giovedì 30 novembre 2006

Il buongiorno si vede dal mattino

Care mie, come vedete bene finalmente sono riuscita a mettere la foto, mi sto evolvendo anche io, lentamente, ma mi sto evolvendo.

Oggi c'è il sole.
Non che a me dispiaccia quando è brutto tempo, anzi, il grigio del cielo si addice quasi sempre al mio stato d'animo, e quando sono in casa, anche d'estate, tengo tutto chiuso perchè mi piace il buio. Al contrario dei miei coinquilini, che terrebbero tutto spalancato, tende ccomprese, per far entrare la luce. Eh, che ero una disadattata lo sapevo. Io lo dico sempre che l'unica persona con cui potrei convivere è me stessa, ma nessuno mi crede, tutti dicono "sì vabbè, dai, sempre a darti addosso", ma ce li farei stare un po' a vivere con me. DISCIPLINA, ORDINE, PULIZIA!! Questi i miei fascisti motti.
La cosa non vale per i miei animali, naturalmente, che vista la considerazione e l'affetto che gli manifesto sarebbero ben contenti di abitare con la loro mamma...
ok, adesso mi vesto e comincio la giornata, visto che è così raro che sia, anche se non proprio di buon umore, almeno in uno stato decente.

Buona gironata bimbe

sabato 25 novembre 2006

Da una mail di Paul, quando stavamo ancora bene. Io , almeno.


Certe volte penso che il cervello sia invidioso del cuore. E lo strapazza, lo prende in giro, gli nega quello che lui desidera, lo tratta come se fosse un piede o il fegato. E in questo confronto, in questa battaglia, chi perde è il proprietario di entrambi.

david trueba, "quattro amici".



venerdì 24 novembre 2006

UN ABISSO INVASO DA UN MARE DI INNOCENZA

Care ragazze,
stamattina mi sono alzata con una grande certezza nella testa. Io e il mio ragazzo non stavamo più insieme. Mi sembrava che ieri sera avessi posto la parola fine sulla nostra storia. Trascinata ormai da tempo.
E invece mi ritrovo a parlare con gente che mi dice che no, non è così perchè non hai concluso proprio niente.
Non solo la cara Lauren che ormai sembra capire le cose prima che gliele racconti ma anche il mio amico Luca e anche quella persona che mi ha completamente scasinato la vita sentimentale. Che addirittura, lui, famiglia in vacanza all'estero, si concede una telefonata per informarmi che no cara Chloe non hai proprio concluso niente.
Che forse, proprio non ce la fai da sola.
Perchè come dice Lauren è contraddittorio lasciare una persona, dirgli adesso basta, siamo stanchi entrambi e poi fare l'amore con lui, farsi dire ancora certe cose mentre ti guarda negli occhi. E non pensare che sia sbagliato, non trovarlo fuori luogo o inappropriato. E poi, alzarsi e dire ciao sperando che sia un ciao definitivo ma sapendo che non lo è affatto. Perchè la ragione vera di tutto questo inutile discutere, di tutti questi momenti inutili è che io non ho il coraggio di mettere la vera parola fine su tutto questo.
E non perchè è lui che voglio ma perchè non voglio stare sola. Perchè ora lo sono.
Perchè ci sono certi momenti che ti riempiono il tempo nella maniera sbagliata, cercando una possibilità di felicità comune che invece non c'è mai. E nonostante tutti gli sforzi fatti per stare insieme, per essere veramente felici insieme anche quando ti rendi conto da tempo che non lo sei e non lo potrai essere con lui, vai avanti lo stesso. Nonostante le parole, la razionalità, i discorsi, le spiegazioni e i momenti che arrivano dopo.
Nonostante sia arrivato il momento in cui ti rendi veramente conto che stai facendo male all'altra persona, non riesci a smettere di cercarla.
Nonostante dopo due giorni insieme, i migliori che abbiamo avuto, in cui sembrava veramente che si poteva riuscire a stare insieme, c'era sempre qualcosa che mancava. Perchè è come se ti fossi inconsciamente sforzata di fare quello che hai fatto, solo per fargli piacere, anche se dopo tutto ti sei sentita felice anche tu. Ma se dopo aver fatto esattamente quello che hai sentito che lui voleva, di notte, dopo quei giorni, lui si avvicina al tuo orecchio e dice: "non so veramente cosa vuoi", allora lo capisci subito che gli stai facendo male e ne stai facendo a te stessa. E' per quel momento, in quella stanza, mentre pensavi di dormire, per quelle parole dette piano che avresti dovuto alzarti e salutarlo per sempre. Perchè non sai nemmeno tu chi sei e cosa vuoi. Ma il coraggio per fare tutto questo ancora non c'è.
Ed è così semplice attaccarsi a momenti brevi, brevissimi, di felicità condivisa, di comune compagnia e sollievo, è così semplice che arrivi a pensare che possano durare di più. E questo pensiero ti fa sperare di poter andare avanti in questo modo per sempre. Di congelare la situazione e farla rimanere così per tanto e tanto tempo.
Ma per gli sguardi di chi si aspetta da mesi una risposta che non arriva, una risposta chiara, per quegli occhi che te lo gridano addosso, per la sincerità con cui lo dicono bisogna trovare questo coraggio.
Per mettere sul serio la parola fine sopra tutto.
E farlo sotto ad un lampione, razionalmente, nonostante la consapevolezza che dopo, forse, si starà solo peggio.
Ma avendo la certezza che tutto l'amore che si porta dentro e che tu non riesci a restituirgli lo può dare ad una persona che lo merita, che lo apprezza e che lo ricambia. E che quell'amore, forse, non è per te. Nonostante sia bello pensare che lo sia.

mercoledì 22 novembre 2006

the voice of the 4th singular person



Se tu ti togli a me
togliendo la figura
la tua materia inerte
ricade e si sfigura
con volontà
solerte
giornaliera
sicura
tu resti dove sei
del tutto inamidato
in forma oramai svuotato
ti fai grande di niente
ma il niente non ha peso
tu niente
eppure peso
che pesa gravemente
sopra il mio cuore offeso .


Mariangela Gualtieri








Mi manca sì, tutto sommato mi manca.
Lo stronzo.
Voi bene?
Chloe non mi risponde ai sms.

lunedì 20 novembre 2006

IT'S PARTY TIME

Ieri sera sono andata ad una festa.
Festa di laurea. E' chiaro, detesto le feste di laurea. Non vedo perchè uno dovrebbe festeggiare. Festeggiare la propria disoccupazione o l'ingresso nel fantastico mondo del lavoro.
Fosse per me, resterei studente a vita. Festeggerò al contrario. Il funerale del mio animo scolastico.
E non mi dite che lavorare è bello e gratificante, perchè un lavoro bello e gratificante si trova con molta fatica. Se ancora ne esistono.
In tutto questo, festa di laurea vuol dire anche bere gratis e scusa per uscire con gente che in università hai cagato per tre secondi.
Io e la mia amichetta arriviamo in questo locale definito "alternativo" e già mi sta sul cazzo. Ma comunque. Sono presa male, malissimo. Lo sento, non mi andrà bene nulla.
All'ingresso solite formalità, chi siete, come vi chiamate, su che lista siete.
Gesù che palle.
Entriamo. La festeggiata è circondata da tutti i suoi amici, io mi avvicino, lei si avvicina, mi abbraccia e dice: "che bello che sei venuta!"In uno stato di euforia esagerato. Troppo esagerato. Io dico: "si fantastico!!" Cercando di raggiungere il suo stato di euforia sensa senzo ma ancora sono sobria e non mi riesce bene. Mi viene fuori solo un urlo poco sensato e lei riversa la sua euforia sulla ragazza che è venuta con me. Anche lei laureata, anche lei disoccupata, anche lei non euforica, anche lei sorpresa dall'euforia, anche lei contro le feste di laurea.
Ora, esattamente cosa dovrei fare? Cosa si aspetta questa gente da me? Penso. Devo pensare in fretta. Trovare un modo per sparire, sparire qui e adesso. Non senza accorgermene ma senza che gli altri si accorgano che non ci sono più.
Non mi riesce, perchè i miei vecchi compagni di corso, che non vedo da un sacco di tempo si avvicinano e mi parlano. Come stai? Cosa fai? E' un sacco che non ti vediamo. Come va in Statale? Ti trovi bene alla nuova università?
Dio che palle.
E poi mentre mi dirigo nella via alcolica, al primo semaforo verso la strada della sbronza consapevole e cercata, come un automobilista che ha chiara la strada e il punto che vuole raggiungere, lo vedo. E' come il lavavetri fermo al semaforo. Tu vuoi solo arrivare al benzinaio (che in questa meravigliosa metafora automobilista che ho costruito solo per voi equivale ad un negroni che ti aspetta sorridente), ma ti devi fermare per forza.
Sorride.
Scusi posso lavarle il vetro?
Sono solo pochi euro.
No, brutto stronzo, levati o ti investo. Ma lui resiste e non solo mi lava il vetro ma mi accompagna dal benzinaio.
Il mio ex è sempre bravo in queste cose. Sa come convincere la gente, come lavare i vetri con cura e mettere la benzina nella macchina.
Allora eccolo lì che mi serve il mio bel secondo negroni che mi avvicina al punto della sbronza.
Con lui sono stata un anno. Non lo vedo da un sacco di tempo. Per me è sempre bellissimo. E' stato l'unico ragazzo dell'università con cui sono uscita. L'unico estraneo a tutto il mondo che mi appartiene. Al mondo secolare che mi porto dietro ogni volta. Alla mia storia fatta di persone troppo radicate nella mia vita.
Parla, parla, ma tanto io non sento nulla. Perchè la musica è troppo alta, la sua voce troppo bassa, siamo troppo distanti, ho la testa un pò annebbiata dai precedenti negroni e quant'altro.
Non so di cosa abbia parlato per quei 15 minuti in cui muoveva la bocca davanti a me. E in cui io muovevo la testa per dargli cenni di consenso vaghi.
Poi ognuno si perde nella propria noia. Nella propria sbronza consapevole e cercata. Nei propri inutili e vaghi cenni di consenso alla gente che ci circonda. Siamo tutti scomparsi ma nessuno se ne vuole rendere conto.
Siamo tutti altrove.
All'uscita mentre tutti salutano, baciano e abbracciano la festeggiata che ha perso tutta la sua euforia, compio riti sociali come tutti gli altri. Lui si avvicina e dice: "fatti vedere ogni tanto, noi siamo sempre lì, al solito posto".
E con gli occhi e l'abbraccio che mi da, vorrebbe dire: "sei la sorella che non ho mai avuto".
Ma vaffanculo.
La foto è di quel genio di Sandy Skoglund.

domenica 19 novembre 2006

Al concerto

"D'un tratto , il fondale del palcoscenico diventa rosso, incandescente, e io provo una tremenda sensazione, come un empito di chiaroveggenza : mi pare di scorgere il cuore di Bono, cosicchè il mio prende a battere più forte, e mi rendo conto che sto ricevendo un messaggio dal cantante-chitarrista. Mi accorgo che abbiamo qualcosa in comune, noi due, che ci lega a un vincolo, e non è escluso che un cordone invisibile, attaccato a Bono, mi abbia avvinto: ecco, il pubblico scompare e la musica rallenta, si smorza;ecco, ora c'è solo Bono sul palcoscenico, lo stadio è deserto. E il messaggio di Bono, prima vago, adesso si precisa, acquista forza, e lui annuisce, guardando me; e io, a mia volta, annuisco, tutto si fa più chiaro; il mio corpo è vivo e brucia, va a fuoco; e dal nulla arriva un lampo abbagliante, la luce mi avviluppa e io odo il messaggio, anzi, è come se lo vedessi aleggiare sopra la testa di Bono, a tremolanti lettere arancioni:" Io...sono...il diavolo...e...sono...identico...a...te!"

Care. Questo pezzo di American Psyco per introdurre la mia serata di ieri.

A lavoro sono di pomeriggio, il sabato si lavora sempre bene, senza medici, fisioterapisti e senza orari apparte quelli delle terapie e del thè che scandiscono il tempo. Intorno alle otto e un quarto, già in fibrillazione per la serata che mi aspetta, arriva la chiamata che il medico di notte, che mi deve dare il cambio, arriverà in ritardo. Perfetto. Alle nove e 45 mi aspettano sotto casa per andare al concerto. Giro di telefonate, "entro mezz'ora sono lì" mi dice il simpatico ritardatario. Alle nove e dieci diventa un'altra mezz'ora. Al che chiamo il primario - che mi dice sempre che mi adotterebbe, dato che, avendo sessant'anni, non può dirmi che mi scoperebbe - che mi autorizza ad andare ( Io:"Dottore, mi capisce, è sabato sera" ). Schizzo sui viali come un treno, arrivo a casa, non trovo posto, metto la macchina in zona rimozione, chissenefrega, salgo le scale a due a due, doccia lampo e poi mi vesto. Calze nere, gonnellina a pieghe molto mini, stivaloni da poliziotta, maglia nera molto stretta, scollo vertiginoso, collare nero con borchie rosa, scaldavambracci a righe nere e rosa; supertreccia e trucco, nemmeno a dirlo, nero. Mica posso andare in un locale darkettone con i jeans?
Fortunatamente arriviamo in orario, il locale ha appena aperto. Inizio a bere, anzi, continuo, visto che a casa, in quel mezzo minuto che mi avanzava, mi sono bevuta mezzo bicchiere di limoncello ( 100 ml ).
Alle 11 e mezzo gruppo spalla carino inizia a suonare, musica ambient, con sfondi sul maxischermo molto intortanti del tipo che non si capisce cosa si vede, oppure donne senza capelli tipo manichini su sfondo bianco. Ok, e poi eccoli, arrivano gli Spiritual Front, motivo per cui siamo lì. Fantastici. Simone indossa un completo nero, stivali neri, cravatta bianco madreperla. Meraviglia. Non mi ricordavo che la sua voce fosse così bella. E ogni volta che guarda il pubblico, dato che io sono in prima fila, sembra che sì, cazzo, guardi proprio te e senti la musica fin dentro le costole, che scorre e ti attraversa e come stai bene!
Il concerto dura un tempo imprecisato, lui, come al solito, non torna a fare un'altra canzone.
Ci disperdiamo nel locale, torniamo a bere. Le persone con cui sono, tra cui il mio "attuale", (come direbbe un tizio che non conosco )che è anche attuale da un bel pezzo, vanno nell'altra sala, io girello come sempre, tra una capatina al bar e una al bagno. Ed ecco che passa Simone, mi guarda e fa "Ciao". E io "Ciao". Mi presento, due chiacchiere, lo guardo. Si è cambiato, ha una maglietta con scritto "Gang Bang Generation ". Ho detto tutto. Nel giro di tre minuti sono nel privè con lui, che tentazione! Gli dico "Non sono da sola" mi dice "Non mi regali niente?" e sottobraccio ha una torta che gli hanno appena regalato. Poi mi appunta una spilletta del gruppo sulla maglietta, altezza tetta, con tanto di carezzina. Mi da un bacino sulla guancia e io gli dico "Devo andare" e poi gli dico "Panico.Panicissimo" perchè ho paura che uscendo dal privè mi veda qualcuno e tragga conclusioni. Ride.
E poi mi ributto nella mischia, ma è difficile stare con i piedi per terra.

Mi sono sentita come una groopie ma senza urletti e svenimenti. Solo una bella sensazione.

Ed oggi, a lavorare come ogni MALEDETTA DOMENICA, il mio solito malumore.

sabato 18 novembre 2006

flirtare, a vuoto, con caparra o vuoto a rendere fa sempre bene


Insomma, stiamo leggeri, ha ragione chloe, eccheccazzo.


per cui , vi riporto il dialogo con il barista della melbookstore, tipino carino assolutamente alto non più di 170 cm, a me piacciono nani, rasato e con questi occhi belli, beh sì..umm, belli dai.

Dopo essere stata a prendere il caffè, con barista e amico del barista, mi facio il giro del piano superiore della libreria, per sbirciare cd e dvd usati e anche i libri remainders, e mentre sto scendendo le scale mi riaffaccio al bar a salutare e Claudio, THE BARMAN, scooppia a ridere col suo amico.

"Cosa ridete?" tra il divertito e lo sconcertato, tirando fuori dal sacco una delle mie espressioni migliori da oca svanita, come se non sapessi che parlavano di me.

"no, dai hai ragione, hai dirirtto a sapere di cosa parlavamo , dai sì."

"mnh, sentiamo."

" allora stavo dicendo al mio amico qui, che sai, ci sono visi ...., che li vedi e ti.. ti viene da pensaree.. non soooo..."

"Sì?"

"sono visi che... sì ecco.. arrapare, si può dire arrapare?"

"si può dire."

"ecco, ci sono visi che fanno arrapare, che li guardi e pensi, io ocn lei ci farei.. che ne so..."

"devo prenderlo come un complimento o come una considerazione generica?"

"eh un complimento, dai"

"me ne lusingo e torno in cassa".

divertentissimo, gli telefono al grido di "scusi, barista più sexy di toscana e liguria..."

essendo egli di genova.

mi diverte, mi svuota la testa e non ci penso appena varcata la soglia della libreria.


ed è sempre meglio di quel pezzo di merda che prima mi chiede come va aggiungendo che "immagino bene" insinuando pure la storia della california, poi dopo la mia risposta gioiosa mi scrive

"EH! che tono gioviale accidenti.

Hai scopato con George Clooney?

Disaccustomed myself."


Stupido, piccolo e infantile e assolutamente poco conscio dei suoi sentimenti verso la sottoscritta.

Primo: chi scopi io non dovrebbe essere un suo problema, pensare ch egli avevo scritto "MI piacerebbe dirti che immagini bene. Piuttosto, bene per la California! Meritatissima. Ci sentiamo poi."; secondo , non mi pare il caso di farmi una battuta simile per poi cercare complicità con una frase che diciamo quando facciam finta di essere americani e vogliamo usare arcaismi come "DISABITUATOMI"; terzo, tanto per farmi incazzare si mette sul forum dei subsonica (lui che non può stare al pc) e scrive cose come "Ho fatto l'operazione per la correzione della miopia, betty. Vai in venezuela? Non capisco, ultimamamente. O peggio del solito, diciamo. A febbraio vado a Ventura, California. Vuoi venire con me? Come accompagnatrice pagheresti metà camera, in doppia con me. " a una come la betty. una tossica di padova che normalmente non tollera.

insopportabile.


w il barista scacciapensieri,

camillo è già troppo faticoso, non mi posso trovare gingilli così lontani.

poi non risponde ai sms, andare a bologna sarebbe faticoso e mi pare evidente, al netto del doc, che nessuno dei due abbia gran voglia di faticare.

magari poi domani chiama e cambio versione.

ma io sono una donna

una femmina, per la precisione,

"non sono cattiva, è che mi disegnano così".



Tutta questa frivolezza, ci ucciderà tutti?

TUTTA NEBBIA BRIANZOLA

Mi scuso di essere poco produttiva per questo blog, almeno fino ad ora.
I problemi sono molteplici:
poco tempo
pigrizia
e la consapevolezza di non sapere bene di cosa voglio scrivere.
Devo fare tre esami entro il 21 dicembre. Esami pesanti e lunghissimi. Esami noiosi.
Poi il lavoro, la mia ritrovata vita di coppia, il viaggio in Irlanda, la testa sempre annebbiata. Tutta roba che non mi lascia tempo.
Che confronto a tutto quello che avete scritto voi, mi sembra solo di parlare di cose stupide.
E' sabato pomeriggio, ho sonno, devo riprendermi da ieri sera e soprattutto mi annoio come sempre.
Per di più, c'è la nebbia e me lo dite voi come si fa a fare un bel discorso quando se guardi fuori dalla finestra vedi questa roba?

venerdì 17 novembre 2006

sì, viaggiare



Normalmente adoro andare in autostrada.
Velocità alte ma costanti, orizzonti lunghi e solo il rumore dell'asfalto che passa sotto le ruote.
Risvegloia la beatnik mai sopita che c'è in me, mi rilassa, canto spesso anche senza radio, in macchina , anche se per oggi credo che mi porterò dietro l'mp3.

Devo portarmelo dietro , perchè parto col terrore di arrivare. Non ho voglia di guidare fin là, non ho voglia di discutere, non ho voglia di vedere le facce dei miei nipoti mentre mia madre sale in macchina, del più piccolo , soprattutto.

Forse ci sarà una ragione diettro tutto questo, e quando Dio , che sta per tornare, verrà a sistemare le cose, lo prenderò per il bavero e lo alzerò di peso, chiedendogli per quale cazzo di motivo , è nato sadico.

Non credendo ahimè da almeno un annetto e mezzo, chiudo a pugno in tasca le mani che mi prudono e vado a mettermi in macchina,

Vi abbraccio,

L.H.

martedì 14 novembre 2006

Troppe ore senza dormire

Non so esattamente da quante ore non dormo. Ricordo solamente il freddo di stanotte che si insinuava fin dentro le ossa, la ricerca di una posizione sui seggiolini della Punto che poi non ho trovato, il lampione che mi puntava dritto negli occhi. E per tutte quelle ore ho continuato a chiedermi perchè ero lì. Non per la paura reale che qualcuno venga nottetempo a portare via le nostre creature, ma per le manie persecutorie e le teorie complottistiche di coloro che tengono le redini dell'Associazione. Nessuno ci porterà via i cani di notte.
Nella mia mente scene apocalittiche di camion trasportavacche pieni dei cani che vedo ogni giorno, che ululano ai loro affidatari inerti e strepitanti sulla strada del Termine.
Queste immagini mi scorrevano davanti agli occhi in quell'accavallarsi di minuti ghiacciati ed umidi che è stata la nottata.

Però ho pensato anche tanto.
Perchè prima di andare a far la guardia in canile mi sono vista con una persona molto importante per me, una persona che non vedevo da tempo ma che fa parte della mia vita da più di 10 anni. E non sto a dire che rivedere questa persona dopo circa 2 anni non è passato per niente indifferente alla persona che vive dentro di me, che porta il mio nome, ma che. assolutamente, non sono io. E insomma, però questa persona che vive dentro di me mi ha fatto star sveglia tutta notte - bastarda, complice del freddo e degli scomodissimi sopraccitati seggiolini - a pensare, accidenti!! E a buttar giù parole abbastanza insulse su un pezzo di carta trovato in borsa, in una grafia che per fortuna ad oggi risulta abbastanza intraducibile. Parole come: " la stanchezza e il sonno amplificano ogni ricordo di te, rendendo impossibile qualsiasi ragionamento razionale riguardo noi. Noi. C'è mai stato un noi? Oppure c'era un IO che cercava un TE che non mi dava mai quello che chiedevo, che non c'era mai nel momento giusto? "
Oppure altre frasi inconsulte del tipo: "Avreivolutomanonceri" " di notte non si è lucidi. Oppure lo si è troppo."

Menomale che oggi la tipa che vive in me dorme. Ma io non ho ancora chiuso occhio ( 24 ore circa ma non sono buona con i conti ...) e quindi la frase : " io e te siamo legati a doppio filo" che mi è stata detta ieri sera - prima della scomoda-fredda-inutile guardia in canile - mi da ancora tanto da pensare.

la mia famiglia andata a male


Cara Lauren,
ti sembrerà strano, ma anche io scrivo; lo faccio perchè sento la necessità di fermare i miei pensieri su un foglio bianco, per cercare di mettere ordine in tutto questo casino che non ha del vero. Non so cosa e quando sia successo, ma tutto quello che avevo sperato accadesse facendo venire da me Luisa e Papà è miseramente naufragato in un mare di zozzeria, tra bugie, sotterfugi, inganni e meschinità.
Non ne ho mai fatto un problema economico di tutto questo, ma, alla fine, lo è diventato più per principio che per necessità.
Sono sempre stata molto aperta ed ho sempre detto le cose come stanno; sono stata un libro aperto. Talmente aperto che giustamente si è pensato di raggirarmi in ogni modo e con ogni tipo di meschinità.Volevo creare un rapporto adulto con la "Famiglia".... scema che sono: quale famiglia???????
Sono stanca, ma più di ogni altra cosa sono schifata dallo scoprire di non aver mai capito nulla delle reali intenzioni di chi pensavo avesse legami affettivi con me."Gente" alla quale ho aperto la mia casa, alla quale ho fatto partecipare di ogni gioia o dolore, per sentirmi, ora, enormemente schifata e svuotata della pochezza di SENTIMENTI che questi estranei che mi girano per casa hanno.
Sarò anomala, ma ci sono cose che non si possono pagare; pago Valeria per il suo lavoro, non devo dirle grazie eppure lo faccio, perchè lo trovo educato e giusto; mantengo da più di due anni due persone che mi hanno chiesto aiuto e mi sento dire che che li sfrutto per fare da guardiani ai cani o da baby sitter ai miei figli. Eppure quando ci siamo trasferiti nella landa desolata Luisa e Papà non c'erano. Eppure quando mia figlia ha chiesto alla nonna di fare una telefonata al padre dal vecchio telefono le è stato negato quando fino ad oggi nessuno ha mai pensato che le telefonate a Firenze venissero pagate da me.
Vedi, non voglio nè un grazie nè altro.
Mi sarebbe bastato, scema che sono, essere rispettata per la persona che sono e per quello che io e la mia famiglia abbiamo fatto, ma mi rendo conto che, per paradosso, forse si aspettano che chieda scusa per essermi limitata a sfruttarli non pagando loro un giusto compenso, per averli trattati come un padre ed una madre.
Ma ora che ci penso genitori non sono! Passi per Luisa, ma papà è tutta un'altra storia: credo sia meglio figlia di N.N. piuttosto che figlia sua, considerando che, per quanto mi riguarda, è stato presente solo per l'inseminazione fregandosene di me e della mia vita da quando è andato via.
Credo sia superfluo continuare così.
Voglio indietro la mia vita con la mia FAMIGLIA e nella mia famiglia non c'è più posto per delle persone che dell'intrigo, dei sotterfugi, della disonestà morale hanno fatto bandiera.
Da Settembre telefonate di nascosto, trame degne della peggiore telenovela, insinuazioni e coperture di chi non merita nemmeno di essere nominato.
Non voglio che gente così povera di animo sia vicina ai miei figli.
La povertà può essere dignitosa e nessuno meglio di me lo può comprendere; ma quando si infanga e si permette che si infanghi la reputazione di chi ci sta aiutando, la povertà non è più una scusa.
E' infamia.
Tranquilla, io mi rialzo ugualmente.
Sono sempre stata una senza famiglia. Credevo di averne creata una allargata ed invece sono stata sfruttata senza un minimo di vergogna.
Ti prego, alla luce di tutto questo di venirli a riprendere nel più breve tempo possibile, per me anche domani.
Non ho più intenzione di continuare così nè di essere presa più in giro.
Tanto l'aumento è in arrivo per cui possono attenderlo presso la loro abitazione se ancora esiste.
Per il resto, ti prego, non chiamare Ciro se non per il piacere di salutarlo e ti prego di credermi se, pur sapendo che ti sarà difficile, sarò sempre felice di vederti.
Tua sorella Alessandra.



quella che avete appena letto è la mail della mia sorella di roma, arrivata alle 21,15, ero a cena con Andrea , Giulia e Alessandra. Facevamo la pizza, a mano , tutti insieme, girava il dvd dei Depeche Mode che Giulia mi ha scaricato, fumo di lucky strike e marlboro da checche per tutta la cucina.
io non so che stia succedendo.
so solo che giovedì andrò a riprendere i miei genitori, e li porterò qui, a casa loro, nella stanza che avevo destinato a me e che sono solo felice di non aver riempito coi miei quadri.
ah, sono anche felice di aver accolto giulia quando la mia ospitalità poteva essere ai massimi livelli.
non posso fare un progetto, non posso pensare a niente.
non riesco, proprio non riesco,
sul contenuto di questa mail penso ci sia poco da aggiungere,
parla da sola, abbonadantemente.
averla condivisa qui, con voi, credo sia il mio modo di far sapere a entrambe che anche se non ci vediamo tutti i giorni, e vale per tutt'e due, siete importanti e ho bisogno di mettervi a parte della mi avita, anche di quando va a scatafascio.
credo di essere della stessa pasta di mia sorella alessandra, per cui mi rialzerò anche stavolta.
ma sarà una bella botta, e una bella spinta a finire l'università.
i miei progetti di tentare la via di una scuola di giornalismo (leggi LUISS, roma) si fanno sempre più nitidi e ho bisogno che lo siano per potermici aggrappare con unghie e denti e non finire la mia vita a fare la badante di una madre invalida, madre che amo ma alla quale non di meno riconosco molti errori, primo fra tutti , la sua incapacità di prendere una posizione.
auspico una partenza da casa di mia sorella, che se non sopportavo prima, ora mi da proprio ai nervi, perchè in una situazione in cui soffriamo in:
1. alessandra
2.suo marito
3.i bambini, Manfredi soprattutto
4.mia madre
5.io
mia sorella Ilaria sarà certo capace di essere felice del ritorno a casa della mamma.
a ora non sa niente, non le ho detto niente.
chissà che i 4 mesi della mamma in clinica non arrivino presto, per me sarebbe una scappatoia mentale utile, riesco a pensarlo e a non sentirmi egoista, pensate un po'.
non riuscirò a dormire e neppure a stare sveglia, si tornerà al lexotan a breve ,e sì, cele , ti richiederò lo xanax, sappilo.
sto male di quel male che ti fa pensare che il suicidio non è un'alternativa solo perchè ti fa ppaura il dolore , quello che potresti pensare di te nell'esatto momento in cui lo fai, e come sarà il tuo corpo appena esalato l'ultimo respiro.
e poi perchè dovrei morire io perchè sbagliano tutto loro?
io credo di avere una struttura molto fragile a dispetto delle spalle larghe che ho dimostrato, fragile e fatta interamente di patrimonio emotivo che non mi sostiene più, che non esiste più.
sparire qui.
avere il futuro ipotecato, oltre alla casa e i debiti pregressi .
sparire qui.
Qui si può sparire senza saperlo.

vi abbraccio, tento di dormire.

lunedì 13 novembre 2006

The better you look, the more you see.




Benissimo, benevenute a tutte,
va' che belle che siamo venute tutte, qui. A parte che io mi devo tagliare i capelli. è evidente.
Vediamo di spiegare a chiare lettere a cosa serve questo blog, visto che fra tutte ne abbiamo , in condivisione, un minimo di un altro, e un massimo di altri due.

Semplicemente succede, nel quotidiano reale come in quello virtuale, di tirar su dei personaggi, delle immagini di sè stessi che agiscono e si muovono a seconda di come gli altri si aspettano da loro. E non è mancanza di carattere, non dipende da chi c'è dall'altra parte e neppure dal grado di "capacità di bluffaggio" del singolo. E' parte del gioco.
Se c'è una cosa che ho scoperto, dalla mia appassionante lovestory che mai comincerà, è che indossando panni altrui si ha meno pensiero nell'agire, nel rispondere, nel comportarsi.
La maschera, il personaggio che indossi, se lo indossi dichiaratamente è più te di quanto Cathy non sia Heathcliff.
E' paradossale, ma è il solito vecchio gioco dell'attore di cui parlava Pirandello e del quale certo non mi voglio mettere a discettare ora.
La proposta è di sfruttarlo, sfruttiamolo per non doverci porre il problema di chi legge cosa, per poter avere un linguaggio in codice ellissiano che ci permette di non fare figure di merda come la mia ultima ben nota a entrambe, mie care. Insomma,quando Paul mi ha beccato in evidenti atteggiamenti melensi, eviterei di fare il bis, ecco.
E Jamie, sapevi che Chloe è stata in weekend romantico con Victor?Cariiiiiiiiiina.
Vi piacete, care? 3 belle gnocche, chloe particolarmente esuberante, direi.
Attendonsi post, lavagnette, foto, e quant'altro.
Adoro questa nuova moda newyorkese degli OpenSpace, ma due tendine qua e là, non sarebbbero male.
In tessuto Cavalli, or sort of it.