PIET
All'inizio non lo avevo notato ma poi mi sono girata, ho allargato gli occhi ed ho detto: che cazzo fa quel coglione in mezzo alla strada?
Con le parolacce nell'esatta posizione in cui le ho scritte.
E un signore che mi passava accanto mi ha guardato con aria stranita come se volesse dire: dio, ragazzina, hai usato cazzo e coglione nella stessa frase?
L'uomo, aveva una giacca sporca, bucata e dei guanti che pendevano dalle mani, aveva delle braccia che sembravano lunghe mentri. E camminava dritto sulla striscia bianca che divide le corsie mentre macchine e motorini gli sfrecciavano accanto. Poi si è messo le mani con i guanti penzolanti sulle orecchie e sembrava stesse per sedersi sulla strada ma una macchina lo ha urtato. E lui è caduto. Per terra, sulla striscia bianca che lo stava portando chissà dove. E io non l'ho più visto, perchè le macchine lo coprivano e qualsiasi rumore era coperto dal suono dei clacson schiacciati di fretta e con forza dalla classe lavoratrice di questo paese. Inutile pressione per un inutile suono che riempe uno spazio già troppo occupato.
L'uomo si è alzato, stordito e chi lo aveva colpito non è nemmeno sceso dalla macchina ma ha aspettato il semaforo verde ed è ripartito verso la sua vita. Un altro uomo si è precipitato per aiutare quella persona persa senza la sua striscia bianca da seguire, accasciata a terra con lo sguardo rivolto al vuoto e lo ha fatto sedere sul marciapiede. Lui si è porato le mani lunghe sulle orecchie ed ha cominciato a muoverle avanti e indietro e poi si è rialzato di scatto ed è corso verso l'entrata della metropolitana ed è scappato per le scale.
Io, pietrificata, sull'altro lato della strada, ho pensato a cosa mi avesse trattenuto quando l'ho visto in mezzo alle macchine mentre un piede è andato in avanti per correre verso di lui e spingerlo via e invece sono rimasta immobile con un piede più pesante dell'altro. Ancorata su una strada che chissà quante ne ha viste di queste scene, di gente che va avanti o che non ce la fa a togliersi da quelle strisce bianche disegnate per tutti.
Una donna inginocchiata per terra aveva un cartello di cartone che diceva. 3 figli niente soldi niente casa.
Accanto la foto avvolta in un foglio di plastica.
Ha fatto un verso di disgusto mentre insieme assistevamo alla scena.
Quando sono entrata in ufficio la mia collega discuteva delle porte della sua nuova casa, ho pensato che fosse inutile come il suono di quelle macchine, ma più assordante, più penetrante, più sconvolgente.