martedì 27 marzo 2007

...

Ho chiesto a Victor cosa pensasse dei miei occhi.
Stavamo dormendo e forse era stanco.
Si è girato dall'altra parte e ha pensato che fosse una delle solite cose che gli chiedo, quelle senza senso, che non capisce.
"quelle cose che dici ogni tanto tu", come fossi una malata di mente.
Ho avuto paura ad addormentarmi, per paura di fare ancora quel sogno.
Così ho chiesto a Victor cosa pensasse di Christopher Walken e lui ha risposto biascicando: "cosa vuoi che ne pensi?
Non so, dico, cosa ne pensi di lui, come attore, come persona.
"Non mi ricordo nemmeno che faccia abbia".
Così mi sono girata dall'altra parte e ho cercato di dormire, con scarsi risultati.
Alle 4 mi sono alzata e sono andata in cucina. C'era il coinquilino di Victor che mangiava dei cereali all brein nel latte freddo. Ho chiesto a lui cosa ne pensasse di Christopher Walken e lui ha risposto:"grande attore".
"E di Vincent Price, cosa ne pensi?"
Ma non sapeva chi era Vincent Price e mi è risultato difficile spiegarglielo.
Sono tornata a dormire e per un pò credo anche di esserci riuscita.
Al mattino sono uscita per comprare il giornale, ho camminato un pò per Torino e mi sembrava di starci da anni. Mi sembrava di esserci arrivata un'infinità di tempo prima. E invece erano solo poche ore. Ho detestato questa sensazione di familiarità che mi ha accompagnato tutto il giorno.
Non ho detestato camminare fino al fiume dandogli la mano. Solo per pochi minuti, altrimenti si spaventa, troppo affetto.
C'è più amore e affetto in quel gesto che in mille altri considerati più intimi. Gesti che facciamo da tantissimo tempo e che per tanto tempo hanno perso significato.
Credo che questi giorni nella città che è diventata sua siano valsi solo per quel gesto, che ho fatto con estrema spontaneità senza sentirmi fuori contesto, come mi sento spesso.

Per il resto, il progetto è di dare 3 esami in una settimana.
Cazzeggi un anno, recuperi in una settimana. Verrebbe da dire viva la riforma ma pare troppo anche questo.
Oggi all'esame di marketing ho cercato pure di copiare e non avevo nemmeno capito la domanda, quindi non sapevo dove cercare.
Ho aperto il quaderno da sotto i piedi, cercando la pagina in cui pensavo ci fosse la risposta. Non riuscivo a capire dov'era la risposta, forse era il capitolo 1, il capitolo 2? Quale libro? La dispensa?
Andassi a lavorare, guadagnerei felicità. E pensare che un tempo mi piaceva l'università, pensare che non avevo mai avuto bisogno di copiare ad un esame, pensare che mi piaceva studiare e ritenevo inutile non farlo e prendere voti solo perchè ero capace di leggere un bigliettino scritto in piccolo. Così non ho trovato la pagina che cercavo.
Ho girato lo sguardo al tipo dietro di me, vecchio compagno della vecchia facoltà.
Lui, lo so, dal primo anno (ormai una vita fa) copiava sempre.
"Passi?" - chiedo io.
"Passo" - dice lui.
E nelle mani, in un biglietto stampato formato times new roman 8 la risposta alla domanda.
Copio e scrivo.
Il tipo accanto a me ha un piccolo palmare tra le gambe, ci ha scaricato dentro tutte le slide del corso. "Sono pure in pdf, facilissimo metterle dentro" - mi dice prima di iniziare il compito.
Verrebbe voglia di alzarsi, gridare e dire: che merda fare l'università in questo modo.
Ma ci sarebbe da rispondere: potevi studiare meglio.
Fatti i cazzi tuoi.
E' sempre stato così.
Comunque solo chi studia va avanti.
In ordine sparso e da voci diverse.
Invece finito il compito consegno, magari mi bocceranno, magari prendo un voto basso, magari alto, magari non mi interessa nemmeno.
Le facce sbalordite dei miei compagni, che non conosco per niente, mi fermano per dire: "hai copiato anche tu?"
Giovedì ho un altro esame, è orale quindi non si copia. Si inventa e si fa leva sulla proprietà di linguaggio. So già anche l'assistente che mi interrogherà sul quale fa leva una certa, come dire, predisposizione all'ammiccamento.
Ma io non le faccio queste cose, non copio nemmeno.

lunedì 26 marzo 2007

Not quite sure?

Per il resto, la vita stenta a scorrere in maniere coerente, ed io faccio fatica a mettere insieme i pezzi.


sapessi io , amore mio.
sapessi la mia di fatica, a rimettere insieme i pezzi di Lauren, e separarli da quelli di Paul.
e ogni volta che penso di esserci, di aver fatto due pilette perfette, te ne riesci dal nulla , perchè ti manco.
il libro che ti ho regalato una vita fa, e che mi dici di aver iniziato stasera, non ti farà bene, ti regalerà una maggiore coscienza, e non ti potrà dare sollievo. leggilo, sì. leggilo.
vorrei riuscire a buttar giù una mail di risposta dove riesca a esprimermi senza filtro, senza andare avanti in questo idiotissimo gioco delle parti, ma ne uscirebbe chissà quale ridicola e patetica lettera d'amore, e mi pare che di questo non se ne senta davvero più il bisogno, ho già dato abbastanza, immagino.
Poi mi parli di un nuovo equilibrio, dici che lo stai basando sul guardare avanti senza poggiare più sulle sicurezze che già hai, e mi viene da ridere, proprio mentre a me -dall'esterno- viene rimproverato di non saper essere nel QUI e ORA [illico et immediate, ndR] , di non saper fare a meno di guardare avanti , e di riguardare indietro, di rinunciare a me stessa nel presente per star dietro a quella che sarò , o a quella che sono stata.
Dici di aver pochissimo tempo per te, e credi di poterla considerare una fortuna, suppongo tu abbia ragione, io non riuscirei a stare troppo tempo da sola con me stessa, se fossi in te: troppe cose con cui dover scendere a compromessi, limiti da accettare, desideri da eliminare o soddisfare. Meglio così, "meglio se mi tengo occupata", penserei.
Mi manchi , e questo non si potrà mai dire in nessuna mail, come tu mi insegni anche in quest'ultima ; alle volte penso che il peso delle cose che non ci siamo mai detti, gravi su di noi in maniera così opprimente da obbligarci a intrattenere conversazioni artefatte, nelle quali si parla di esterno, di spersonale, previa accurata scelta lessicale che inevitabilmente mette in evidenza quello che si omette anzichè quel di cui si parla.
Chi stai vedendo, Paulie? Mnh? Chi?
Per adesso, odi tutti quelli che ti circondano, dici. Capisco, succede spesso anche a me, ma io non ti chiamo per dirtelo, dicendoti indirettamente che tu fai eccezione, io so sparire come si deve. sparire qui, per essere trita e ritrita, ma con coscienza.

E tu?

E io? Io annego in una marea di cose, cado dentro attori in pieno monologo, sollevo derisorie sopracciglia ad ala di gabbiano molto spesso, leggo tantissimo, ascolto consigli per guardarmi bene dal seguirli , devo imparare ad abbassare la frequenza delle pulsazioni della mente- mi si dice -, dormo poco e male, combatto con la caducità del corpo -anche se non il mio- quotidianamente, progetto spettacoli teatrali, perdo il mio tempo con nani da giardino, e cerco di non pensarti , di dimenticarti senza dirti niente, di non odiare gli altri perchè "rei" di non essere te.
come patetismo direi che ci siamo, per la parte ridicola ti rimando a settimana prossima, dato che l'ultima cosa che ho progettato come "Lauren che guarda avanti" è un fortuito viaggio a nord [avevo preso libero per cause genitoriali come sempre, e poi mi ritrovo a non lavorare ma inchiodtaa a firenze? non sia mai] , attraverso alcune città , attraverso quelle persone che ci vivono che so essere capaci di effetti benefici sulla sottoscritta, ognuna a modo suo ovviamente.
Alle volte vorrei poterle avere tutte vicine e facilmente raggiungibili, ma la distanza , come diceva mia nonna , sta ai rapporti come l'acqua al fuoco: estingue ciò che è piccolo, aumenta ciò che è grande. Vale la pena.

Curioso, vale anche per noi, credo.
Per il resto, cha..cha....cha, Paulie, per la tua mail dovrai ummm... aspettare il mio ritorno, tipo.







Bene, la seconda parte del post, decisamente ludica, invita tutti a suggerire quali canzoni infilare nell'mp3 per un viaggio che non mi vedrà mai per più di di dodici ore nella stessa città, quali libri portarmi via, quali imprescindibili capi di vestiario infilare in valigia, se prender su un trolley una valigia uno zaino o una borsa, e varie ed eventuali.
Se poi aveste riconosciuto la vostra città nei francobollini qua sopra, e poteste persino essere tra coloro i quali mi potrebbero far bene all'anima, attenti un po', perchè potrebbe squillarvi il telefono, tra martedì e venerdì.

sabato 24 marzo 2007

stenografia emotiva di un pensiero

Letizia Russo ha 25 anni, come me, come Jamie.
Ha fatto il liceo classico a Roma, dove è nata, e non frequenta università nè tantomeno ne ha frequentate, ha scritto un fottìo di testi teatrali nonostante l'età - la stessa mia, ribadiamolo , facciamoci male - e un testo teatrale degno di menzione , che si chiama Tomba di Cani, col quale ha vinto il premio Tondelli al RiccioneTeatro.
E io lavoro in una libreria. Ci saranno dei perchè , presumo.
Mi piace da matti, anche quando la rappresentano di merda, ed è una vita che aspetto di vedere un suo nuovo testo, per cui fiera e determinata, ieri esco dal lavoro e mi dirigo immediatamente al Teatro Studio appena fuori città. Nel foyer io, 6 giornalisti di cui 4 identificabili per nome cognome, e tipo ... umm... 23 ? 25? diciamo 27 [ma esagero] spettatori paganti, più della metà omosessuali, dato che lo spettacolo "Primo Amore" si inscrive nel programma di DiversaMente, rassegna teatrale a cura di Azione Gay e Lesbica.
Benissimo , care, la vostra Lauren ha i nervi così a fior di pelle [ o "le arterie principali così tragicamente esposte"? non saprei come dire, per dovere di cronaca ] , da non trovarsineppure particolarmente a disagio con sé stessa nel sentire, durante lo spettacolo, gli occhi allagarsi, e poi sciogliersi lungo il collo, in un silenzio da cerimonia, con la gola stretta a doppio nodo,
ingoiare saliva ,
ingoiare saliva .

Non succedeva dai tempi di Anna Cappelli, Lauren collezione autunno inverno 2003, nel bel mezzo del monologo di Anna, in cui lei si appresta a mangiare il cadavere del marito per poterlo tenere con sé per sempre - il tutto spiegandogli che lo cucinerà a dovere come se cenassero assieme loro due, che inizierà dal cervello che le è sempre appartenuto poco visto che lui è riuscito a nasconderle delle cose, infine che le viene da piangere perchè tutto le sembra ,davanti al cadavere, così inutile - proprio a metà monologo, Lauren è caduta dentro l'attrice. Caduta dentro, come se fosse lei a gridar fuori tutte quelle assurdità, proprio come se fosse lei ad aver ucciso chi amava e si stesse apprestando a dissezionarlo per metabolizzarlo.
Come si fa alla fine di ogni rapporto.
Magari non fisicamente, ne convengo.
Allo stesso modo ieri sono caduta dentro di lui, dentro questo tizio che tornava al paesello dopo anni e incontrava il suo primo amore, il suo "Dio quindicenne", che aveva pregato di non crescere mai, di non farsi vedere né a 30 né a 40 né oltre, e che invece malgrado ogni preghiera è cresciuto, invecchiato e "guardati, con addosso quella tana di grasso in cui ti sei infilato per scappare da me", ed è rimasto lo stesso che era, la stessa vigliaccheria ,sempre lì, senza lasciare il paese, senza dichiarare la sua omosessualità;
sono caduta in questo tizio e ho sentito il naso diventare rosso e i condotti lacrimali riempirsi in un momento che diceva più o meno così

"ci siamo mangiati per mesi, per mesi ci siamo mangiati, un gioco , un film , vieni un po' da me, un bicchiere, i bottoni che dovevamo raccogliere da terra e ricucire in fretta, i tentativi di nascondere quello che stavamo facendo agli occhi dei tuoi che ci sorpresero , far finta di lottare come fossimo Uomini, come gli Uomini ci si aspettava noi fossimo, ci siamo masticati per mesi e mesi, e usavamo tutto, avevamo imparato tutto mangiandoci in pochi mesi, ad utilizzare le dita , il culo , il cazzo, e l'amore - PAUSA - pure"

Ecco, credo di non aver più retto, proprio sul "pure". Trattato alla stregua degli organi , degli arti, così funzionava. Così funziona ancora, immagino.

Lo sapevo fare anche io.

mercoledì 21 marzo 2007

per la serie: "non esistono più le mezze stagioni"


Oggi 21 Marzo primo giorno di Primavera.

E non sai se hai più voglia di prati fioriti col sole sulla fronte oppure di castagne cotte nel camino e chalet di montagna.
Le vostre risposte già le so. Ma visto che sono l'incarnazione dell'indecisione io scelgo a fatica.

Inizieranno a nascere gattini che riempiranno di nuovo il canile per la stagione degli abbandoni.
Arriverà la frutta rossa e arancione, quella buona, mica come le mele, che sono faticose, diciamocelo, da mangiare.
Voglia di motorino e serate a parlare con un'amica sugli scalini di qualche palazzo.
Di gelato.
Progetti di fine settimana al mare.

Senza contare che tocca riaccendere il riscaldamento perchè fa un freddo cane e su Monte Morello c'è pure la neve.
E' proprio vero che non esistono più le mezze stagioni.

Proud to be bald


I DON’T CARE ABOUT MY HAIR,
ABOUT MY HAIR I JUST DON’T CARE
AND IF YOU CARE ABOUT MY HAIR,
MAYBE YOU SHOULD GO SOMEWHERE,
CAUSE I DON’T CARE,
I DON’T CARE ABOUT MY HAIR,
AND YOU DON’T CARE,
YOU DON’T CARE ABOUT YOUR HAIR,
AND IF YOU SAY YOU CARE,
WHAT THE HELL YOU’RE DOING THERE,
YOUR HAIR WON’T GROW UP THERE
UNLESS YOU SHOW YOU REALLY CARE,
CAUSE IF YOU CARE,
REALLY CARE ABOUT YOUR HAIR,
YOU SHOULD DO SOMETHING ELSE,
SOMETHING ELSE ABOUT YOUR HAIR,
I DON’T CARE ABOUT MY HAIR, ABOUT MY HAIR I JUST DON’T CARE ......
Testo offerto da Gomo
riferimenti al nuovo taglio di capelli e alla minaccia di diventare calva, offerti invece da Chloe Byrnes.

martedì 20 marzo 2007

Per l'agendina del chi cazzo se ne frega


Annunciato un nuovo straordinario concerto a Firenze, Piazzale Michelangelo il 30 maggio

Dopo essere stati il primo gruppo ad annunciare un concerto nel nuovo stadio di Wembley (il 16 giugno 2007 con replica il 17 giugno, per un totale di 150.000 biglietti) , i Muse, la più ambiziosa e prolifica live band inglese aggiungono una seconda data in Italia oltre a quella nella prestigiosa Arena di Verona il 16 Luglio 2007: il nuovo concerto si terrà a Firenze il 30 maggio in un contesto sempre molto particolare, lo scenografico Piazzale Michelangelo. I concerti italiani giungono a coronamento della fama che il gruppo ha acquisito negli anni e dopo la definitiva consacrazione dello spettacolare tour sold out di dicembre 2006 (a Roma, Palalottomatica, Bologna, Palamalaguti e Milano Datch Forum) che ha totalizzato oltre 33.000 spettatori. A conferma della eccezionale dimensione live della band i Muse hanno appena vinto il premio come Migliore Band Live ai Brit Awards del 2007 e Miglior Gruppo agli NME Awards 2007. L’ultimo anno è stato e blablablablabla.... e poi non mi interessa più...


diosanto, che bellezza.
così se la cara Chloe mi bidona la trasferta al Benicassim,
sono comunque a posto. Al piazzale Michelangelo.
Al piazzale.
Intanto rifrulla Thom Yorke nel lettore.
che come ha detto Jamie, che faccio notare essere stata morsicata da un canide giusto stamani
- così impara a portarsi dietro tutti i suoi lavorii mentali quando va in canile. le bestie la sentono e l'azzannano -
"questo si lamenta. paiono i muse."

anfatti.
w i lamenti.

"NON DOVRESTI GUARDARE TUTTI QUEI FILM"

Oggi ho sognato Christopher Walken.
Vestito e pettinato come nella Zona Morta, la parte prima dell'incidente e del coma.
Ero nel teatro dell'ultima scena del film, c'era Victor che parlava dal palco ma le parole non le ricordo.
Poi sono entrata e Christopher mi è corso incontro però zoppicava, come dopo l'incidente. Aveva gli occhiali, il caschetto ed era tutto bagnato.
Gocciolava ovunque sul pavimento del teatro.
Aveva in mano una di quelle aste che si usano per appendere i vestiti in alto.
Mi ha sbattuto per terra e mi ha cavato gli occhi.
Però non c'era sangue o cose del genere, solo due occhi che rotolavano ai lati del teatro. Uno a destra e uno a sinistra.
Victor è sceso dal palco e si è avvicinato a Christopher Walken, gli ha messo una mano sulla spalla e poi mi sono svegliata oppure non mi ricordo come è andato avanti il tutto.
Uno dei sogni più nitidi della mia vita. E non è nemmeno la prima volta che lo faccio. In modalità diverse ma il concetto è sempre lo stesso.
Una volta Victor ha schiacciato uno dei miei occhi.
Una volta ha premuto l'asta per i vestiti sulla mia testa.
Altre volte lui non c'era e c'era solo Christopher Walken.
Una volta c'era anche Vincent Price.
Devo trovare il modo di dirigere questo sogno. Una specie di finale che se lo penso da sveglia poi magari finisce che succede anche mentre dormo.

Carissime questa sera su Rete 4 ore 23.35 American Psycho.
E per il resto se volete potete anche acquistare la statua di Christian Bale vestito da Patrick Bateman.
In dotazione:
Valigietta
Ascia
Coltelli
Pistola Sparachiodi
Videotape (Porno ovviamente)
Walkman
Mani di ricambio
Base a forma di pavimento con giornale
alta 25-30 cm circa

Le mani di ricambio sono la cosa che mi inquietano di più.

sabato 17 marzo 2007

A Jamie, a fronte dei discorsi di ieri sera, e un po' per stasera.

Dalla donna che sono
mi succede, a volte, di osservare nelle altre, la donna che potevo essere;
donne garbate esempio di virtù, laboriose brave mogli, come mia madre avrebbe voluto.
Non so perchè
tutta la vita ho trascorso a ribellarmi a loro.
Odio le loro minacce sul mio corpo
la colpa che le loro vite impeccabili,
per strano maleficio mi ispirano;
mi ribello contro le loro buone azioni,
contro i pianti notturni sotto il cuscino,
contro la vergogna della nudità sotto la biancheria intima, stirata e inamidata.
Queste donne, tuttavia, mi guardano dal fondo dei loro specchi;
alzano un dito accusatore
e, a volte, cedo al loro sguardo di biasimo
e vorrei guadagnarmi il consenso universale,
essere "la brava bambina", "la donna per bene", la Gioconda irreprensibile,
prendere dieci in condotta dal partito, dallo Stato, dagli amici, dalla famiglia, dai figlie
da tutti gli esseri che popolano abbondantemente questo mondo.
In questa contraddizione inevitabile tra quel che doveva essere e quel che è,
ho combattuto numerose battaglie mortali,battaglie inutili,
loro contro di me- loro contro di me che sono me stessa -con la psiche dolorante,
scarmigliata,trasgredendo progetti ancestrali, lacero le donne che vivono in me
che, fin dall'infanzia, mi guardano torvo
perchè non riesco nello stampo perfetto dei loro sogni,
perchè oso essere quella folle, inattendibile, tenera e vulnerabil
che si innamora come una triste puttana
di cause giuste, di uomini belli e di parole giocose
perchè, adulta, ho osato vivere l'infanzia proibita
e ho fatto l'amore sulle scrivanie nelle ore d'ufficio,
ho rotto vincoli inviolabili e ho osato godere del corpo sano e sinuoso di cui i geni di tutti i miei avi mi hanno dotata.
Non incolpo nessuno.
Anzi li ringrazio dei doni.
Non mi pento di niente, come disse Edith Piaf:
ma nei pozzi scuri in cui sprofondo al mattino, appena apro gli occhi,sento le lacrime che premono, nonostante la felicità che ho finalmente conquistato,rompendo cappe e strati di roccia
terziaria e quaternaria,vedo le altre donne che sono in me, sedute nel vestibolo
che mi guardano con occhi dolenti e mi sento in colpa per la mia felicità.
Assurde brave bambine mi circondano e danzano musiche infantili... contro di me;
contro questa donna fatta, piena, la donna dal seno sodo e i fianchi larghi,
che, per mia madre e contro di lei,
mi piace essere.






[Gioconda Belli]



vedi di dare tue nuove al più presto, il resoconto del mio rendezvous può attendere, del tuo lo esigiamo quasi in tempo reale, essendo di natura Alta, Altissima.

venerdì 16 marzo 2007

STORIE DI PROVINCIA

E' crollata la casa della pazza del paese.
Retaggio culturale di questo piccolo posto in cui mi ritrovo a vivere. Meno di 2000 persone.
- Ma siamo di più, zia.
- No, quelli sono nuovi, non si contano. Un tempo due cascine e il resto campi. Ora, la strada statale e magari allargano pure la scuola.

Resta nei vecchi 2000 la pazza del paese.
- Quella è una strega.
- E' matta come suo fratello, che faceva camminare la moglie sempre tre passi davanti a lui e un giorno lei lo ha buttato giù dalle scale.
- E' matta come il figlio che ha abbandonato quando aveva tre anni. Ora chissà dov'è, in paese lo avevano visto tutti, poi un giorno se lo sono portati via.
- Gente estranea non ce la voglio a casa mia.
Gridava la pazza una sera d'estate quando ero più giovane. Quando erano venuti a prenderla perchè aveva minacciato un proprietario edile con un falcetto di campagna e gli aveva bucato mezzo stomaco.
- Non faccio entrare nessuno!
Gridava quando l'hanno messa sulla macchina che lampeggiava quella sera d'estate e l'impreditore del mattone, unico investimento sicuro di questi tempi, stava in ospedale ad inveire contro la pazza.

Poi è tornata a casa, più vecchia e più pazza di prima. Girava sempre con stivaletti rossi, prendeva il pullman alla fermata davanti alla chiesa, faceva tutta la corsa, fino al paese più grande. Poi aspettava al capolinea, attaccava bottone con i ragazzini del liceo classico che stava dietro la fermata, prendeva di nuovo il pullman e se ne tornava a casa.

- Hanno sparato al sindaco.
- E chi è stato?
- La pazza del paese!
Un giorno, un altro imprenditore edile aveva preteso diritto sulle sue proprietà e lei era andata in comune con una pistola. Aveva tentato di sparare al sindaco ma non ci era riuscita. in fondo era solo una vecchia pazza, una donna di altri tempi, al rogo solo pochi secoli fa.
Aveva ferito un vigile che aveva tentato di fermarla, con il calcio della pistola, gli aveva rotto un timpano.
Così l'hanno portata in un manicomio dalle parti di Brescia. Un carcere psichiatrico. Non si raccontava più nulla di lei, non si sapeva più niente.
Intanto il fratello, l'ubriacone del paese, era morto ma lei non si era vista al funerale.

Dopo qualche anno si è rivista in giro.
- E' tornata la pazza del paese - mormoravano le donne al mercato.
La si vedeva girare con un passeggino blu. Dentro niente bambini, solo cartacce. Un giorno si iscrisse ad una gita organizzata dal prete e pretese di far salire con lei il passeggino. Non voleva lasciarlo nel bagagliaio, voleva che gli fosse riservato un sedile. Nemmeno la benevolenza del prete fecero salire il passeggino sull'autobus e un'intera schiera di fedeli e caritatevoli anziani lasciarono la piazza della chiesa, con un pullman mezzo vuoto e la vecchia pazza e il suo passeggino come uniche ombre sulla piazza.

Una mattina ho sentito un tonfo. Dal mio balcone. Sono uscita e ho visto della polvere rossastra che saliva verso il cielo pochi metri più in là.
- E' crollata la casa della pazza - gridavano già le voci per la piazza.
Con mia madre sono andata a vedere cosa fosse successo. La casa era vecchia, scricchiolante come l'anima della sua proprietaria.
C'è chi giura di averla vista piangere, quella mattina.
Di averla sentita gridare: ci dovevo essere io lì dentro.

giovedì 15 marzo 2007

Swingin' with Django

Il mio eroe del giorno è lui, è Django.
Perchè dopo tipo una settimana di irragionevolezze, incomprensioni e litigi, il mio quasi ottuagenario genitore mi è venuto incontro a metà mattina semidanzante con gli occhietti brillantissimi e mi ha detto

"Embè? E mo' chi è che se mette a copia' Benny Goodman?"

"E' Django Reinhardt , papà. Ed è nato prima di Goodman."

"Ma tu nu' o sai, ma io ce l'avevo tutti eh, ce spennevo 'n sacco de sordi nei dischi di Benny"

Per un attimo , siamo coetanei. Io quando parlo dell'ultimo dei Gomez, devo avere la stessa faccia. E parla, parla , er sor Robbe', mi racconta e incanta, stamattina.
Aver passato la settimana a scannarsi, gli impiastri che mi combina in cucina, le cose che non si ricorda di fare, l'aria vagamente assente nel dopopranzo, l'insulina che fa finta di farsi credendo di fregarmi ; spariscono tutte mentre mi racconta dei dischi che comprava e delle donne con cui li ballava. Delle donne con cui li ballava, soprattutto. Jamie lo sa benissimo, non la posso invitare a cena senza che il Signor Trastevere attacchi una corte infinita e audace. Anche se mai offensiva.
Alle volte, forse, sono troppo dura. Il genitore ha in sè un lirismo infinito alle volte.
Senza forse.

Buona giornata ragazze, oggi ho un po' da pensare a come sto al mondo, temo.

martedì 13 marzo 2007

è arrivato il freddo




mi
sento
assolutamente
priva
di
qualsiasi
sentimento
dolore
emozione.

E come mi si può chiedere di prendere una decisione quando di certezze non ce ne sono più?

"rimettere insieme i pezzettini"

E' da un po' che si son persi al vento.

E i pezzettini non sono altro che coriandoli, coriandoli di me, per le strade, dovunque, a terra calpestati da sconosciuti.

Ma Carnevale è finito ed è di nuovo inverno quando tutti sono al sole.

domenica 11 marzo 2007

la vedova bianca

Come sia successo , mi sfugge.
Però ormai inizia a essere evidente, e ammetto io stessa di capacitarmene male.


Il nuovo anno mi ha visto stipulare una promessa con me stessa, ossia "basta con le 'strette-di-mano'", con gli 'amici-di-coscia' e in generale con tutto quel che passa dal letto senza bisogno di filtrare per il cervello più del tempo necessario allo svolgimento del tutto [dall'aperitivo fino alla fuga pre-risveglio] . E non perchè stia pensando di prendere i voti, anche se so di dare un dolore alla cara Chloe - che a un certo punto ci ha sperato - nemmeno nella prospettiva di finire unica monaca in un monastero . E no, nemmeno perchè abbia un desiderio di inconscia 'rivergination', o perchè stia aspettando l' UomoDellaMiaVita.
Perchè è fondamentalmente noioso. Trita, noiosa, ginnastica da letto.
Non è più sostenibile, al quarto di secolo suonato, trovare ancora intrigante o utile la finalizzazione degli incontri alla scopata, come se una volta finito ci si alzasse dal letto [o da dove si è, non mi fate le puntigliose] diversi, cambiati, come se non si trattasse solo di energia da canalizzare e dimenticata non appena canalizzata.
Non ci trovo diletto, in quest' "ObiettivoGodimento", che spesso pretende pure di avere i tempi brevi, tutte le agevolazioni del caso e magari anche una gratificazione verbale esclusivista , del tipo "Come te nessuno mai". Per fare che? Non c'è gioco, non c'è divertimento, non c'è strategia.
Che stia aspettando l'UomoDellaMiaVita davvero? Urca.
No, dubito. Un complice, come già detto, basterebbe. Solo, sembra che sia decisamente meno facile. Il fidanzatino di cui poco ti frega con cui fare i cenini e le passare le [brr...]'feste comandate', è alla portata di tutte, poi magari si ha poco da dirgli [vedi alla voce: errori di Lauren], ma si trova facilmente.
Un complice no.
E quando lo si trova, la sua scioltezza e disinvoltura poggiano le loro solide basi su un rapporto di convivenza con un'altra, o come minimo su un fidanzamento eterno. Sembra quasi che per essere predisposti a un rapporto di questo tipo, abbiano bisogno di averne già uno "canonico" e rodato su cui contare, come se non si muovessero senza paracadute.
Sotto questo aspetto parlo anche per quel giovane e prestante GiornalistaInAsciugamano, del quale celebro un nuovo ingresso sotto i miei spalti - come direbbe quella grandonna di Lady Macbeth- giusto stasera.
Un Visconte di Valmont per la Marchesa de Merteuil, tipo. Mnh.
Se lui non avesse una sua Madame de Tourvel, come in effetti ha, tutto sarebbe diverso, anche se non necessariamente migliore.
Ci vuole qualcosa di diverso anche da lui però, di più costante, e nel contempo di meno palese, di meno tristemente prevedibile del solito. Meno normale, e in culo il progetto di massificazione.
Tanto non ci siamo portate, e lo sapete, punto.
Non ai livelli di Paulie - so che ci state pensando - non così tanto schizofrenico, no ; chè lì il rischio innamoramento è in agguato costante. Un po' meno di Paulie , un tant sopra la media.
E' tutta colpa dell'amico di mio cugino, hai presente Chloe? Mi ha fatto una telefonata così palese, così ovviamente diretta, che manca poco nemmeno il culturista col cervello da casalinga ci sarebbe riuscito. Mi si è invelenito il dente, da cui, eccomi a infamarli come fossero tubi digerenti con pretese riproduttive. Ma no , ma no. Mica tutti, vivaddio. Sarei già interamente sull'altra sponda, se così fosse.
Il rendezvous di stasera è un pensiero che mi tranquillizza, e se vi steste chiedendo se sia possibile inserire pure TheJournalist tra quelli che di strategia poco ne sanno, la risposta è NO, altrimenti non mi divertirebbe più neppure lui.

buona giornata belle bimbe
Jamie ti chiamo sul tardi dal lavoro, Chloe il tuo pacco parte domani,
oggi ho i tempi strettini.

ah , ho trovato un'immagine del mio tanto sbandierato cuore di granito, va'che bello!


non trovate?

sabato 10 marzo 2007

Questa notte ho sognato Jamie.
Ho sognato il suo desiderio di essere compresa e la sua volontà di ricevere attenzione.


Ora, non dormo. Ho una casa vuota e 24 anni.
Non è solitudine perché se volessi basterebbe una telefonata.
sei per sempre solo quando equivale a questa notte
Non so che cos'è.
E' l'essere tornata a casa da due genitori per sentire il senso della famiglia e pensare che una famiglia l'avevo prima.
E non è cattiveria o indifferenza. Non lo so cos'è.
avevo vent'anni e ho cominciato a rimpiangerli dal giorno successivo
E' un amico che mi dice che non so chiudere le cose, che ho paura delle cose nuove, delle nuove situazioni. Come aver vissuto per anni ferma e immobile solo perché se cammini puoi cadere.
io sono invece come la medusa, che vive sottacqua e che a contatto con la terra muore all'istante
E' guardare per l'ennesima volta quegli occhi e dirgli di andare via e vedere le sue spalle e non poter fare a meno di abbracciarle.
come un vento che rende stupidi hai alzato le mie idee costringendomi a pensarle
Vorrei tornare all'anno scorso, a quella sera di aprile.
Al camminare nella notte in una città che non era la mia e pensare che ci si poteva provare ancora.
Vorrei tornare ad allora per dirti quel no che non ho mai avuto il coraggio di dire.
a volte vorrei lasciarmi andare, dormire per strada e farmi seppellire dalle stagioni
Vorrei avere la forza di amarti, perché tu lo fai senza paura. Vorrei una vita normale.
la mia ombra- tremolante fibra nel finestrino - mi fissa severa: il mio cuore non ha più colore ha preso il sudicio madore dei treni lenti della sera
Vorrei essere come le mie amiche di sempre, apparenza senza sostanza. La normalità spaventa tante persone ma io la inseguo da sempre. Perché così potrei amarti come tu vuoi. Senza problemi, senza legami ormai troppo lunghi e sfibrati.
ho scoperto che basta descrivere le cose per allontanarvisi, cerco sempre di sostituirmi nel bel mezzo di esse ma non mi riesce, tutti se ne accorgono e mi tocca allora essere invece che stare E questa notte ho ringraziato il mio amico che mi ha regalato le sue parole così ho avuto compagnia anche se intorno non c'era rumore.
il mondo è morto e così il mio cuore.

martedì 6 marzo 2007

SONO TORNATA (PERCHE', SEI ANDATA VIA?)

Facciamo un pò un resoconto di questi miei interessantissimi giorni.
Se non vi frega tornate a leggere Vanity Fair.
Tempo di lettura: 2 minuti e 30 secondi.
Venerdì sono andata a trovare una mia amica. Alla fine per dirla tutta non sono mai stata capace di intrattenere amicizie femminili veramente profonde. Conoscenze superficiali e con cui parlare di "quanto è figo quello" ne ho un sacco ma di persone del mio stesso sesso con cui mi piace parlare e con cui non mi scazzo di stare per più di 30 minuti veramente poche.
Lei, la mia amica del lago, è una di quelle con cui riesco a stare per addirittura tre giorni.
Alla fine ha una vita strana, amici strani che vivono fuori dal mondo moderno. Non saprei nemmeno descriverli con precisione perchè nemmeno li ho capiti bene.
Venerdì siamo andati ad un concerto, di gente credo svedese o norvegese o non so, uno di questi paesi del Nord che spero tanto di visitare un giorno. Il concerto è stato breve e senza un grande significato. Torno a casa della mia amica distrutta e molto ubriaca e mi metto nel letto di Barbie che sua madre mi prepara sempre. "Perchè tu ormai sei come la nostra seconda figlia". Che io ogni volta che me lo dice, vorrei piangere e abbracciarla e magari un giorno lo faccio. Chissà com'è abbracciare una madre.
Comunque mi metto nel letto di Barbie vestita e con le scarpe mentre la mia amica resta chiusa fuori di casa perchè ancora ferma al secondo piano e facciamo un casino assurdo e la mia mamma polacca mi sa che da venerdì notte mi ama un pò meno anche se al mattino mi ha fatto la colazione e mi ha dato una pastiglia per il mal di testa.
Sabato sono andata al concerto di Bugo ed è venuto anche il candidato per il mio nuovo amico dell'anno. Lui è carino e simpatico ma con una testa più incasinata della mia e questo mi spaventa un sacco. Gente normale, persone normali per guarire i proprio problemi.
Il concerto non so, mi sono anche annoiata un pochino in certi punti ma sono convinta che soffrivo ancora per la sera prima. Così io e il mio amico usciamo dal locale per guardare questa luna che diventava rossa e cerchiamo di fare le persone sorprese e meravigliate da questa grande cosa che "oh, la dobbiamo guardare perchè succederà di nuovo tra vent'anni".
Seduti sul marciapiede mi racconta del suo ultimo incontro dalla strizza (come direbbe Alison Poole) e mentre i suoi amici ci chiamano perchè ci stiamo perdendo il concerto, penso solo al letto di Barbie e al pranzo polacco della domenica che mi aspetta.
Mi dispiace salutare il mio amico che deve tornare a Milano da solo ma tanto ci vedremo presto.
Il pranzo della domenica è fantastico. Io mi sono pure svegliata prima di tutti per aiutare a pulire la verdura e tutto il resto, mentre la mia amica si sveglia a mezzogiorno e mezzo ancora distrutta dalla serata.
Gita sulla vespa il pomeriggio e me torno a casa domenica sera tardi.
Entro in casa e non c'è nessuno. Me ne vado a dormire. Lunedì mattina mi sveglio alle 8 e ancora non c'è nessuno, sono andati tutti al lavoro. Così mentre mi preparo anche io per andare a lavorare lascio un biglietto a mia madre: "nel caso ve lo foste chiesto non sono morta e nessuno ha fatto a pezzi il mio cadavere. Così non dovrete venirmi a cercare pezzo per pezzo."
Mia madre a mezzogiorno e un quarto mi chiama dicendomi che non ha apprezzato il mio biglietto. E alla sera lei e mio padre mi fanno tutto un discorso sulla mia vita, del tipo: " se vuoi ti chiamiamo ogni 30 minuti e ti diamo un orario a cui tornare".
Mah, reagisco al mio solito modo con il silenzio e me ne vado a dormire.
Intanto nel pomeriggio resto vittima di un attacco compulsivo di pulizia e ordine. Pulisco tutta la casa nei minimi particolari, balconi compresi. Victor si presenta per recapitarmi delle cose che mi appartengono. Credo faccia parte del nostro programma "convinciamoci a vicenda che non stiamo più insieme". Gli faccio un caffè e gli preparo un panino che si mangia davanti alla tv mentre io passo la scopa sul balcone. Dice: "fa molto coppia sposata questa situazione". Va bene, gli dico, è tardi e mi sa che è meglio se te ne vai. Non fa sforzi e si dirige all'uscita.
Intanto oggi ho pranzato con il mio amico della strizza e lui mi ha detto: "non me la sento di dire qualcosa a proposito". In generale. Mi piace un sacco. Non è che devi sempre esprimere opinione su tutto, come certe mie amiche femmine che parlano parlano solo per tenere in esercizio i muscoli facciali per paura che gli vengano le rughe prima dei 30.

Anche se in differita, ciao Cava...

Mi sento esattamente come il 9 luglio scorso, quando una notiziaccia ansa mi ha fatto sentire in colpa per aver passato il 7 luglio intenta a festeggiare il mio primo quarto di secolo, mentre Syd ci lasciava, a sessant'anni [in realtà era lui ad essere in ritardo di 30 anni sulla sua stessa morte, ma è sempre un dolore.]
Osvaldo Cavandoli, per tutti Cava, è morto il 3 marzo, e io intenta a normalizzarmi la vita in una discoteca di merda piena di Uomini&Donne.
La Linea, incazzosa e esigente, sempre a discutere col suo creatore, perchè infinita e indefinita, mentre Cava spesso la spezza, la riempie di personaggi, le disegna ostacoli di ogni tipo. Era bellissima, la Linea , ma aveva il difetto di essere stata associata anche nel post-Carosello alle pentole Lagostina, il che l'ha messa alla berlina della tv italiana, accusandola di richiamare il prodotto ad ogni apparizione. Come se, che so, SilvioMerdaMuccino non potesse fare alcun film perchè te lo immagini sempre mentre dice "Zero" a una qualche bambina bella, mentre scende da un pick up. Un paese di stolti, siamo.
Cava ha continuato all'estero, in Germania con la Linea in versione erotica, ad esempio.
Noi non avremmo saputo che farcene, evidentemente.
Forattini ci piace tenercelo, pare. Non fa pensare alle pentole, pare. Solo ai coperchi. A chi non li fa.
Ciao Cava,
f.

domenica 4 marzo 2007

una persona normale


C'è bisogno di normalità, di domeniche a pranzo dai propri genitori, domeniche col sole di inizio marzo, caldo sulla schiena mentre siedi a pranzo alle una e mezzo. Pranzo a base di pasta col sugo, di pollo arrrosto e patate, frutta, dolcino e caffè, un pranzo un po' più lungo degli altri giorni perchè non c'è fretta, sai che dopo tuo padre andrà a riposare sul divano e tua mamma guarderà la televisione in cucina. E tu, che non ricordi da quanto tempo non hai una domenica tutta per te, hai potuto alzarti alle una perchè il sabato sera - come Dio comanda - sei andata a letto tardi.
E poi via, a portare fuori i tuoi cani, oggi è davvero caldo e loro corrono, sono contenti di godersi il sole e di grattarsi la schiena per terra.
Poi tornare a casa, fare merenda col the e i biscotti, tanto la domenica non conta la dieta perchè la domenica non ingrassi e domani è lunedì; sciropparsi dei programmi inutili alle tele in attesa di cenare e dopo sicuramente guarderai un filmino in DVD e a nanna presto, che domani ricomincia un'altra settimana.

La normalità...gran bella cosa.

( poi ora devo andare a fare la notte ma questa è tutta un'altra faccenda ).

venerdì 2 marzo 2007

De senectute

Le passo vicino per cambiare una banconota da cinque euro in monete - che negli ospedali e nelle cliniche si sa, sono merce preziosa - e quasi non la vedo.
E' presto, così presto che fa quasi strano non sentire già i lamenti, le frasi sconnesse, lo scalpicciare degli zoccoli di gomma delle infermiere, lo stridere delle ruote sui pavimenti inceratissimi.
Sta seduta nella sua carrozzina, ha la testa appoggiata alla macchinetta del caffè, sembra fatta di carta, la pelle chiara e increspata, più profondità su occhi e bocca, i capelli come una nuvola grigio chiaro,
se non fosse che per un attimo mi vien da pensare che forse è morta,
direi quasi che è una visione epifanica.
Tling TiTiTling Tling Tling Tirititititling. A pioggia, i miei spiccioli sputati giù dal cambiasoldi.
Sobbalza per il frastuono, forse l'unico suono in tutto l'edificio , e io la seguo a ruota, mi si solleva lo sterno quanto basta mentre realizzo che è sveglia, è viva, solo , dormiva.
Dormiva, aspettando che qualcuno passasse di qui , per potergli protendere una mano, una mano di carta, piena di pezzettini di rame, per poter emettere un flebile:
"Che me lo piglia i'ccaffè, signorina?"
Guardo la mano, i ramini che ne riempiono il palmo , il palmo di carta, e gli occhi della signora, sembra in fermoimmagine, le riguardo la mano e sorrido, con una certa fatica, ma sorrido, cerco di non sentirlo questo brivido sulla schiena, mentre assisto al mio braccio che si alza per l' introduzione delle monete , il dorso della mano rosa di carne e le estremità rosse di smalto.
Rosso vivo.

Anche le mie mani saranno di carta?

Le porgo il bicchierino bollente, apre il piccolo pugno di carta e lo fa diventare una piccola tenaglia, come le mani dei personaggi Lego, avete presente? Lo beve continuando a guardarmi, io le sostengo lo sguardo e sorrido, a dispetto del rumore che fa bevendo, che normalmente mi causerebbe due tre dita di pelle d'oca. Ma non si può non sorridere. L'ho imparato da poco.

- Mi viene in mente il sorriso che ho fatto pochi mesi fa a mia zia Anna, il giorno prima che morisse. Anche se lì , gli occhi allagati non li ho potuti fermare. Ma tutti intorno mi dicevano "Sorridi, le devi sorridere, lei non ti riconosce magari, ma le devi sorridere." Non ho mai faticato tanto credo, per tirare su gli angoli della bocca. Sarà stata anche colpa de irivoli d'acqua salata che mi ci finivano dentro. -

Allora ora che sono davanti a questo origami con l'anima, a questa carta velina di donna, pesco dal mazzo il sorriso che ho imparato da poco, e una volta finito il caffè, anche lei mi sorride indietro.
Salgo le scale, sempre con l'angoscia di incontrare ancora qualcuno che possa aver bisogno di aiuto, anche solo piccolo, anche solo il caffè, o il bastone da raccogliere, o il giornale da piegare.
Quando vengo qui dentro, a qualunque ora sia, da dovunque arrivi, cerco sempre di essere bella, di essere giovane e bella, come tutti gli eroi, per parafrasare una canzone, come se dovessi attraversare lo Stige , e rischiassi di essere tirata giù. Come se l'essere giovane e bella mi tenesse sul traghetto, al riparo dalle bracia di carta velina di chi nuota sotto.
Il punto è che per essere giovane e bella non bastano i tacchi, non basta il mascara, e purtroppo serve a poco anche sorridere.
Arrivo con l'armatura lucente e esco piena di chiazze rugginose, ogni volta.

Mia madre coi suoi 59 anni è la più giovane del reparto, e io sono praticamente un veliero in bottiglia, mi girano e rigirano, poco ci manca che mi facciano dire "Trentatrè" , cantare una canzone e saltellare su un piede solo. Per verificare che tutto funzioni, sapete?Una specie di cavia, una bestia rara.
Io ho bisogno di ripetermi che morirò prima di diventare vecchia. E spero molto , moltissimo, che desideri e realtà per una volta collimino, anche nell'eventualità di avere dei figli, anche se so che sul'ultimo potranno girarmi le palle, perchè non credo di avere abbastanza forza da poter assistere al disfacimento di me stessa. E non è un problema estetico, non sono le rughe., nè la pelle meno elastica, credetemi. Il contorno, il fottuto contorno. E' quello , che mi atterrisce.
La convivenza con mio padre, senza la presenza di mia madre, mi sta logorando.
Non capisco. Insomma, io non ho figli, ho un cane e già mi sembra di essere abbastanza oberata dalle responsabilità, così . Per quale cazzo di ragione devo sopportarmi tutta questa situazione?
Per restituzione, potreste dire voi.
Perchè coi genitori funziona normalmente così, loro ti danno ti danno ti danno finchè non ce la fai da te, poi proseguono la loro vita, poi iniziano a incammniarsi verso la fine, e lì intervieni tu, figlio, a restituire, appunto.
Il problema sapete qual è? Che io non ho fatto manco in tempo a fare la vita sollazzata dello studente cazzaro, essendo sempre a lavorare o simili, da che ho l'età per farlo. Trovarsi a 25 anni a misurarsi coi vuoti di memoria totali, con le stesse domande ogni dieci minuti, con gli stessi inutili commenti. E mio padre cazzo, era l'uomo che amavo, da piccina.
Assisterne al declino, non solo non è facile, ma mi crea la rabbia da innamorati, non so se avete presente, quella rabbia che nutri verso chi non ami più , semplicemente perchè non sopporti l'idea di non riuscire più ad amarlo.
Non è facile, e non ti fa staccare un attimo con la testa.
Spero solo che mia madre ricominci a camminare il prima possibile. Per il bene di tutti, non solo suo.
Il progetto resta lo stesso, studiare come una matta in questo anno, laurearmi e andare via per il biennio, lontano, lontano da Firenze. Una sorella ce l'ho, potrebbe pur far qualcosa lei, no?
E più chilometri metto tra me e questa situazione, più toccherà a lei.
Questo vi serva da lezione semmai doveste avere un marito che pensa di volere un altro figlio a 50 anni: il figlio, crescendo , a 25 anni avrà un padre di 75.
Ecco, poi tutto dipende da come ci se li porta. Ma il figlio non ha granchè da rallegrarsi. Quello che gli altri faranno tra 10 anni, a lui tocca subito.
Sicuramente sono molto incattivita, sicuramente va fatta una tara sentimentale [non sto pensando all'ospizio o chissà che eh] , sicuramente il tempo color bianco ghisa che affligge Firenze non mi è d'aiuto.
Ma ieri ho trovato su un altro blog, una citazione da un libro di Jayastro, un passo di un libro che invero non ho ancora letto, la cui protagonista è Alison Poole, per dirne una che non conosciamo,
e suona così:
"Dovrei odiarlo, mio padre, ogni tanto mi sembra proprio di odiarlo. C'è una storia, sui giornali, da qualche settimana, una ragazza ha pagato il suo ragazzo perchè le assassinasse il vecchio. Le famiglie, Gesù Cristo. Se non altro, coi fidanzati si può rompere. Quei vecchi romanzi pieni di orfani che alla fine ritrovano i genitori - verrebbe voglia di dire, non cercateli, si sta molto meglio senza. Credetemi. Prendetevi un cane, se proprio non ce la fate a star soli. E' una delle grandi ambizioni della mia vita - essere orfana. Con una rendita, naturalmente. E un harem di uomini che vanno e vengono ai miei ordini, belli e senza volto come quelli che ci si scopa in sogno."

santa alison poole


Nessun'altra nuova dal pianeta Lauren. Il mio giardino di nani è chiuso per via delle ferie mentali di Biancaneve, che come vedete non è affatto in ferie, ma ha la testa in altri problemi.
E sesso, amore et similia hanno la consistenza che hanno, come problemi, per cui , si eliminano per primi, come doveroso fare con le zavorre.
Ah, sì , ho un messaggio di monito per Jamie, si chiama Richey Edwards, era uno dei Manic Street Preachers. Non guardare il braccio, quanto il sorriso soddisfatto.Il sorriso da malato.
E régolati.

P.S.: Caro senzaidee, il nostro contest di letteratura erotica è solo rimandato. Proprio non avevo gli argomenti giusti, in sti giorni.