoscala per il quale bobby ci ha fornito indicazioni sommarie, ma affidandoci al caso,noi cadiamo sempre in piedi. Bologna è piena di queste arterie piccolissime e apparentemente tutte uguali, e di questi localini che a Firenze sono davvero impensabili, afflitta com'è da orde di turisti e in generale di persone che , esattamente come abbiamo fatto io e Jamie, entrando in uno scantinato pieno di libri con un gruppo che suona, non può altro che iniziare a chiedersi Di chi è? Che ci guadagna chi lo tiene aperto? etc. Sono piccole gioie, scoprire che No, non credo ci guadagni nulla; Di chi sia non l'ho mai saputo; Ci suonano gruppi, ci si può bere portando la roba da fuori etc. A firenze? A firenze, 6 euro se entri e respiri.Il bere si presenta subito come un problema, e la prima apparizione di Bologna è la sorella di Mr.Hughes, che contravvenendo al nostro codice ellissiano solitamente rispettoso dei legami tra personaggi, chiameremo Jean, come la segretaria di Bateman, anche se a lei "Sii un angelo" non ha senso dirlo, essendo una richiesta già soddisfatta in partenza.Con Jean io e Jamie scarpiniamo un po' alla ricerca di qualche pakistano aperto [sta cosa dei pakistani mi farà sbroccare], Jamie conviene di me sul giudizio circa la nostra cicerona di vinaini, un po' meno sul di lei consanguineo. Bobby in effetti è poco presente, tutto preso da una cricca di soggetti che intuisco essere i suoi compagni di "scuola" e da un questionario circa l'ordinanza del Cinese che prevede che non si bevano alcolici dopo le 3 , e parimenti non si portino bicchieri nè in plastica nè in vetro , fuori dai locali. Insomma, qualsiasi cosa sia deve essere molto interessante solo per loro, dal momento che ci da le spalle per tutta la prima parte della serata.[Che cazzata, diresti circa la storia degli alcolici, poi la vedi , sta città, e al PERCHE'? ci devi pensare per forza. e un paio di buone motivazioni, beh in effetti ti vengono.]Bobby si riprende un attimo dpo mezzanotte, per poi cabrare rovinosamente sul finale con una serie di infamate ad un popolo di isolani reo di non avergli lasciato svolgere il suo lavoro in santa pace, e con un alterco con Jean che si intuiva non potersi esaurire ad un tavolo di pub. Dopo polli senza testa, popoli da sterminare, genealogia dei paperi della disney, tavola rotonda sul Milaus di Bologna , io e Jamie ci avviamo verso la macchina, i fratelli verso casa.
Ho bevuto troppo per quanto in fretta , sto malissimo e quando raggiungiamo l'ostello faccio in tempo solo a farmi scroccare due sigarette da un tipo assurdo , neanche brutto, ma uno zero per tutto il resto, che vaga in asciugamano alla vita per i corridoi dell'edificio sonnachioso, e mi addormento. Jamie resta affascinatissima dalla surreale presenza del personaggio. Che la mattina successiva riuscirà persino a infilarcisi in macchina scroccando un passaggio. Che schifo d'uomo.Il dispiacere di quando presenti una persona che a te è sembrata ottima a pelle ad un'altra -che sai già essere ottima- e le cose non vanno come speravi, è lo stesso dei bambini a cui esplodono i le bolle di sapone tra le mani. vivaddio che Bobby non sia una bolla , pur avendone cangianti sfumature e imprendibilità, e già dalla mattina dopo Jamie è costretta a rimettere a posto i punti gentilezza che il fanciullo aveva perso la sera precedente.Poi in rapida progressione, osteria del sole, mercatino antiquariato, giro di negozi (approfittiamone ora chè con Chloe non si può ), multa per tirchieria al parcometro, arrivo della signorina Byrnes con disegno ellissiano e religione del 2000 per regali, torneo di calcetto, cena in zona pratello, gran finale seguendo giornalisti d'assalto bolognesi sardi e calabresi nelle loro inchieste anti-ordinanza.
Un pensiero a Repetto, sennò che vuoi, ci sentiamo male.Tutte e tre [io un po' meno] insospettabilmente sane e lucide.Inutile dire che la mia prossima trasferta sarà etilicissima, direi che me lo merito. io e la città siamo abbastanza in confidenza, arrivate a sto punto.Quanto alle mie amatissime Chloe e Jamie, loro sanno cosa penso e come sto con loro, tuttavia è innegabile che questo semiweekend si sia svolto come l'apertura della stagione del "Tiro a Lauren". Per cui ora faccio un po' la vittima, che mi pare doveroso.Il tutto riassumibile nella scena più alta di tutte,che vede Bobby riscontrare una somiglianza tra me e la Reginella disneyanae le due vipere chiosare così:J: Perchè è bassa?C: Perchè ha il becco?Vipere, due adorabili e sagaci vipere, e no, a onor del vero, io il becco non ce l'ho.Ma sono leggera mentre ce ne torniamo a Firenze, dopo aver messo Chloe sul treno e maledicendo lo stronzo che ancora non ha inventato il teletrasporto, sono serena, a dispetto del poco sonno. Non sono riuscita a non pensarLo, ed era chiaro.
Ma a metterlo in un cantuccio magari sì. per 36 ore. assieme alla famiglia e tutto il resto. sveglia e caffè barba e bidet, presto che perdo il tram. questo pensavo, fantozzianamente, mentre Jamie mi lasciava davanti alla libreria in pieno centro per le mie dovute e doverose nove ore di lavoro.

JAMIE di corsa come sempre, col cervello più in panne del solito e gli occhi che fanno male, ricercare un attimo di stacco dalla routine fiorentina, ulteriormente peggiorata da fatti poco piacevoli me-riguardanti, partiamo col cuore un po' gonfio e tanta voglia di evadere. "Stamo appresso al morto"...frase che mi riempie di ilarità mentre mi concentro pensando di aver investito una mucca in autostrada. Bologna, Modena, uscita 9, sono sicura...lande desolate in zona industriale, poi la città... fa uno strano effetto camminare di sera in una città completamente diversa dalla tua, dove le strade si dipartono, in una serie infinita di portici, "hai presente una raggera?" Non sono tranquilla, non sono a mio agio, non lo sono mai completamente in situazioni nuove, e continuo a cacciare in ogni stramaledetta frase che dico il suo stramaledetto nome. Ho anche un po' freddo e un po' di mal di stomaco, sono già in ansia per la strada del ritorno, che sicuramente non ricorderò, in più mi tocca stare a discutere circa un pollo senza testa con un ricciolo autoctono che pretende di avere ragione...ma poi mi rilassso, e basta un tizio in asciugamano ed un caldo pile sotto le coperte per farmi tornare il buonumore, perchè al mattino mi aspetta una città da rivedere dopo tanto tempo e il piacere di incontrare Chloe. E non importa se il telefono non squilla, è piacevole vedere le cose sotto una luce diversa, con l'animo un po' alleggerito, e pranzare in compagnia di una persona che non sembra affatto la stessa della sera prima, ma che ti sorprende con tarallucci e vino ed un sorriso che non avevi notato... e poi sì, vabbè, sono sempre critica, cinica, all'ennesima potenza perchè ferita e incazzata, ma sto bene, a spulciare vecchie foto e poi a bere spritz e giocare a calcino in un bar da cantucci veramente molto caratteristico. La sensazione che ognuna di noi tre abbia un sacco di cocci dentro sè mi riempie un po' di tristezza, ma 'sti giovani, gesù, stanno sempre male? Perchè c'è sempre qualcosa che non va in noi? Certo è che anche se mi è diffficile staccare completamente la spina mi fa bene sentire la macchina, alle quattro di mattina, risuonare delle nostre risa circa un guerriero di carta igienica o pensare che, no, il cobra non è un serpente, nossignore.
E avere un ricordo condiviso, che una volta tanto non è solamente mio e della mia mente, è davvero un pensiero confortante. Dunque esisto.

martedì 20 febbraio 2007

Il male voluto non è mai troppo


























E' un mese che aspetto questa mostra, fosse solo per vedere che livello di organizzazione gli studenti di sinistra siano riusciti a raggiungere. Hanno contattato la vedova Pazienza, smosso un po' il Comune, chiamato Sergio Staino a raccontarci di chi si parlasse umanamente.
Il foyer del Teatro Puccini ospita 19 tavole di Andrea Pazienza. Di più, porelli, non sono riusciti ad ottenere. D'altronde, non sono mica Vincenzo"io-voglio-bene-a-tutti-non-dico-male-di-nessuno"Mollica, loro.
E quando ne appare il faccione, dallo schermo che proietta "Paz 77", si leva un coro di insulti e fischi. Chissà cosa ha fatto , o meglio non ha fatto per questi "giovani studenti di sinistra".
Vi ho pensato parecchio, bambine, Chloe si sarebbe esaltata un sacco, ad esempio mentre Staino ci raccontava di essere stato il primo a insegnare gli Uniposca a Paz, di come lui li abbia subito identificati quale strumento geniale e dai mille utilizzi, quando in realtà si tratta del più bieco tra i pennarelli verniciatori, con la colata corposa che chiazzava ,umettandola irrimediabilmente, tutta la carta.
Il segno che era un segno "vibrante", che "volava", come ribadisce Staino almeno dieci volte in 15 minuti, che dava al pennarello la stessa dignità del colore a olio, e ancora Freak Antoni che declama la dichiarazione d'amore verso i Pantone scritta da Pazienza, Bifo che parla di Radio Alice, e le riprese di Corso Rizzoli invaso dai manifestanti, il 77 tutto intero, LoRusso, e allora di conseguenza Pentothal, poco Zanardi e tanto Pompeo.
Poi una ripresa, e qui ho pensato a te Jamie, di David Riondino che canta canzoni demenziali sugli animali , e di Paz che nel tempo della canzone illustra la storia disegnando animali che , conoscendoti, ti avrebbero commossa , per forma e velocità d'esecuzione.
Insomma un bell'evento, di quelli che ti piacerebbe condividere con chi sai che lo potrebbe apprezzare degnamente. Bene. Allora qualcuno mi spieghi che cazzo ci faccio qui con quest'imbecille. Un imbecille fisicato. Ma un imbecille. Meno male che c'è la mia secolare amica Blair. Della quale però so riconoscere i limiti. e lo so , che la metà di quello che sta ascoltando, non lo può aver capito. Cazzo.





Vai indietro fino a me che entro all'auditorium Flog con quella figa di Alison Poole, vestita da Eva Kant con le tette.

I festini della Flog sono un toccasana indiscutibile, per la sottoscritta, per cui forte del bisogno di ripresa morale e di svago mentale, trascino la bellissima e irreprensibilmente etero Alison con me, rimediando una marea di "complimenti per la tua ragazza, è un fiore", che mi fanno sentire un po' come avessi appena comprato una lamborghini , e passando il tempo in pista ad allontanare non con poca stizza le varie corteggiatrici invadenti. Musica baraccona, mal mixata e un'aria di possibilismo promiscuo rendono il tutto sempre molto gradevole.
Ti senti una diversa, è chiaro, diciamo pure che se esce fuori che sei etero, sei trattata un po' da appestata per i primi minuti di conversazione. Ma dura pochissimo, poi ti rendi conto che si odiano pure fra di loro, distinguendosi, come mi spiegava Gigi , anni 43 sposato da 10 con un bimbo di 3 e un amante da 6, in tante sottocategorie, che fra di loro si schifano, oltretutto.
"Non metterti in posizione di giudicarmi.Io credo nel mio matrimonio e lo porto avanti, e passo con mio figlio tutto il mio tempo libero, e amo molto mia moglie. Meglio io, che ogni tre mesi vedo lo stesso uomo [che ha la sua stessa situazione, figlia moglie etc] o il padre di famiglia che va a troie, o a fare viaggi in Thailandia, o manda in culo tutto per poter scopare liberamente a destra e a manca, lasciando collassare l'equilibrio della famiglia che si è creato magari anche facendosi un culo così?"
Eh boh, non lo so. Cioè lo so, meglio Gigi. Ma meglio di cosa?
Possibile che vada accettato che ci debba NECESSARIAMENTE essere una via di fuga da un rapporto monogamo, quindi, e l'unica cosa possibile da fare sia fronteggiarlo col minore dei danni riportabili?
Non credendo in fedeltà nè tantomeno in monogamia, [e Jamie, c'è poco da farmi quella faccia] ho sempre guardato alle coppie omosessuali come a degli esempi ben riusciti di equilibrio affettivo. Il direttore del teatro per cui ho lavorato e il regista dello spettacolo che ho seguito, stanno insieme da 25 anni. Ora, le possibilità che in questi 25 anni non ci sia stato nessun'altro, sono più che esigue. Direi nulle, ecco.
Semplicemente c'è un tacito accordo, che si fonda su "Io ho scelto te, te tra tutti, ed è con te che voglio stare. Poi però non siamo coni di luce, le occasioni ci sono si presentano e non le rifuggo. Ma evito di mettertene a parte, perchè magari ho trasmesso più affetto in una stretta di mano, e dirtelo sarebbe farti male gratuitamente."
Tra gli omosessuali, è più semplice, hanno una barriera in meno di pensiero. Non tutti, è chiaro, non sto parlando di verità universali, ma di persone conosciute, di un atteggiamento comune riscontrato in diverse coppie. E mai coppie etero.
E l'unica volta che ho tentato di spiegare a un mio fidanzato questa simpatica teoria, ho capito che non era cosa da farsi. Ci sarà sempre , nella vita, una più bella, più bionda , più alta, più magra, più disponibile, più accondiscendente, più "adatta" di me in quel momento, o magari semplicemente più vicina.
Beh, vai e fai.
L'importante è che tu torni, e non me lo dica mai. Perchè io non lo farei. Perchè quello che passa per il corpo non necessariamente passa da dentro il corpo stesso.
Non mi ha molto capita, ha attaccato una nénia su fiducia e rispetto che non finiva più, senza capire niente di quel che dicevo io, visto che non amavo niente di più al mondo, in quel momento.
Ma tant'è.
Gigi è di conversazione brillante, annebbiato dall'alcool ma assolutamente geniale e innamorato delle donne, mi invita alla festa di compleanno di suo figlio, ci mette in guardia da quelli che lui chiama "cazzi ritti", (ragazzotti etero prestati al mondo gay per una sera in cerca di roba da immaginario erotico elementare come le lesbiche aperte ai giochi a tre, per capirci) che dell'uomo in effetti non hanno nulla, genitali a parte, ci dice di non scordarci mai il significato della vita, che solo noi donne possediamo e che se dovessimo perdere "Ohiohi bambine, si sarebbe del gatto. Non scherzate eh." Aria fritta, ma poeticissimo. Un grande.
La mia attenzione viene destata da un paio di spalle , ripiegate in avanti , un ragazzo seduto, rasato , completamente ubriaco che fissa il pavimento nell'evidente tentativo di fermare il roteare di tutto il resto intorno a sè. E' bellissimo, e di proporzioni perfette. Viso simmetrico, mani grandi, porta gli occhiali e non lo peggiorano affatto. Ha intorno una fauna incredibile, pare di essere sul set di Priscilla, solo senza le piume, chi lo tocchiccia sulla schiena, chi sulla coscia, chi gli controlla i peli del petto alzandogli la maglietta.
Non ci siamo, è un etero quello. Ha un rapporto spalle/fondoschiena che potrebbe ingannare, ma me lo sento che è etero. Va salvato.

Così mi metto lì, una battuta, una domanda, un sorriso, è ubriaco , domani non si ricorderà nulla, ma stasera sto qui sotto la tenda per fumatori e lo guardo, tanto non c'è granchè da guardare là dentro, e sai mai che possa pure aver qualcosa da dire.
Ha da dire poco, è troppo ubriaco, mi chiede il numero prima di andarsene e mi dice una cosa tipo "sei molto dolce", cosa che non amo granchè sentirmi dire dagli uomini, ma bypasso il tutto, sono le 4 e mezzo, EvaKant è stanca di farsi palpeggiare dalle checche invidiose e anche io di essere additata come un'appestata perchè intenta in un imbrocco etero troppo normale.





Vai avanti a me che siedo accanto a Spalle, lo chiameremo così, e a Blair, mentre vediamo il documentario su "Pazienza?Chi?Che film ha fatto?", ieri sera al teatro Puccini





Spalle è assorto nel documentario, credo non capisca davvero niente, dopo avermi detto che non legge molto, il che potevo pure fingere non mi toccasse, si è perso in un monologo concernente gli elettrodomestici all'avanguardia e la sua lavatrice Miele che fa 16,000 giri di centrifuga al minuto, che costa tanto ma dura tipo 25 anni, e lui se l'è comprata perchè quando stava a pavia andava alla lavanderia a gettoni, ma ora che vive a Perugia proprio non se ne poteva mica fare a meno perchè stirare vabbe' non importa ma lavare sai com'è, e gli anni del culturismo, della sicurezza ai concerti, del cubista in discoteca, ieri ho visto Christian De Sica a teatro è stato bello,e ancora blablablablablablablablablablablablabla.





Che ho fatto di male io,perchè l'ho salvato,perchè ho pensato che con il tempo di tirar su una massa muscolare simile , avesse anche trovato quello di leggere mezzo libro? E da Perugia, ci è venuto, mi sento male. Mi sento quasi in colpa, ma mica gliel'ho detto io di venire. E quel che è peggio, usciti da questa botta de curtura, convinta di averlo debilitato con il documentario, mi dice che gli è piaciuta. Che tornerà. "Tanto tornerò".





E questa frase mi riempie di un terrore senza nome.







Penso a Paulie e a quanto tempo ci vorrà per essere in piedi di nuovo davvero.
Frattanto , dal mio giardino di nani
Un giornalista attempato riemerge con un'inutile telefonata il 14 Febbraio [gesù] da Berlino, viene maltrattato, e si rifa vivo ieri al netto del coinvolgimento sentimentale perchè lo aiuti con un cortometraggio da montare. mo'vediamo.
Il tastierista riccioluto chiama e smessaggia tanto quanto basta a titillarmi l'interesse, ma vedremo. E' sempre una delle mie grandi certezze.
Last but not least il Giornalista, quello che entrambe ricordate seminudo con l'asciugamano in vita, e non sto a spiegare il perchè, che invece si fa rimpiangere, eccome, con tutte le sue. l'ho persino chiamato oggi, era a pistoia, e non dovrei chiamare e lo so, ma oggi proprio mi faceva voglia. mmmm. maledetto.
Di altri nani, non si hanno notizie, ho un giardino a scomparsa, temo.



Lauren SnowWhite Hynde

domenica 18 febbraio 2007

CLAY DI RITORNO DALLA SUA NUOVA VITA

Sei tornato dall'Inghilterra.
Con lo stesso gelo che probabilmente hai respirato in questi mesi.
Veniamo a prenderti all'aeroporto e dopo un abbraccio leggero mi porgi un pacchetto.
Tè inglese.
Quattro anni di vita insieme e nemmeno ti ricordi che non mi piace il tè?
Chi sei? Da dove vieni? Non ho un ricordo passato che non sia legato alla tua presenza e ora ho un presente con uno che ti assomiglia ma nemmeno così tanto. Più magro, più vecchio, più bianco e a tratti più felice. Quella felicità che nessuno è riuscito a tirarti fuori gli ultimi mesi della nostra vita nella stessa casa.
L'altro mio amico, quello un pò pazzo, dice: "tè?"
E io dico: "grazie."
Porre silenzio ed educazione sullo stupore altrui. Così se non ci pensi non sembrerà nemmeno vero.
Andiamo a cena. Tutti insieme. Fintamente allegri e felici. Che bello che sei tornato. Ma chi sei?
Diresti: "ma tu, dove sei?"
Ma non lo dici, perchè ci pensa Sean a dirlo e tu rispondi: "qui, sono qui."
E butti giù il quinto bicchiere di vino.
Quel vino te lo avrei buttato in faccia solo per vedere se si colorava di rosso, solo per sapere se eri qui. Oppure sarebbe finita come in uno di quei film horror, pieni di presenze, in cui qualcuno cammina insanguinato ma nessuno lo vede, in cui la gente non reagisce a quello che succede solo perchè non è mai accaduto veramente. Io quel bicchiere nella mia testa te l'ho tirato, ma tu hai continuato ad essere altrove con la faccia sporca di rosso e le gocce che colano ai lati. Solo per dire: "non reagisco, perchè in realtà non ci sono."
Dove sei?
Sono in un posto in cui mi sento a disagio. Avresti risposto a chisoio se ti avesse chiamato in quel momento.
Infatti chiama e ti alzi ed esci, sicuro solo per dire quella parola.
Allora noi perchè siamo a questa cena orrenda?
Sean dice: "vediamo di fare il più in fretta possibile che gli serve una notte per dormire e poi domani torna lui. Sicuro."
Bello avere certezze che non ci sono.
Le voglio anche io.
Sei lontano e lo capiamo dalle piccole, piccolissime cose. Hai chiesto tre caffè e noi non beviamo mai caffè di sera, lo sapevi un tempo.
Quando andiamo alla cassa, per pagare, apri il portafogli. E' ordinato come non lo tenevi prima. Guardi con faccia allucinata il contenuto ed in imbarazzo dici: "non ho nemmeno un euro."
Certo, perchè ora non vivi più qui e anche i soldi con cui compri le cose sono diversi.
Siamo lontani.
Talmente tanto che dovremmo tornare all'uso del baratto, perchè non abbiamo la stessa moneta, non parliamo la stessa lingua, non respiriamo la stessa aria.
Poi ti avvicini alla macchina dalla parte del guidatore e Sean ti fa un cenno. Gira dall'altra parte.
Posso andare avanti all'infinito a descrivere tutti quei piccoli momenti in cui ti ho sentito lontano e anche quelli, prima del tuo ennesimo ritorno, in cui lo sapevo che sarebbe finita così.
Come la sera in cui hai detto: "vado via."
E io ti ho chiesto: "quando torni?"
E la risposta non è mai arrivata. Zittita da un abbraccio umido in una cucina che ora vede mangiare altre persone.
Poi al mattino, in macchina, in viaggio verso Victor, mi hai detto: "mi dispiace averti portato il tè, non sapevo cosa prendere."
E ho fatto crack.
Se fosse stato un film ci sarebbe stata una telecamera ad inquadrare i miei occhi lucidi riflessi nello specchietto laterale. Sporco ed impolverato per dare quel senso di opaco ed evanescente che hanno i pensieri delle persone. Riflessi in rivoli vuoti lasciati dalla pioggia che ha fatto la stessa strada dei miei occhi.
E invece c'era una canzone rumorosa alla radio e il casellante che chiedeva i soldi.
Apre la sbarra che porta all'ingresso di un'altra città, ad un'altra persona che ormai è lontana come sei lontano tu.

Arrivederci
E' stato bello
Mi sbagliavo
Ti sbagliavi
Era poco più di niente

E poi
La moda passerà
Cognac
E posacenere
Voilà

Un’altra libertà

lunedì 12 febbraio 2007

Fenomenologia dell'abbandono

- Tesoro , che hai fatto al braccio?
- Mi sono tagliata.
- E' un gesto da persone immature, in cerca di attenzioni. Ti ha dato sollievo?
- No.
- Ti ha allentato la tensione?
- No.
- Ti ha dato sollievo?
(Silenzio)
Ti ha dato sollievo?
- No.
- Non capisco perchè l'hai fatto.
- Allora chiedimelo.
- Ti ha allentato la tensione?
(Lungo silenzio)
Posso guardare?
- No.
- Vorrei guardare, per vedere se si è infettato.
- No.
(Silenzio)
- Lo sapevo che lo avresti fatto.
Lo fa un sacco di gente.
Allenta la tensione.
- Tu l'hai mai fatto?
- ...
- No. Figuriamoci, troppo sano troppo sensibile.
Non so dove l'hai letto , ma non allenta la tensione.
(Silenzio)
Perchè non mi chiedi perchè? Perchè mi sono tagliata il braccio?
- Ti va di dirmelo?
- Sì.
- Allora dimmelo.
- CHIEDI
ME
LO
(Lungo silenzio)
- Perchè ti sei tagliata il braccio?
- Perchè è fortissimo, cazzo. Perchè è straordinario cazzo.
- Posso guardare?
- Puoi guardare. Ma non toccare.
- (guarda) E secondo te non sei malata?
- No.
- Io credo di sì. Non è colpa tua. Ma devi diventare responsabile delle tue azioni.
Per favore non lo rifare.


Ogni volta che mi fa troppo male tutto per mettermi a pensare, le prime parole che mi vengono in mente sono grffate Shakespeare e Kane. Stavolta, è toccata a Sarah.
Ho un gran bisogno di sentir male, un male fisico e metodico, fatto con accuratezza, con dovizia di particolari. Un male che traduca tutto quello che non si può dire. Una testimonianza fisica del mio stare male invisibilmente. Potrei ribattermi il tatuaggio. Ma mi costa troppi soldi.
Del buco alla lingua che mi dite? E' un'idea. No?
Anche farsi trovare da quel giornalista con il suo spiccato senso del BDSM, che mi cerca a ore assurde , col proposito di farmi male e quindi bene, non sarebbe una cattiva idea.
Ma non è una soluzione, se non temporanea.
Non so come mai sia tornato così vivo e forte, il bisogno di farmi male.
Eppure avrei dovuto capirlo, ho iniziato a mangiarmi la pelle intorno alle unghie, a torturarmi le labbra con le dita. Avvisaglie, tipiche avvisaglie da bisogno di dolore. Perchè non mi ascolto?
Stupida.
Sto male, molto , credo di aver trovato il motivo, come sempre legato alla mia famiglia e al suo bisogno di andare a male con una certa periodicità, pena ritrovarsi con un'illusoria, troppo rosea, consolatoria, prospettiva per il futuro. E non sia mai.
Aggiungeteci Lui, che è scomparso sotto ogni aspetto.
Quello che fa più male è questo momento qui.
L'abituarsi alla dissolvenza.
Perchè non succede di botto?
Perchè c'è sempre sto processo di mezzo?
Elaborazione del lutto, progressiva rimozione -almeno temporanea- dei ricordi comuni, seguita da paralisi del processo di associazione libera, poi periodo di astio incontrollabile che richiede coerenza da yoga per non mettersi a mandare mail e sms a raffica, infine fase finale, quella in cui si smette di bere qualsiasi cosa e scopare qualsiasi UNO si incontri,
per capire che non è un modo sano di recuperare cocci, ma semmai di spargersene altri attorno.

Frattanto vi informo che il mio codice binario si è ulteriormente evoluto:
trombabile / non trombabile
da prole / non da prole [ma solo in casi eccelsi di seduzione assoluta e ben giustificata da un'ampiezza di pensiero rapportabile degnamente a quella delle spalle, non pensate che sia diventata una mammachioccia eh]
e dulcis in fundo
da mare / non da mare.


sì, perchè ieri sera prima di cadere vittima del sonno assassino accumulato in quel di bologna [post in arrivo,GIURO bimbe, oggi stavo troppo male, non ce la facevo], ho sognato quello del mare. quello del mare si chiamerà col suo nome, tanto almeno lui al blog non ci arriverà. si spera. ho sognato Enrico, dicevo appunto. Ma come sempre non era un sogno, era una variazione di realtà, una sfumatura di deja-vu, ho sognato il pomeriggio che ci siamo fatti in barca a mangiar ricci di mare, a fumar erba e ungerci come pesci fritti per non morire ustionati.






Ricordo pochi giorni in 25 anni dei quali dico "ero felice", e cazzo, quello ci rientra.

Ovvio che un sogno simile fa solo parte del progetto "Lauren psicosi delle 4:48", insomma è un altro modo per far male, anche se fisicamente non sono neppure più in grado di somatizzare cose come l'ammmòre.

Ah sì, acquistati: le ore di Cunningham, il weekend postmoderno di Tondelli, l'apocalisse da camera di Piva. e il cd dei Gomez.
Sul comodino: Piattaforma, Houellebecque.


L'agendinadelchicazzosenefrega di oggi, ha invece come protagonista Mr.Imprinting, che coi suoi riccioli corvi i suoi occhi troppo verdi e il suo sorriso troppo pieno di denti,
è sopraggiunto in libreria proprio mentre me ne stavo per andare.


"Ciao!"
"Ciao, che fai qui?"
[bacini]
"Venivo a trovarti."
"Ma se ho appena chiuso. "
"..."
"Non è una busta Feltrinelli , quella?"
"Eh sì"
"No, dico allora sei scemo. Hai il 20% sui libri da me, e vai da Feltrinelli?"
"Ragioni politiche"
"Bravo coglione."
"Eh. Dove vai?"
"A casa. Tu'?"
"Io al Nova per un aperitivo, vieni?"
"Non posso devo andare a casa, davvero."
"Allora ciao, di nuovo."
"Ciao."
[bacini]
"Ah senti, Lauren"
"Dimmi tutto"
"Ma vieni in macchina il 28?Perchè semmai noi un posto lo abbiamo , stai lì dal pomeriggio ,ci aiuti un po' con gli strumenti e il sound check"
"Io avrei un corso di aggiornamento per operatori teatrali al teatro della pergola, non so se posso saltarlo"
" Ah, ok, allora poi ci risentiamo"
"Magari prima del 28 , no?
"Uh? Ah, del 28, sì , certo, sì."
"allora ciao, eh"
"Ciao."
[bacini]
"No aspetta, c'è una cosa a cui mi devi rispondere, io lo so che tu lo sai, sentimi"
"Cosa?"
"Quella cosa di Keats . Truth is beauty,Beauty is truth, sai?
"Mnh, certo. E allora?"
"Beh, lo credi? Insomma, ci credi, credi sia così?"
"No, Verità è Putrefazione, Lauren."
"Scusa?"
"Ho detto Putrefazione, noi siamo carne. Non c'è niente di più vero della carne e di cosa è legato alla carne. Ma vale anche per il resto del mondo, la natura soprattutto. Verità è cosa c'è al fondo. Non c'è niente di bello nella verità. E la bellezza non è vera per definizione, anzi, a volte serve la verità, le da un'apparenza. Ma poche volte. Serve altro?"
"Sì, un po' più di tempo per argomentare meglio le tue ragioni. Ma vedremo."
"Ok, magari a Bologna,che dici?"
"Se proprio non ce la facciamo prima..."
"Ma perchè?"
"Perchè che ?"
"Perchè sta cosa di Keats?"
"Perchè ci ho pensato tanto.
Penso perchè ho smesso di sentirmi bella ,
quando mi sono costretta a rifletterci un po' più a lungo."
"Scema. Ci sentiamo, presto."
"ciao."
[tenta di ridarmi i bacini]
"Ma ancora?"
"Te li ho già dati?"
"eh vabbe' , ciaoooo!"
"ciao allora, bacini?"
eh.
bacini.
parla bene lui, bacini.


nani da giardino, ecco cosa sono. tutti, senza appello.





PLIN PLON: il 14 febbraio san merdatino è anche la festa del santo patrono di Terni. Ironiaaaaaaaaaaaa portami viaaaaa con teeeeeeeeeee

giovedì 8 febbraio 2007

And now, for something completely different....

[ovvero come tenersi un uomo e scappare a Bologna
ma anche come andare a Bologna e giocarsi un uomo
o ancora come dimenticarsi di sè e di lui andando a Bologna]




Bene, se non fosse stato chiaro già dal sottotitolo, la premiata ditta Ellis'chicks si muove in terra straniera , convergendo da nord e da sud proprio sul capoluogo emiliano [come dicono sempre i giornali quando parlano di bologna. con tutto quello che potrebbero inventarsi, se ne escono sempre col "capoluogo emiliano". che stronzata. pigrizia linguistica da circolo arci, il nostro giornalismo.]
A tutto questo , si è sommata la prima lezione del corso 2007 "vita di coppia", e ad impartirla è proprio la Chiarissima Professoressa Jamie Fields, autorevole autrice di almeno due post in quest'ultimo mese.
L'esimia, trovatasi in condizione di battuta d'arresto con il caro Bruce, causa le di lui turbe psichiche dovute a non ancora ben chiare reverie circa un'altra bipede, decide convocare la sottoscritta e proporre una partenza. Mettiamo chilometri , tra noi e noi stesse. Fa bene,è vero.
Ha ragione, la cara Jamie, mi si allarga il cuore alla notizia, come ogni volta nel tempo prima di una partenza, è una sorta di rituale, quel tempo di mezzo,che non è vincolato al tipo di viaggio che sto per fare, è un tempo sospeso, nè mio nè di nessun'altro, un tempo durante il quale mi permetterei la liceità di fare qualsiasi cosa mi venga in mente, neanche fosse l'ultimo tempo rimasto prima della fine del mondo. Mi permetterEI. Non mi permetto perchè è tutto troppo recente, non si può andare a rimestare nelle braci solo perchè il fuoco è spento, pensando di non farsi male. Per cui sacrifico le mie abitudini e piuttosto decido di andare a comprare del pesce da mangiare domani, per arrivare rinnovata e serena per la trasferta - perchè il pesce è mare, e senza mare si muore - , nel mentre non riuscendo a smettere di pensare a Jamie e Bruce, a quanto poco mi torni tutta sta manovra , da parte dello strapassero. Mah.
Ceno da Judy, senza erba oltretutto, hashish fumato con poca passione e tanto abbiocco, noiose e tedianti storie di lei che rincorre lui con cui per altro convive ma lui è strano cioè non si capisce cioè io ci sto male e lui non capisce poi mi ha detto che non vuole stare con me e vuole riprendersi tutta la sua roba etc etc .
Scene del tutto simili, pianti singhiozzi e lagnanze, me le sento da Judy una volta ogni 15 giorni.
Per cui resto fisicamente lì e con la testa vado altrove. Come sempre.
Mi chiama Chloe, e mi notifica la sua presenza per la nostra gitarella fuoriporta riempiendomi di gioia ma riportando anche una nota a margine contenente il vibrante disappunto del carissimo Victor, imputabile in tutta sincerità non solo all'assenza dell'amata durante questo finesettimana, ma ad una condizione di insieme nella quale quest'ultima news si inserisce come semplice ciliegina sulla torta.
Mi sembra tuttavia felice all'idea di partire.

E' subito dopo aver attaccato con lei che mi arriva un sms di Jamie recitante
"E' qui. Vuole stare con me.Sono felice... ma ci vorrà del tempo prima mi possa fidare di nuovo. E domani si parte. Ti voglio bene."
Mi si sollevano gli angoli della bocca, mentre penso in quante, tra le ragazze che conoscono, avrebbero deciso che se ne andavano lo stesso, anche se Lui era tornato, anche se quello che aspettavano con apprensione da una settimana si fosse rivelato un esito positivo, senza farlo per vendetta o per orgoglio ferito o mosse da chissà quale altra triste e inutile motivazione.

La realtà è che "tempo, ne abbiamo. ne abbiamo quanto ne vuoi", è un concetto che fa paura , figurarsi l'idea di metterlo in pratica.
Io vivo di gioie violente, che hanno infatti sempre violenta fine.
Sto nel mio angolo e ammiro chi vive dell'amore che dura, come diceva il grande bardo.



Ai nostri nuovi piccoli lettori, se ce ne sono, oltre ai due che sappiamo per certo esserci:
benvenuti, non che questo blog possa essere di una qualche utilità o interesse per chi non ci conosce, ma insomma ormai ci siete , ormai ci siamo, pertanto benvenuti.

a senzaidee: ciao carissimo, è un piacere. chloe ha fatto bene.

a Nikolàj: ti ho chiamato , non hai risposto, mandato un sms, et idem con patate.
non fare il prezioso, chè è davvero demodè.
avevo bisogno di notizie per l'ostello,un po' più precise. se poi hai dei pittoreschi amici bevitori incalliti e conversatori divertenti, tre esuli da sè stesse per due sere saranno in città.
gradiscesi la presenza della laureanda, puoi riferire?






"allo zingaro quando gli gira...gira!"


partiamo...sì...ne abbiamo bisogno mi pare.
tutte e tre.
non mi sembra vero. parlare a telefono con lauren e decidere che sì, si parte...dove non importa.
ma mi ha dato la forza di uscire dal materasso che ormai aveva acquistato la mia forma, tipo quando uno è morto e disegnano la sua sagoma col gessetto.
io un po' lo sono.
morta intendo.
e non voglio continuare a morire ancche per questo week end.
non me lo merito.
ho bisogno di sentirmi di nuovo viva.
quindi macchina sotto il sedere e via...
quella vacanza che dovevo prendermi da tempo.
con voi.
è perfetto.
mi dispiace solo che si sia dovuta creare una situazione così per farci decidere di partire. ma non importa.
non voglio pensare, nessuna di noi ha bisogno di pensare ulteriormente, mi sembra...
tre cervelli pesanti insieme...pericolosi!!!
divertiamoci.
in barba a chi ci vuole male.

mercoledì 7 febbraio 2007

Song for Clay



I am trying to be heroic,

In an age of modernity.

I am trying to be heroic,

because all around me history sings.


So I enjoyed and I devoured

flesh and wine and luxury.

But in my heart, I am lukewarm;

nothing ever really touches me.

At Les Trois Garcons we meet at precisely 9 o'clock.

I order the foie gras and I eat it with complete disdain.

Bubbles rise in champagne flutes,

but when we kiss, I feel nothing.

Feasting on sleeping pillsand Marlboro Reds.

(so busy won't save you)





Oh how our parents

they suffered for nothing

Live the dream, live the dream, live the dream

Like the 80s never happened.

People are afraid, are afraid

To merge on the freeway.

Disappear here


Stroll the pier into the magazine launch party.

I am handed a pill,and I swallow with complete disdain

.Kick-drum bangs off the high-hat;

Remember to look bored.

We suck each others' faces,

and make sure we are noticed.

(Cocaine won't save you)

Because East London is a vampire

,it sucks the joy right out of me

How we long for corruption in these golden years.





Oh how our parents

they suffered for nothing

Live the dream, live the dream, live the dream

Like the 80s never happened.

People are afraid, are afraid

To merge on the freeway.

Disappear here [x4]








Solo per notificarvi,
andando del tutto fuoritema,
ma insomma sennò finiamo con le lamette nei polsi,
che il nuovo album dei Bloc Party è bellissimo, e questo blog non poteva esimersi dal pubblicare almeno il testo di questa Song for Clay.

Se voleste pure sentirla oltre che leggerla,
se già non l'avete,
ve la spedisco via mail.

Rock'n'roll.

Deal with it




E' tutto così semplice sì, era così semplice,

è tale l'evidenza che quasi non ci credo.

A questo serve il corpo: mi tocchi o non mi tocchi,

mi abbracci o mi allontani.

Il resto è per i pazzi.




Patrizia Cavalli
è finita, davvero.
di come e quando dirò appena starò meglio.
ora sono marcia e stonata , devo dormire.
fuori piove, non potevo sperare niente di meglio,
un bel fermoimmagine,
in piedi distanti
riflessi sull'asfalto lucido.
noi, repliche di noi stessi,
come è stato dall'inizio del copione.
a domani.

martedì 6 febbraio 2007

LA MIA VACANZA A CUBA

Una mia amica una volta mi disse che soffriva di insonnia.
Me lo disse solo per dirmi: sono come te, abbracciamoci e guariamo i nostri mali.
Ma io come lei non mi volevo sentire e scansai il discorso.
Pochi giorno dopo mi racccontò di essere andata da uno psichiatra per guarire, lui le aveva dato dei farmaci.
Per spegnere la testa, mi aveva detto lei.
Ho pensato che era una cosa che riesco a fare pochissimo.
C'è chi dice che avere la mente sempre attiva è una gran qualità. E' una gran maledizione dico io.
La mia amica ha guarito l'insonnia, prende questi psicofarmaci tutti i giorni.
Dice che si è liberata da una schiavitù che la opprimeva da anni.Io la guardo e penso: sei schiava anche adesso ma non abbracciamoci, non è necessario.
Chi soffre di insonnia come me, lo sa.
Lo sa cosa si prova.
E' sempre un limbo, totalmente provvisorio, tra la coscienza e la chiusura dei pensieri.
Pensi costantemente a non voler pensare. Voglio smettere di pensare.
Ho letto su un giornale per donne che Cuba è come un limbo dove non aumentano nè le fughe nè le proteste, un'umida attesa stagnata nel tempo immobile. Come le mie notti. Attese interminabili per un buio che non arriva.
Allora Fidel è come il mio cervello, che non si spegne e che decide di abbandonarmi lentamente senza uno stacco improvviso, facendomi sembrare lo stare sveglia per ore la normalità del mio futuro. Transizione infinita. Da un regime all'altro, da sveglia a dormiente.
Riposo totale dei sensi.
Una volta ho visto un morto. Non un parente, un amico, un conoscente, il padre di un amico di mio padre, quindi nessun legame affettivo, e ho visto questo morto nella cassa, nel suo soggiorno. Cinicamente ho pensato che avrei voluto avere la sua stessa espressione. Mentre tutta la gente intorno faceva rumore, mentre tutti parlavano ricordandolo io ho pensato che mi sarebbe piaciuto avere la sua espressione. Pace e riposo.
Spingersi oltre il limite.
Oltre il limite del controllo della propria mente. Capita a volte di dormire per 14 ore di seguito. Meno fai e più sei stanca. Giro al contrario. Una ruota che gira al contrario va all'indietro e non serve a nessuno. Cerco di stancarmi il più possibile durante la giornata, meno momenti morti possibili, meno noia in ogni secondo. Così alla sera, al momento del giusto riposo, sarò stanca e il mio corpo non reagirà più. E invece è il contrario. Il limite si supera tante volte quando si è insonni. Guardare insistentemente l'orologio che hai posizionato proprio di fronte perchè devi sempre sapere che ore sono e accorgersi che nonostante siano le 4 di mattina non solo non riesci a dormire ma non hai nemmeno sonno.
E' questo il superamento del limite. Non riuscire a dormire e comunque non avere sonno. Gli occhi non sono stanchi. Non si chiudono a forza. Restano vigili tutto il tempo. E la testa corre, all'indietro. Sempre.
La noia ti schiaccia.
Mi annoio talmente tanto che devo per forza inventarmi qualcosa da fare. Occupare la testa, perchè vuota non riesce a stare. Per questo sono ipocondriaca. Perchè le malattie degli altri occupano pensieri. Per questo ho molti interessi, perchè occupano tempo. Ma la noia non ti stanca. Non ti fa dormire, ti fa solo disprezzare il momento in cui sei per l'ennesima volta, ancora sveglio.
Il limbo dell'insonne è un posto che dovrebbe essere vuoto e invece è sempre pieno, turisti occidentali vuoti come i pensieri notturni.
Tienimi compagnia mentre non dormo.

domenica 4 febbraio 2007

COME CUCINARE – DISTRUGGENDOLO – UN CUORE UMANO

Ingredienti per due persone:

un bisturi
un paio di forbici da pollo
spugne
un paio di guanti
un paio di forbicine
sentimenti, ricordi, emozioni
un cestino

Scoprire il torace togliendo eventuali indumenti.
Scegliere la zona da incidere, lungo lo spazio tra i seni.
Indossare un paio di guanti.
Prendere un bisturi ed incidere la carne.
Quando si avverte la resistenza delle costole al taglio impugnare le forbici da pollo.
Aprire il torace tranciando le ossa con una pressione abbastanza elevata.
Tamponare le fuoriuscite di sangue con una spugna.
Inserire una mano all’interno del torace ed afferrare il cuore, con l’altra mano impugnare le forbicine.
Individuare arterie e vene connesse direttamente al cuore ed iniziare a tagliarle avendo cura di tamponare con la spugna la fuoriuscita di sangue a schizzo dalle coronarie e dall’aorta.
Procedere con il taglio dall’aorta a vasi di calibro via via minore.
Una volta recisi tutti i vasi estrarre delicatamente il cuore dalla sua cavità naturale.
Gettarlo nel cestino che avrete precedentemente posto nelle vostre vicinanze, insieme a tutto quello in esso contenuto ( sentimenti, emozioni, ricordi, speranze, progetti ).
Pulire con cura l’ambiente circostante.