sabato 30 dicembre 2006

Una canzone per ogni occasione

She had something to confess to
But you don’t have the time so
Look the other way
You will wait until it´s over
To reveal what you’d never shown her
Too little much too late
Too long trying to resist it
You’ve just gone and missed it
It´s escaped your world

Can you see that I am needing
Begging for so much more
Than you could ever give
And I don’t want you to adore me
Don’t want you to ignore me
When it pleases you
And I’ll do it on my own

I have played in every toilet
But you still want to spoil it
To prove I’ve made a big mistake
Too long trying to resist it
You’ve just gone and missed it
It´s escaped your world

Can you see that I am needing
Begging for so much more
Than you could ever give
And I don’t want you to adore me
Don’t want you to ignore me
When it pleases you
And I’ll do it on my own
I’ll do it on my own

mercoledì 27 dicembre 2006

Ca' di mare, 5 / 6 / 7 gennaio


Al termine di questo vicoletto, nomato Santa Maria, al numero di 18, come a firenze, così, per non dovermi poi confondere tra i due indirizzi, sorge quella che , ancora per poco, è casa mia.
Non vedo l'ora sia quel finesettimana, sono proprio contenta.
CHLOEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE è arrivato il tuo arrogantissimo regalo, e in un punto mi sono pure commossa. oddio eh. poi provo a chiamarti dalla bookstore nel pomeriggio.





se volete saperne di più, l'ha trovato persino Wikipedia, quel buco di paese:

http://it.wikipedia.org/wiki/Cadimare

sabato 23 dicembre 2006

ADATTARSI

C'è chi dice che il rapporto tra me e Carlo e Luca non è normale.
Non è definibile dentro nessuna classificazione.
Non lo dice solo una persona. Lo dicono in tanti. Una voce che poi, se la senti per tanto tempo, ti sembra vera, quotidiana, abitudinaria e per questo magari giusta.

Ieri sera sono andata a casa di Carlo, al di là delle cene con fidanzati o simili, degli amici, delle persone, delle voci che parlano.
Abbiamo fatto quello che facevamo sempre quando vivevamo insieme. Guardare una serie interminabile di film, scelti all'occasione, mangiare nel letto, giocare a pac man, cantare una canzone del Vanza, leggere un libro, un capitolo a testa.
Che detta così sa tanto di telefilm adolescenziale, di trama scritta apposta da uno sceneggiatore che strizza l'occhio a una sedicenne.
E poi, lo scontro con la realtà alla mattina è devastante.
Perchè non è più casa nostra.
La mia tazza per fare colazione, il latte che non c'è mai, le ciabatte che non si trovano più, l'architetto che grida al telefono, l'americano che si mangia l'impossibile, Sara che non c'è perchè è uscita prima di tutti.
Ora è diverso.
E' diverso anche perchè un pensiero si pone a come certi rapporti sono giudicati dagli altri. Al fatto che un giudizio viene messo sempre sopra ad ogni cosa. A come non si riesce a spiegare che cosa sia veramente un rapporto del genere.
Perchè poi non si riescono a trovare parole di fronte alle teste che si scuotono e alle voci che gridano.
O ai pensieri che non ti sei mai fatta per quattro anni e non capisci perchè dovresti farteli adesso.
Non si troveranno parole nemmeno per quando un rapporto del genere finirà, perchè prima o poi deve succedere. Perchè si cresce non perchè ci si allontana spontaneamente.
Allora si cerca di trovare un nuovo modo di stare al mondo, che ti piace e che non crea dispiacere a nessuno, oppure semplicemente si cerca di adattarsi ad una nuova realtà e non cercare di inseguire sempre quella vecchia che tanto ormai non c'è più.
Prepararsi ad evacuare l'anima, scriveva qualcuno.

Dico a Lauren: manda in pensione il caro Paul.
Solo se poi senti che non riesci più a sopportare le sue provocazioni e i suoi sbalzi di umore inutili e senza senso.
Dovrebbe essere lui quello che sta male non tu.Poi.Il pacco l'ho aperto, era chiaro che non avrei resistito. Ho sopportato due ore la sua vista sulla scrivania ma la carta argentata mi guardava e poi rifletteva la mia mano che si avvicinava e non potevo resistere.
Mi piace tutto è chiaro. Non mi piacesse farei finta di niente e non lo menzionerei nemmeno.
Attendo con ansia il giorno in cui, magari, potremmo vedere tutte insieme "Bella in rosa", film che ha segnato la mia adolescenza e quella di Carlo.

lunedì 18 dicembre 2006

spulciando le Sue mail, ho ritrovato la citazione giusta




Da bambino avevo l'impressione che si potesse vivere solo grazie all'anticonformismo.
Che felicità volesse dire imbecillità.
Le avevo raccontato che da piccolo sentivo il bisogno di rompere i miei giocattoli preferiti quando capivo che mi erano diventati indispensabili, e che non avrei potuto alzarmi il giorno dopo scoprendo di non averli più, allora li pestavo sotto i piedi, li buttavo giù dalla finestra,
non sopportavo l'idea che un giorno mi si rompessero involontariamente, scomparendo così dalla mia vita.
La felicità era un luogo verso cui bisognava tendere, ma dove non era consigliabile arrivare.


David Trueba, sempre da Quattro Amici.


venerdì 15 dicembre 2006

LE DOMANDE DEL MESE

Parliamo di stupidaggini altrimenti rischio il collasso in vie poco gradite. E non vorrei ritrovarmi come Patrick a vagare senza meta e a dover uccidere un barbone per ritrovare un pò di ragione e gioia.
Le domande del mese sono due:
numero 1
hai fatto i regali di natale?
numero 2
cosa fai a capodanno?

Cominciamo dal principio.
I regali non li ho fatti. Non li ho comprati, impacchettati e sistemati sotto l'albero. Mia madre ha provveduto a tutti i regali dei parenti da parte mia e di mio fratello.
Ora, sistemati i parenti, restano gli amici.
Detesto fare i regali a natale alla gente che conosco. Il momento preciso in cui lo consegni e dici, ecco il tuo regalo, perchè una tradizionale religiosa, seppur secolare, e un uomo grasso vestito di rosso, dicono che oggi ti devo consegnare un pacchettino dal contenuto inutile e che avrei allegramente evitato di farti.
Mi piace fare regali anche quando non è natale.
Verso molte persone, natale è un'occasione in cui comprare qualcosa che avresti voluto da sempre comprargli. Verso altre è solo una gran rottura.
Vado con una mia amica in un negozio, compro 4 stronzate e le ripartisco tra Carlo, Luca, Paolo e Ale. Poi le cose che gli vorrei comprare veramente le regalerò in un altro momento.
Mio padre comunque mi supera. Ieri sera, mi chiama in camera con aria sospettosa e guardinga (sì ho proprio scritto guardinga)
Vieni vieni, dice. Ho comprato dei filtri per la macchina vecchia. Me li regalate voi a natale?
Il genio. Si compra il regalo, poi ce lo fa impacchettare a me e a mio fratello e infine la mattina di natale, tutto contento mostra la faccia sorpresa che mia madre si aspetta. Se lei lo scoprisse ci rimarrebbe un sacco male.
Mio padre è sistemato.
A mia madre ho comprato dei libri. Lei, fan incontrastabile di Follet, Ludlum, Grisham e Cornwell, l'altro giorno con faccia triste e mesta viene da me e mi dice: “Sai, mi ha un pò deluso l'ultimo libro di Grisham, sono un pò tutti uguali”
Ho gioito dentro come non facevo da tempo.
Le ho detto: “è tempo di cambiare.”
Lei è fan da tempo di tutti questi scrittori, affezionata da anni al legal-thriller e alle spy story come nessun altro. Vi basti sapere che lei e mia zia, seconda sorella di mio padre, hanno organizzato una specie di veglia quando è morto Ludlum. Noi, abbiamo gioito, anche se non si dovrebbe fare, lo so.
E comunque a mia madre, ho comprato un libro di Lansdale, uno di Genna e uno dei Wu Ming. Sempre di giallo, noir e thriller stiamo parlando. E anche John Le Carrè che stava a 4.50 nello scaffale best seller.
Per finire, ho consegnato ai miei la lista dei libri che voglio io.
Il titolo di quest'anno è: non vergognatevi
L'anno scorso era: Brat pack.
Perchè ogni anno consegno ai miei una lista di libri che vorrei leggere ma che non posso comprare, per mancanza di soldi, tempo o altro. Libri che vorrei leggere insomma o che ho già letto ma che ho preso in biblioteca e vorrei avere.
L'anno scorso c'era l'ultimo di Bret, Carrol, McInerney, Cavie di Chuck. Roba del genere. E anche il dvd di bella in rosa che non hanno trovato.
Mia madre disse che le fu difficilissimo trovare i libri che le avevo chiesto. Disse: “non lo conosce nessuno questo scrittore”. Riferendosi ad Ellis.
Commesse ignoranti, che osano pure mettere American Psycho nella sezione thriller lasciandolo con noncuranza proprio vicino ad un libro sugli alieni di Follet.
Ho messo un paio di libri di Welsh. Vorrei vedere la faccia di mia madre mentre mi compra i libri di Irvin con le loro meravigliose copertine o i titoli ancor più belli. Pensavo anche a qualcosa di spiccatamente porno, roba con titolo, copertina e autore dal dubbio buon gusto. Per la seconda domanda non so ancora anche se conosco gente che si organizza da agosto.
L'ultimo dell'anno morirò per rinascere diceva qualcuno.

martedì 12 dicembre 2006

Anno nuovo vita nuova


Ieri mattina ho firmato un contratto. In quattro e quattr'otto sono stata inglobata dall'Azienda, con la A maiuscola, quella che tutti auspicano, quelli che tutti raccomandano, quella che tutti :"ah, lavori a ...". beh, sì. Lavoro a. Dall'8 gennaio 2007.
Sono contenta, certo, non è da tutti laurearsi e iniziare a lavorare dopo solo un mese, e dopo 8 mesi di lavoro in posto che ti piaceva tantissimo, in cui stavi bene, in cui potevi stare anche a computer - perchè no - a cazzegiare su internet, vincere un concorso e cambiare posto di lavoro...
e poi a gennaio anche, probabilmente, la fatidica convivenza. Questo evento è sicuramente carico di aspettative ed io sono entusiasta e allo stesso tempo spaventata. Ma nel mio essere bipolare in questo momento sono al settimo cielo se penso che mi sveglierò tutte le mattine accanto a lui, con i miei piedi tra i suoi. Mi rende la donna più preziosa dell'universo, ed è una magnifica sensazione. Fino alla prossima volta in cui mi sembrerà che tutto vada di nuovo male. Ma finchè dura, questa apparente calma interiore, ben venga.

Ci pensate, mi hanno affidata al dipartimento materno-infantile...da un'estremo all'altro. Sarò all'altezza?

giovedì 7 dicembre 2006

L'EQUAZIONE DEI RAPPORTI

Nella mia vita funzionava tutto molto linearmente.
Un'equazione lineare.
Esco con la stessa gente che mi ha visto fare pipì sulle mani di Marco D. all'età di 3 anni. Vi rendete conto? Che cavolo di vita sociale normale potrei avere?
Ve la spiego in questo modo.
All'asilo io e Carlo stavamo sempre insieme, poi è arrivato Luca e stavamo con lui e anche con Pao, che ora è il ragazzo con cui vado a letto. Con Carlo,poi, ci ho vissuto quattro anni...cioè quattro anni, direi un tempo considerevole, molto considerevole.
Luca è il ragazzo su cui scarico tutto. L'incognita z.
Per il resto, vi pare possibile avere una vita normale con questi presupposti?
Io dico di no.
Soprattutto perchè io ho questo problema: non mi piace molto stare con la gente, stare con persone che non siano loro.
Una persona riterrebbe normale pensare che visto che ho vissuto per anni con gente che non conoscevo io sia portata per natura ad una facile socializzazione. Ma la variabile che nessuno considera è che in quella cazzo di casa c'era sempre Carlo, la variabile w e sempre Luca e sì anche Pao per un periodo che va dall'inizio della convivenza, con un buco nero in mezzo, alla fine della convivenza.
Pensate che abbia avuto qualche altra persone in mezzo al buco nero?
Sinceramente sì. Ma con estrema fatica.
Non mi fido della gente, sono poco socievole con le persone che non conosco, diciamo con la maggior parte delle persone. Conosco raramente persone nuove, solo perchè esco sempre con la stessa medesima gente.
Finisce che in tutta questa storia di gente che si conosce letteralmente da una vita, ci sia una certa difficoltà a troncare i rapporti e a trovare la propria dimensione. A risolvere il sistema dell'equazione a quadrupla incognita senza che nessuna delle incognite arrivi ad un valore tendente a -infinito. Che è il peggior valore, perchè non vuol dire nulla. E non si risolve nulla se si tende all'infinito, per giunta un infinito negativo.
E' come se ognuno dei pezzi di questa equazione sia in realtà interdipendente all'altra. Per cui, visto che siamo tutti legati da una seria di rapporti sempre più complicati nel tempo, nessuno riesce a staccarsi completamente dall'altro.Arriva un punto in cui non si può fare finta di certe cose.
Per cui nell'equazione matematica di questi rapporti, un'intera incognita deve essere eliminata da un'incognita identica di segno opposto.
Altrimenti avremmo un'equazione con quattro incognite che non riescono a risolvere il sistema, perchè sono troppe e se una cambia le altre cambiano di conseguenza.
Capite da sole che trovare il modo di farsi eliminare dall'opposto di se stessi è leggermente complicato.Soprattutto se due delle incognite, dell'equazione dei rapporti, finisco per decidere di compiere un'operazione tra di loro. E non un'operazione qualunque ma la moltiplicazione che le fonde insieme. E gli piace veramente tanto farlo.
Se una è x e l'altra è y, se si moltiplicano otteniamo xy. Senza scappare e per togliere questa nuova incognita, determinata dal fatto che due dei membri presenti nell'equazione abbiano avuto la splendida idea di moltiplicarsi, bisogna dividere il tutto per una nuova incognita uguale oppure sottrarla.
Intanto un'incognita per uscire dall'equazione dei rapporti è dovuta scappare, perchè di scappare si tratta, in un altra equazione e nessuna delle rimanenti ha idea di come si può fare a risolvere il sistema.
Allora adesso in tutto questo casino emotivo matematico, cosa devo fare io? Finisce che l'incognita x sono tre giorni che si moltiplica con y senza quasi scambiare parola e non è che trovi tanto divertente la cosa. Per giunta y si rifiuta di ammettere che tutta questa situazione manderà in totale crisi il sistema.
Se x e y si lasciano, se non si moltiplicano più, cambieranno gli equilibri dell'equazione, totalmente.
E chi cazzo li risolve tutti questi rapporti?
Soprattutto x non è assolutamente in grado di trovare una nuova incognita, diciamo y al quadrato, e questo la spaventa tantissimo. Perchè inserire y al quadrato manderebbe l'intero sistema in confusione.
Finirà che tenderemo tutti all'infinito, all'infinito negativo però!

lunedì 4 dicembre 2006

Escape - Muse [ditemi che non ci sta da dio]

You would say anything

You would try anything

To escape your meaningless

And your insignificance

You're uncontrolable

And we are unloveable

And I don’t want you to think that I care

I never would

I never could

Again
Why can’t you just love her?

Why be such a monster?

You bully from a distance

Your brain needs some assistance
But I’ll still take all the blame

'Cause you and me are both one and the same

And it's driving me mad

And it's driving me mad

I’ll take back all the things that I said

I didn't realise

I was always talking to the living dead
And I don’t want you to think that I care

I never would

I never could

Again
You would say anything

You would try anything

To escape your meaningless

And your insignificance


GUINNESS FOREVER

Se volete una testimonianza noiosa e semidettagliata di quello che è successo andate all'altro blog. L'indirizzo lo sapete entrambe.

E insomma forse è una storia noiosa ma non vi tocca ascoltarla per forza. La storia di me che vado in Irlanda e mi diverto un sacco con la mia amica, che mi ubriaco, che conosco gente, che parlo un inglese improbabile con polacchi che parlano cento volte meglio di certi inglesi. Di me che penso sempre che la mia dimensione vera non sia qui, a Milano. Non dico Italia ma sicuro dico Milano. Non è la mia città, lo sento sempre di più, ogni giorno di più, e quando vado in altri posti la sensazione si moltiplica. Per mille, in maniera esponenziale rispetto al divertimento e al sentimento di rilassamento che provo in altri posti. Come sentirsi in parte a casa, quando in realtà non lo si è affatto.
Succede a molti comunque.
Poi ho spento il telefono e ho risposto solo ai messaggi di Lauren perchè lei non c'entra nulla con tutto il resto. E gli altri mi diventano pesanti in certi momenti, in cui sto veramente bene e sembra che tutto vada bene. E invece che essere felice di ricevere certe chiamate o certi messaggi è quasi come una mano che bussa ad una porta che non vuoi aprire. Che ti fa ricordare costantemente come sei o come gli altri ti percepiscono. E non mi è piaciuto.
A parte i mille discorsi mentali, e giuro che io me ne faccio veramente pochi, ma forse dovrei dire me ne facevo veramente pochi. Arrivare a pensare: no, non andare in vacanca a Dublino, scegli un' altra meta se hai la possibilità di fare un viaggio. E pensare, sono a meno di un'ora da quell'altra città, potrei prendere un altro aereo ed essere lì in pochissimo tempo. Ironia della sorte, alla partenza dall'Irlanda, tutti i voli per Londra e l'Inghilterra sono stati cancellati a causa di una mega tempesta. E' un segno, anche se io non credo a queste cose.
E mi succede da quando è partito di fare questi pensieri.
Come quando sono venuta a Firenze, che avevo una settimana di ferie obbligate e ho pensato subito a prendere un aereo per Londra e invece mi ha salvato il pensiero di quel viaggio per venirvi a conoscere. Voi non sapete quanto.
E capita pure di avere paura di non riuscire a divertirsi con altre persone che non siano lui, che non siano sempre loro. Di dire, parto, vado, con altra gente, ma loro? Non ci sono? Mi divertirò? Riuscirò a non pensarci? E sì, ci riesco, anzi non ci penso e se lo faccio li trovo anche fastidiosi.
Quindi, vaffanculo, mi sono divertita. E anche tanto. Anche più di quello che pensavo, anche più di ogni aspettativa, perchè la vacanza è breve e non ti dà il tempo di stancarti sul serio.
E anche se tornare a casa non è più come prima non importa. Perchè quando si viveva insieme c'erano una serie di rituali stabiliti che si facevano sempre quando qualcuno tornava. Si preparava da mangiare e si mangiava insieme, a qualsiasi ora, ci si sedeva e si raccontava tutto, per tutto il tempo necessario.
Ora sono tornata a casa, ho aperto la porta con le chiavi trovate sotto al portaombrelli, ho bevuto il latte da sola e non ho raccontato niente a nessuno. E' un pò triste ma non importa, va bene anche così.
E anche se c'era una persona che aveva assoluta voglia di ascoltarmi non ce l'ho fatta a parlare con lui, anche se è stato gentile per tutto oggi, nonostante tutto. Nonostante non pensi mai a fare una vacanza con lui e ormai non lo consideri più il mio ragazzo. E sono convinta che il prossimo viaggio a Londra se lo farà proprio lui ma da solo però.

sabato 2 dicembre 2006

paul e lauren concerto muse 1 dicembre 2006

Follow through
Make your dreams come true
Don't give up the fight
You will be alright
Cause there's no one like you in the universe
Don't be afraid
What your mind consumes
You should make a stand
Stand up for what you believe
And tonight
We can truly say
Together we're invincible
During the struggle
They will pull us down
But please, please
Let's us this chance
To turn things around
And tonight
We can truly say
Together we're invincible
Do it on your own
It makes no difference to me
What you leave behind
What you choose to be
And whatever they say
Your souls unbreakable
During the struggle
They will pull us down
But please, please
Let's use this chance
To turn things around
And tonight
We can truly say
Together we're invincible
Together we're invincible
During the struggle
They will pull us down
Please, please
Let's use this chance
To turn things around
And tonight
We can truly say
Together we're invincible
Together we're invincible


Una coppia normale, si sarebbe baciata, dopo essersela vicendevolmente cantata durante un concerto, vi pare?
Noi no, come era ovvio, noi no. noi ci siamo guardati, lui mi ha goffamente abbracciato con il braccio destro, com'è goffo quando si tratta di toccarmi, salutarmi, starmi vicino.
Lo ricoprirei di baci, per quanto è goffo.
Mi ha abbracciato e mi ha detto
"eh, cara signorina Hynde!"
io mi sono girata, gli ho sorriso e passato una mano sul viso, una carezza scivolata che poi è scivolata sulla gamba e ho abbassato gli occhi, facendo finta di non tenere conto di una serie di momenti passati che ci hanno portato fino a lì, partendo da una "your song" cantata a duetto il 9 settembre di 1 anno fa , passando per cene in ristoranti assurdi e allagamenti di casa inopportuni e non travalicabili. e che gli piaccia o meno, che fatichi ad ammetterlo o meno, abbiamo costruito insieme un patrimonio emotivo, piccolo, esiguo, e soprattuto fàtico. senza poter fare progetti, senza poter sapere quando e come arriverà il momento in cui ci vedremo.
attraverso oppositori, sostenitori e distanze elastiche in base alle situazioni, sono passati più di 400 giorni, e io ci sono stata, nel suo vissuto, e sono una cosa diversa da qualsiasi altra.
Lo so, e l'ho visto bene ieri sera in almeno due momenti,
il primo, quando (argh) mi hanno costretta a cambiare i due biglietti di parterre con due del terzo anello (TACETE OGNI COMMENTO, IDDIO SOLO SA COSA HO SOFFERTO) , e prima di questa democratica soluzione, lui ha preso i due biglietti marroni in mano e guardando quelli blu di S., V., M. M. e C., ha detto "Alle brutte, noi andiamo giù."
Poi Madonna S. non è stata colpita da un fulmine come speravo, ed ha convinto il buttafuori a farci andare a soffrire per aria come tutti, lontani dal Matthew & co., e siamo andati su , con il vetro in faccia, per poi decidere (solo noi due, esaltati) di spenzolarci con le braccia urlando.
cazzo ci facciamo , gli dico, si gira , mi sorride.
"non potevo fare altrimenti", significa.
il punto è che io non gli credo più.
non è vero che si fa quel che si può. è altresì vero che si può quel che si fa.
secondo momento, stiamo per entrare nel palalottomatica, tappa al bagno, esco dal bagno con i capelli sciolti, e mi sento gli occhi grandi e luminosi, e so che si sente anche da fuori, quando me li sento io, esco e lo vedo fuori che mi aspetta, e mi aspetta con lo sguardo di chi è fiero di qualcosa , compiaciuto e felice, e mi piace, e vorrei che questo momento durasse la sera intera , lo affianco e mi dice
"hai fatto la cacca o la pipì?"
prosaico, sciocco, insostituibile, Paul.
e io ti amo, riuscirò a dirtelo mai?
e sarebbe pure la prima volta che lo dico io, senza che mi venga detto prima.
o continuerò a combattere con amici, ex ragazze (C. è c, come c. di russia, non se se ricordate..)
distanze, reticenze e parole in più?
usciti dal concerto, andiamo in centro , senza successo, non riusciamo a entrare da nessuna parte, ma va bene così, non fosse che Paulie ha gli occhi lucidi e un sentore di febbre e l'ho dovuto costringere a levarsi la lente che si era messo per essere bello e senza occhiali (vanesio e infantile), e a darsi il mio burrodicacao possibilmente non come se fosse un travestito, col lucido tutto fuori dalla linea delle labbra.
Prendersi cura di, preoccuparmi perchè ha scassato il cazzo prima del concerto per fare la pipì e poi a metà concerto non l'ha fatta, come se fossi io, come mi preoccupassi di me, non di un altro.
Di me.
come se io fossi lui.
Fine serata molto presto, MM è molto anziano, per cui cannetta insieme e tutti a letto, sarà proprio C., ad accompagnarmi sulla via di casa, ironia della sorte.
Sto per andare via senza scendere di macchina, ma vedo il suo labbro arricciarsi in giù, scendo, saluto tutti uno a uno, lui è l'ultimo, mi prende dalla base del collo, un bacio a destra, uno a sinistra, un'altra volta occhi negli occhi, l'ultima, per stasera, "mi raccomando", mi dice.
"non ne hai bisogno", rispondo.
Ci fissiamo un'altra volta prima di separarci, perchè?
Decidendo se magari abbiamo perso qualcosa?
Non siamo del tutto sicuri?