martedì 28 agosto 2007

PRIMO E ULTIMO POST DEDICATO A VICTOR

sott. e poi si può considerare l'argomento abbastanza trattato da essere dichiarato concluso
voci del popolo: lo dici da anni

CAPITOLO UNO
lo schizofrenico

Quando prima di partire per quattro settimane per le sue abituali vacanze in Spagna mi disse, che nonostante non stessimo più insieme, prima o poi saremmo tornati a condividere qualcosa , può anche darsi che ci abbia creduto.
Forse è stato il suo non specificare cosa, che rese l'intera conversazione oscurata da un'aurea di pesante incertezza che mi fece credere di avere qualcosa di irrisolto a cui pensare.
Mi disse, con più chiarezza, che ora, per colpa mia, non era il momento adatto per stare insieme ma che l'amore, quello vero a suo avviso, ha bisogno del tempo giusto per maturare. Io ero il verme dentro la mela che lui voleva tanto mangiare perché nonostante la dichiarazione più strappalacrime del mondo dopo sole tre settimane al telefono mi disse che non era da tempo innamorato di me ma bensì dell'idea di esserlo. Perché sai, cara passata donna della mia vita, è bello credere di sentirsi innamorati solo per avere il gusto nel microneurone che mi è rimasto di sentirmi ancora capace di provare emozioni che escano dal letto.
In sintesi, mi sa che non ti amo più e che non lo faccio da tempo.
Ora vado a divertirmi in questo villaggio spagnolo pieno di ragazzine pronte a cadere ai miei piedi.

CAPITOLO DUE
il singhiozzo del morto

Quando l'anno scorso prima di partire per quattro settimane per le sue abituali vacanze in Spagna, mi disse, che nonostante non stessimo bene da un po’, lui non mi avrebbe mai e poi mai tradito può anche darsi che non ci abbia creduto.
Trovarsi davanti al fatto compiuto è cosa ben diversa dall'avere, con coscienza, il sentore di ciò che è successo in realtà. Poi ti ho tradito e poi no me lo sono inventato per farti ingelosire e poi scusa pensavo avessi quindici anni ma mi sa che sei un po’ più grande e magari a tutte queste stronzate non ci hai creduto.
Magari.
Così ciao, lasciamoci per l'inverno sempre per colpa tua, perché sei fredda e non apprezzi il mio costante starti attaccato al sedere e fare il fidanzatino perfetto a sforzo. Quindi ci lasciamo, per colpa tua.
E poi per mesi io non esco con nessuno, tu non esci con nessuno e saremo fedeli nella morte del nostro rapporto.
Così feci, così fece pure lui e la differenza effettiva era che facevamo solo finta di non stare insieme ancora, per l'ennesima, noiosa e inutile volta.

CAPITOLO TRE
il weekend da sordomuto

Quanto tre mesi fa prima di partire per il weekend con il suo coinquilino per una festa, mi disse, che nonostante stessimo ancora insieme e felicemente da ben due settimane (puntualizzo il record), lui sarebbe andato chissà dove io effettivamente mi incazzai un po’.
Poi di gridare o cose del genere non mi sento in grado e passai sopra. A tale Chiara o chissà qual era il suo vero nome, scavato in profonde conversazioni di amici al bar, in cui tutti sanno che ma tu fatichi a capire cosa sappiano sul serio.
Rivolgendomi al solo grande consigliere Sean che confessò l'amara certezza di essere stata poco silenziosamente tradita per ancora una volta. E se si sa il nome, l'indirizzo e tante altre cose è perché è più di una volta.

CAPITOLO QUATTRO
il cane strisciante

Quando due mesi fa prima di partire per un altro weekend con il suo coinquilino per una festa, mi disse, che nonostante non stessimo più insieme dopo la storia della tizia con la quale era scappato per un weekend, lui doveva partire e non sapeva a chi lasciare il cane, ho guardato quel cane vecchio e ho sorriso.
E nonostante io provi simpatia per quel coso marrone che striscia decisi di girare le spalle e tornare a casa mia con la scatola delle mie cose che mi era appena stata gentilmente recapitata.
E infine il cane andò a vivere per parecchio tempo da Sean che non fu certo felice di ospitarlo.

CAPITOLO CINQUE
la telefonia giova al nostro rapporto

Quando nove mesi fa prima di tornare dalla Spagna con i suoi amici, mi disse, che era colpa mia se non stavamo insieme e che ero io la stronza che non faceva nulla per portare avanti il nostro rapporto, ci credetti e per molto tempo mi sentii una gran brutta persona.
Per molto mi sentii la persona glaciale e insensibile, così come mi descriveva lui.
Poi tornato dalla Spagna non ricordo se quella volta ci siamo rimessi insieme o meno.
E meno male che c'è il telefono perché ora che sto a Torino sarebbe difficile sentirsi tutti i giorni. Ma tu non rispondi mai al cellulare e non rispondi alle mie penose mail melense e allora cosa ho fatto a fare l'abbonamento che pago di meno a chiamare il tuo numero?

CAPITOLO SEI
il supplizio finisce

Quando questo pomeriggio tornato dalla Spagna con i suoi amici, mi dice, bello e abbronzato, che forse sai stiamo insieme ancora una volta tanto per lasciarci ricordandoci l'uno dell'altra, ho pensato seriamente di impazzire.
Sarà perché avevo mal di testa, perché avevo preso dei farmaci che non dovevo e avevo tutte le percezioni sensoriali sballate ma non mi ricordo se ho vomitato o riso.
Forse entrambi o magari nessuno dei due.
Le pupille dilatate e gli occhi che si chiudevano per cercare di capire bene chi avevo davanti.
Però mi ricordo che alla fine di tutti i discorsi, supplizi veri per chi è dotato di più di due neuroni, mi ha riaccompagnato a casa, a piedi (senza macchina quindi).
Ah, perché lui si è sempre sentito inferiore a me, alla mia capacità razionale, alla mia cultura, a chissà che altro.
E allora me lo ricordo che in quel momento a quelle frasi in cui io ero sempre la stronza e ci stavamo definitivamente lasciando sempre per colpa mia, ho provato un senso di repulsione per me stessa ai massimi livelli. Poi credo di averlo respinto, spingendolo nella siepe vicino a casa.
E poi ho detto che era bene se tornava a casa sua.
Io sono andata in casa e sì mi ricordo che lì ho vomitato sul serio.

CAPITOLO SETTE
gli amici ti consolano

Ho chiamato Clay, a Londra. Pensando che la distanza Milano-Londra fosse in qualche modo uguale a quella di due porte sullo stesso corridoio e mentre stavo nel peggiore degli stati comatosi tendenti al febbrile ha enunciato le seguenti verità: mi pare, che non ti potessi aspettare altro da uno così.
Grazie.
Ho detto: spero se ne vada a Torino al più presto
E lui: non credo ti faccia bene sperare sempre che siano gli altri ad andarsene. Così mi pare troppo facile.
Grazie, di nuovo.
Fai come me che sono andato via e che ora sto bene, hai sempre paura di cambiare la condizione in cui vivi.
Grazie ancora.
E per finire, è sempre colpa mia se lui, Victor, ha deciso di comportarsi in questo modo e in fondo cosa mi potevo aspettare?

Ora andrò all’inferno per tutte le colpe che mi sono presa in questa lunga, banale e inutile storia?

domenica 26 agosto 2007

Tipologie femminili/1

Negli ultimi giorni mi sono stati fatti alcuni simpatici appunti, simpatici come spinte all'improvviso.
Tra questi, mi è stato fatto notare che nonostante di primo acchito possa ricordare più la signorina qui sopra, alla fin della fiera somiglio ben più alla pallosa e melensissima cugina dell'uomo che ella concupisce, alias Melania, personaggio apparentemente così prescindibile da essere introvabile in versione jpg. , eccezion fatta per questo mini francobollo:Ora, preso atto che il nostro cortigiano è un villico che non mi ha mai visionato la celeberrima pellicola-pippone per intero e quindi non si può esprimere, volete essere così carini da elencarmi i lati positivi e/o negativi (ma è davvero facile eh,lì) dell'essere Melania?

Sentiti ringraziamenti,

la vostra
lauren melania hynde

giovedì 23 agosto 2007

bau

prova

e prima che sia settembre il mio sangue daro'...

Luglio e agosto , dopotutto, sono stati mesi di ferie, anche se quando penso alle mie vacanze , mi penso sempre come nella foto, col culo sul sedile
e la gonna affastellata su su fin quasi alla vita , una mano al volante e una sul cambio, e il piede destro puntato in basso.
Non so esattamente quanti chilometri ho fatto in quest'estate, ma di sicuro sono tanti. E non è ancora finita, domani devo scendere giù a prelevare i miei onde rimettermeli in casa, trasudo infatti euforia da tutti i pori.
Ho anche fissato con il caro Paulie per un aperitivo, sono molto serena nei suoi confronti, al momento. Per cui , è bene non lasciarsi sfuggire questa occasione, e prendere con filosofia il fatto che lui mi ringrazi , come ha fatto poc'anzi, d'essere al mondo, senza aspettarsi per questo nulla di più.
Quest'estate mi è servita a mettere in ordine molte cose. Per chiudere delle porte, e iniziare a guardare più in là, muovendo timidi passi in avanti, che per quanto siano esitanti , avanzano , e non è poco, in un momento in cui mi alzavo tutte le mattine senza un obiettivo che fosse uno.
Sento un urgente il bisogno di Settembre, "il tempo giusto per ricominciare/ l'aria fresca che desideravo": anche perchè avrò da superare l'esame d'ammissione per la nuova facoltà a cui mi vorrei trasferire. Liberi tutti di pensare che sia un'idiozia, che visto che ero a metà dell'opera, avrei potuto fare uno sforzo in più.
Alla fine, devo andarci io, e il pensiero di rimettere piede dentro quel cortile mi fa venire l'ulcera. Per cui, se della decisione volte complimentarvi, siete i benvenuti. Altrimenti, il silenzio è gradito.
Mi riservo di non dire quale sia la facoltà fino ad esame superato. Scaramantica et superstiziosa, da sempre.
cambio casa, cambio lavoro, cambio figa , come insegna il carissimo Bugo.
Casa la dovrò cambiare per forza nell'anno che viene - salvo aspettare che a settembre 2008 lo sfratto diventi effettivo e ci mettano tutti e 4 in strada, cane incluso -
Casa del mare sarà venduta - e non ci sono commenti, solo tanti requiem silenziosi dentro -
Lavoro tengo quello che ho - almeno mi piace, non è poco .
Quanto alla figa, e quindi al suo corrispettivo maschile, vedremo. Non c'è fretta, direi.
Ho proprio voglia di innamorarmi, di provare forti desideri, e minori soddisfazioni, di conseguire l'obiettivo e avere le ginocchia che tremano al pensiero di perderlo. Avrei molto bisgno di questo.
Essermi chiusa dietro anche le porte che erano state sbattute, è un buon punto di partenza, è come azzerrare senza dover coltivare il timore di scivolare nei negativi, da qui posso solo risalire.
Il parigino è atteso , con biglietto confermato, arriva il sei ottobre e riparte il nove. Ottobre.
Lo so, aveva detto Settembre. Ma a Settembre, a ben guardare, c'è già troppa roba, meglio così.
Vive la france.

sabato 18 agosto 2007

RIECCOMI (potete anche non gioire così rumorosamente)

Sono tornata.
Dalla Grecia terra di filosofi, di tombe di scrittori epici che non si trovano perchè non sono mai esistiti e di ruderi gialli sulla cima della città.
Da questa Grecia piena di sole, da queste isole circondate da un mare troppo salato, da righe bianche sulla pelle alle otto di sera.
Dai bagni più sporchi che abbia mai visto, da pastori con fischi speciali per le capre che si arrampicano sulle rocce, da strani personaggi che cercano di fregarti appena ti giri, noleggiatori di motorini scasciati e sfruttatori di segretarie venute dall'est. Dalle lacrime facili, in una vacanza asciutta, quando lei ti racconta la sua storia.
Da Tony the legend, italiani una faccia una razza, nella mia stanza c'è il frigo e la cucina e poi fornello esplosivo e gatti ovunque e scarafaggi schiacciati con ciabatte.
Tornata con navi piene di ragazzini, di gente che vuole suonare la mia chitarra ma che non lo sa fare, di gente che ruba il posto in cui ho messo il sacco a pelo, solo perché siamo italiani e se tu vai via il posto diventa mio e non te lo devo nemmeno spiegare in un'altra lingua.
Tornata dalla Grecia dove everything is slow e god is big se resti a piedi nel deserto.
Tornata da questa Grecchia con tzatziki ovunque, sorry scusa motorino is good, piena di grechi come dicono i ragazzini romani che tampinano le uniche due ragazze straniere.
Tornata da Paros, mulino piccolo al porto, da Santorini, sabbia nera con vulcano che cola a picco e nubi di sale che si alzano dal mare alle tre di notte, da Ios giovane festa perenne su spiagge bianche.
Dalla sbronza più brutta della mia vita, in cui svieni per un'ora e mezza, in cui perdi tempo che potresti spendere meglio, in cui rovini un corpo ancora giovane solo perché vederlo ancora così fa innervosire. Ringraziando il ragazzo che a forza ti ha tirato fuori da quel bagno in cui poteva succedere chissà cosa. Niente poi, vedi che è già mattina e c'è la luce ed è tutto più tranquillo.
Con il proprietario di casa che lancia pietre sul vialetto perché only 4 person in room.
Sono tornata con lo zaino più pesante, con due asciugamani in meno e tanti vestiti sporchi da lavare.
Con la chitarra per bambini che mi ha regalato il mio amico, musicista vero, che se non suona per un giorno è come se non respirasse.
Con il callo sull'indice che ora mi rende difficile schiacciare bene i tasti perché sai fare cinque accordi ma li hai imparati in 2 giorni.
Tornata viva dalle strade di Santorini, dove puoi seriamente morire, dove per arrivare alla spiaggia che ti dicevo devi attraversare una montagna di notte, senza luci e con le ruote sgonfie e con la responsabilità di un'altra persona dietro al culo. Da Manganari Beach e dalla sabbia bianca dove puoi camminare per metri e metri prima di non sentire nulla sotto ai piedi, dalla famiglia brutos che ti serve da mangiare pomodori non lavati immersi nell'olio.
Sono tornata da questa Grecia che presenta una ragazza sconosciuta al mio amico e lo fa innamorare, o essere meno triste come dice lui, con quegli sguardi che non c'è niente di più bello da vedere. Con quella felicità per lui che è così simile a me ma che per pochi giorni si sente meglio e diverso.
Da occasioni prese e lasciate andare e riviste il giorno dopo davanti alla porta quando proprio non te lo aspetti. Da appuntamenti mancati e attese fatte di acqua sulla fronte e taxi pieni di otto persone.
Sono tornata e ho abbracciato Clay in uno di quegli abbracci che dopo tre secondi senza capire come ci sono due spalle bagnate e due persone che si sentono un pò ridicole a fare ancora cose del genere. A pensare di poter essere per sempre dentro quell'abbraccio umido, oggi come un anno fa.
Sono tornata e mi sembra di esserci stata dieci anni fa, di non esserci mai andata in questo mare blu, di non essere stata io a sorridere due settimane di seguito pensando che prima o poi qualcosa di brutto doveva pur succedere. Aspettare inutilmente.
Sentirmi così bene con tre persone senza desiderare mai veramente di essere senza di loro. In fondo e non così lontano sono fortunata.
Domani me ne vado al lago e ci resto fino a giovedì, forse venerdì, vedremo se la mia mamma polacca mi ospita un giorno in più. Ciao.

venerdì 17 agosto 2007

La maledizione di possedere 5 GB

"Allora, quando è che ci tagliamo queste unghie?"
Sussulto, fatico a dimenticare i dettagli, e forse il timbro di una voce non è poi neppure così prescindibile. Quando ho finito la mezza rotazione su me stessa, capisco.
Gli occhi grandi e grigi, un color di pelle frutto di ripetute e godutissime esposizioni solari, si mangia ancora le unghie anche se con meno violenza direi, le spalle sono dove le avevo lasciate, eppure l'insieme è più asciutto, di quella magrezza che purtroppo conosco, che non ti fa sentire la fame e incavare il viso, che rende i muscoli del collo simili a cavi d'acciaio in tensione.
Ciao Hans.
I ricordi mi prendono alle spalle, e mi trovano confusa e poco disinvolta , Blair un paio di volte mi sussurrerà nell'orecchio, ridendo e con tenerezza : "Lauren, ricordati di respirare ogni tanto."
"Mi piacciono così, ora."
"Sono volgari su una donna le unghie lunghe, non stan bene."
E io non so cosa dire, e ce ne sarebbero mille di risposte, da 'perchè nun te fai li cazzi tua' a ' preoccupatene sulla TUA donna', ma io in questi casi divento la principessa d’esprit d’escalier, faccio spallucce e sorrido, non ti riconosco, non assomigli a come ti ricordo , ma sono felice tu sia qui, che ordini un'altra falanghina e mi chiedi se preferisco -come in effetti in condizioni metereologiche accettabili preferisco - il rosso, e no, no una falanghina anche per me.
E da qui comincia una due giorni a stretto contatto, in realtà il suo contatto maggiore è Blair, da sempre mia amica e conseguentemente amica sua fino al termine della nostro rapporto.
La prima sera aperitivo e poi capatina in un posto terribile con piscina al centro e musica assortita male e suonata peggio, ninna canna tutti insieme e il giorno dopo tutti insieme in barca ('ancora non le abbiamo tagliate, ste unghie?''...[spallucce]...'), la sera aperitivo e poi cena tutti insieme, poi stelle a casa di un amico comune tutti insieme.
A un certo punto ho pensato che mi sarei messa in piedi e avrei iniziato a gridare.
Una cosa tipo 'SI PUO' SAPERE COSA PENSI DI FARE, DOVE PENSI DI ARRIVARE?', ed ero più che convinta che lo avrei fatto al più presto, ad esempio il giorno dopo in barca.
Peccato che quel giorno non ci sia stato.
Dopo la serata a vedere le stelle, che in realtà è diventata il gioco delle associazioni libere - sempre pericolosissimo perchè quasi frutto dell'inconscio - abbiamo fissato per il mare l'indomani.
Si sono limitati a cambiare zona rispetto a noi, senza doverci quindi spiegazioni di alcun tipo, quando al loro rientro in paese, sono passata accanto ad Hans e lui non mi ha salutata, mi è scattata una molla d'odio fortissima, dentro.
Ma se si è dei deboli, è difficile cambiare la propria natura.
Resta l'episodio peggiore di tutti, la seconda sera al tavolo, quando era evidentemente al netto di polverine bianche e delle spavalderie che nel suo caso le accompagnano.
Capita che , dopo non essersi visti per 5 anni, amici comuni si trovino a fare interventi come:
"Ehi, Hans, ma ti ricordi quando io tu Lauren e Blair abbiamo mangiato al tal ristorante nel tal posto?"; e purtroppo capita che gli hans rispondano questo:
"Ragazzi, no, non lo ricordo. Alla fine la memoria umana è come l'hard disk, se sei fortunato hai 5 Giga, se non lo sei hai 256 MB. Io credo di avere 256, forse meno. Arrivo a un punto in cui la testa mi chiede: 'Sovrascrivere?' E io rispondo sempre, sempre: 'Sì.'"
Mi si sono allagati gli occhi in due minuti e per la prima volta da due giorni che eravamo a stretto contatto,sono stata io quella che aveva bisogno del bagno, e non per farmi una riga.

Il file Hans è un file di sola lettura, e danneggiato.
Sovrascrivere?

Sì.

martedì 7 agosto 2007

Agosto - è il mese più freddo dell'anno -


Ricapitolando: c'è il natale dell'anno precedente, inclusivo di capodanno e befana, poi c'è pasqua, poi c'è ferragosto.
A quel punto c'è di nuovo il natale, manco hai fatto in tempo a mancare tutti i buoni propositi dell'anno scorso , che tac , devi pensarne di nuovi, magari stavolta raccontandoti che li perseguirai ad ogni costo. Beh, questo è il post preferragosto, visto che questo sarà il primo degli ultimi 4 anni in cui sarò in vacanza , per quella data, e mi pare notizia degna di nota.
Ieri sono stata al giardino con Feuerbach per farlo asciugare- dopo averlo cacciato in vasca a forza- e mentre di pagina in pagina mi innamoravo sempre più di Duca Lamberti [il medico/poliziotto dei romanzi di Scerbanenco], intorno tutto era immobile: io, tre comari con relativi cani topo, un signore in carrozzina con badante al seguito e 3 brutti preadolescenti. Uno dei tre era particolarmente brutto e particolarmente volgare, unico elemento che rompeva la fissità dell'aria, aria calda e immobile di agosto, e lo faceva a suon di sputi e bestemmie, gli altri due gli giravano attorno con le bici, i piccoli alfieri della periferia de noantri.
Una scena pietosa, in teoria.
In pratica, la mediocrità volgarotta è sempre rilassante. Lui e il Bagaglino, stessa roba.
Forse lui aveva contenuti maggiori.
Oggi invece per variare un po' , ha diluviato tutto il giorno. Io per non variare, sono sempre alle prese con Duca Lamberti, me ne manca uno solo e poi la saga su di lui è finita.
Ottimo Scerbanenco. Fosse campato quei dieci anni in più, avrebbe fatto anche piacere.
Ieri estetista, oggi parrucchiere, prima di andare al mare sto facendo praticamente il tagliando, il terrore/desiderio di vedere Hans è onnipresente, mi segue in ogni gesto della giornata, in ogni momento.
E' come quando vai dal dentista. Sai che farà un male bestia, ma dopo ne godrai in salute e in estetica. Ma ci devi andare, punto, anche se Jamie ad esempio continua a scuotere la testa, anche se non ne caverai nulla, perchè ci sono delle cose che devono essere, e il mio fatalismo - già ai livelli di guardia su tutti gli altri aspetti della vita- in questo campo dilaga.
L'amour fou, si dice, no? Senza remore e regole, quod me nutrit me destruit e tanti altri vari luoghi comuni sulla passione, parola abusata e stremata dai maledetti sentimentali [sentimentali , diverso da sensibili - che sappiamo ormai essere cose ben distinte], che col tanto parlarne , l'han resa innocua, e all'ordine del giorno. La sua radice latina, che parla di sofferenza e dolore e non di notti di fuoco, pochi la tengono di conto, ed invece è tutto lì. E qui ci starebbe da dio un bel post sul bdsm, ma vi risparmio ,numero a) perchè sono in pigrizia letteraria, in realtà, come dimostrato da questo post poco coeso e del tutto disattento al punto di vista del lettore; numero b) perchè vi ho detto, mie care, il sesso non mi tange al momento, sono tutta tesa verso l'amore, rileggevo il passaggio di Houllebecq riportato da Chloe poco sotto, e capivo che io non potrei mai essere tra coloro che vi rinunciano pacificamente, o che non se ne preoccupano.
Ne morirei, credo. E parlo di tutti i livelli d'amore possibile, dal filiale in poi. Amour fou, non è un caso sia una parola francese, no?
Il parigino, che pare meritare uno nome da blog, e che in omaggio al personaggio delle particelle e al suo creatore, chiameremo Michel, si sta dimostrando un bel tipetto.
Insiste che verrà qui a trovarmi, probabilmente al mio rientro dal mare, o poco dopo, e siccome capita più spesso che un uomo lisci le occasioni per vederti - pigrizia indolenza o salcazzo- , che non che metta il suo culo su un aereo per te , direi che posso star seduta e aspettare.
Che poi ho le gambette che tremano per l'emozione, ma non glielo dico mica.

Parto per il mare con Blair e Feuerbach, magari arriverà una turineis a dar man forte alla vacanza, non vedo l'ora, vorrei che sti due giorni passassero in un soffio, per potermi sdraiare in barca, e con gli occhi semichiusi in controsole, tra gli insulti di tutti, dire come ogni anno:
"Blair, è già ferragosto. Ma a capodanno che facciamo?"

vi lascio il mio credo, dalla penna della mia poetessa preferita,
buone vacanze a tutti, pochi lettori compresi.

Volevo tutte le sbandate
essere viva fino allo scortico
essere tavolo pietra bestiale essere
bucare la vita coi morsi
infilare le mani in suo pulsare
di vita scavare la vita scrostarla
sfondarla spericolarla battermi con lei fino
ai suoi sigilli.
Per amore- per amore- tutto per amore.

(Mariangela Gualtieri)


giovedì 2 agosto 2007

LA MIA IMPRONTA

Io parto. Vado al mare. Come la scolaretta in gita con le amiche. Parto sognando posti freddi e navi su fiumi neri, con verdi montagne ai lati. Ma poco importa, lo spirito di sapermi in fondo adattare non mi manca poi molto.Parto e mi spiace per quel milione di cose lasciate un pò a metà, con porte che sbattono e parole che tagliano come i coltelli più affilati. Con la consapevolezza di non saper gestire nella maniera corretta gran parte dei rapporti sociali che mi contornano. E non è vero che sono diventata così con il tempo, lo sono sempre stata, fin da molto piccola. Se sei solitario ci nasci e credo che ci muori anche. Il resto della vita, quello delle strette di mano e dei rapporti volutamente dilatati, è solo contorno ad una prospettiva in cui in realtà ci sei solo tu e basta. Ciò non vuol dire non avere attenzione per il prossimo, non vuol dire essere solo concentrati su sè stessi in modo quasi criminale, vuol dire aspettare la fine della giornata per restare soli. Senza grande rammarico, sapere che soli non è così male. I solitari, in fondo, si sentono soli quando sono in compagnia di altri. Perchè nessuno potrà comprendere il loro desiderio, sempre più radicato e forte, di dover a tutti i costi stare senza nessuno intorno.Senza provare paura o vergogna o tristezza.Non vuol dire che si è concentrati solo sulla propria persona ma che si preferisce non stare con nessuno per una serie di ragioni che possono essere infinite.C'è chi passa la vita arreso davanti alla solitudine, con l'immagine di un camino spento davanti agli occhi e la neve fuori dalla finestra. C'è chi piange in un mare di gente, con luci colorate che lo sovrastano, con il chiassoso gridare che fa la compagnia, e lo stridulo urlo di essere lì solo per mentire in fondo a sè stessi.C'è chi si arrende e chi combatte.C'è chi invece media le proprie posizioni, per non chiudersi nell'angoscia solitaria di distacco dal mondo che spesso arriva troppo presto. Io vorrei essere così, una persona che media tra la propria vera ragione e la realtà del mondo. Perchè nonostante sia bello e naturale stare da soli, c'è sempre una porzione di mondo che merita di essere vista, una mano che merita di essere toccata, anche solo per dire che da soli si sta meglio.

C'è qualcosa di affascinante in ciò che la sofferenza morale può fare a una persona che, nella maniera più evidente, non è debole o irresoluta. E' ancora più insidioso di quello che può fare un malanno fisico, perchè non c'è iniezione di morfina, anestesia spinale o radicale intervento chirurgico capace di alleviarla. Una volta che sei nella sua morsa, è come se, per liberartene, le dovessi permettere di ucciderti. Il suo crudo realismo non assomiglia a nessun'altra cosa.

E quindi ciao.

mercoledì 1 agosto 2007

Carte da decifrare

Cantare correndo , non spezzare il fiato, cantare di diaframma e non di naso, le gocce di sudore sulle tempie e nel solco del seno, dalla schiena in caduta libera fino al sedere, lungo le gambe fino alle scarpe. Il paesaggio intorno passa di lato veloce, cornice alla strada su cui sta viaggiare in inerzia, la concentrazione sulla canzone, che si tratti di Romeo and Juliet o di Volare, fa lo stesso, concetrazione alle parole. E' un vizio che mi è rimasto da quando feci il provino per lo Stabile di Genova, cantare correndo. Ovvio che finisca il fiato molto prima degli altri che se ne stanno serenamente muti, e non vengono tacciati di essere pazzi. Però oggi avevo bisogno di correre, di gettarmi via in una colata di sudore, e ho scelto l'ultima ora di luce per farlo. Che bello il cielo di questo primo giorno di agosto, tersissimo, come a rassicurarci , come a dirci che farà caldo per sempre.
Scendendo dal vialone, il cane a fianco, mentre gridavo cantando Al compleanno della zia Rosina, chiudevo gli occhi e mettevo il pilota automatico, per sentir meglio il sudore, il male alle gambe, il formicolare delle vene. E ripetevo " ... la vita , la vita, la vita, e Rita s'è sposata..." e mi si riempivano gli occhi di lacrime, e correvo di più, e urlavo di più.
Dovrei correre di più, in fondo quando sto male mi piace moltissimo.
Da cui si evince che dovrei star più male, per essere in forma.
Mah. Chissene.
Con Hans, ormai siamo alle mail di litigio. non voglio dire nulla finchè non lo vedrò. Come ha detto Chloe a ragion veduta, abbiamo un'enormità di cose in sospeso.
Paulie, il mio adoratissimo Paulie è scomparso, manco risponde più al telefono. Bah.
Il parigino tra mail e messaggini, è veramente onnipresente e propositivo. Almeno uno, cazzo.
Meno male che , ora che anche il nostro cortigiano è in ferie, possiamo sempre contare sull'uomo di Jamie, che Ella sarà ben lieta di mettere in condivisione, no?
Qualcuno ha obiettato , qualche giorno fa, che questo mondo sia malato di affetto. E ch ein realtà , se alla fine le cose importanti della vita si riducono a 3 veri amici, 1 lavoro, 1 casa e un Amore Vero o almeno un Amore Possibile, non ci siamo per nulla evoluti rispetto al contadino del medioevo che eravamo secoli fa. Sono stata muta, ho pensato che fosse il modo di quella persona di dirmi che non gliene importa un cazzo dei miei arrovellii sentimentali.
Poi mi sono ricordata di quel periodo in cui cose così leggere non erano argomento comune, ed è durato due anni, quel periodo.
Adoro essere un piccolo patetico e di ristrette vedute contadino del medioevo, che per inciso, secondo me, visto che faceva unidci figli sperando gliene sopravvivessero almeno tre, non è poi questo riferimento leggiadro, o portatore sano di valori che si vogliono far passare per accessori.
Se posso parlarne, adesso, significa che il resto va così bene che posso pensare anche a queste leggerezze. E non è neppure del tutto vero.


L'amore è tutto carte da decifrare/ e lunghe notti e giorni per imparare/ io se avessi una penna ti scriverei/ se avessi più fantasia ti disegnerei /su fogli di cristallo da frantumare /E guai se avessi un coltello per tagliare ...

Fatalità

Ieri sera a lavoro ho rischiato di brutto di farmi male o peggio. Stavo dando il latte ad un bimbetto e all'improvviso, per colpa del vento fortissimo di ieri, si è staccato da tre metri di altezza un pannello di legno di 4 metri di lunghezza rovinando sul bancone delle terapie con un fracasso tremendo e spargendo calcinacci dappertutto. Potevo essere lì sotto, anzi, è incredibile come mai non ci fossi visto che su quel banco ci prepariamo terapie, latte, aggiorniamo la cartella computerizzata, ci appoggiamo col sedere...bastava che succedesse qualche minuto prima e tudd!! chili di legno sulla testa o sul collo.
Quel posto cade a pezzi e noi rischiamo che mezzo padiglione venga giù all'improvviso.
Sarebbe stata una morte ridicola però.
Schiacciata da un pannello di legno.

L'altra sera sono stata al concerto di Tiziano Ferro e mi son resa conto che il tempo passa anche per me. Età media: 12 anni.
ll mio primo vero concerto me lo sono fatto a 16 anni, io e la mia amica a vedere i CSI, è stata un'emozione grandissima tanto che mi ricordo tutto perfettamente. Come ero vestita, la borsa che avevo, io e lei davanti alla transenna della prima fila a gridare Giovanni e lui non aveva abbassato mai lo sguardo. Mi ricordo anche il calcione che mi son presa in faccia da un deficiente che si stava lanciando di là dalle transenne e la vigilanza l'aveva ributtato di qua facendo finire delicatamente il suo anfibio sulla mia guancia. Poi riprendere l'autobus frastornate, a mezzanotte, e riparlare e ricantare le canzoni e il giorno dopo a scuola parlarne ancora di quanto era stato bello esserci andate insieme. Adesso è stato un po' diverso. Apparte che son passati 11 anni...ma forse, beh, comunque io le canzoni me le son cantate tutte lo stesso, ho saltato e ballato per quanto lo si possa fare ad un concerto di Titti.

E' che cazzo, vivo una sorta di bipolarismo o sdoppiamento, in cui la me piccola e la me grande parlano tra sè ma non arrivano mai ad un compromesso. La me piccola sente canzoni degli anni novanta, trova bigliettini delle superiori nella scatola dei ricordi e inizia malinconicamente a ripensare a quanto era bello. La me grande guarda nel futuro a breve termine e si spera presto mamma ed è contenta che gli anni novanta siano passati perchè si ricorda bene che non stava affatto bene ( scusate il giorco di parole ). Riaprire un diario di quando aveva-avevo- 14 anni e trovarci scritto che voleva morire, che non era felice e che tutto era uno schifo. Che aveva un sacco di problemi ma ora non se li ricorda più quali erano. Cose che ti sembravano insormontabili e cazzo quanto sa piangere un adolescente.

Che praticamente:
a) ieri sera potevo farmi seriamente male
b) a 14 anni volevo morire

evincendone che:
a1) siamo così precari
b2) erano tutte cazzate