Sott. "tanto non serve a nulla (sovente è anche tristemente adulatorio)".*
Sott. al sott. "ti è arrivato?"
Dopo ben due settimane di pausa da questi ed altri schermi sono tornata.
In realtà il motivo è assai semplice. Scrissi una cosa, non fu capita, mi deprimetti e finii per ritenere che scrivere per non essere capiti è cosa assai inutile. **
Sintetizzando il percorso, arrivai al finale della storia consapevole che erano ben altri i problemi.
Per cui eccomi di nuovo.
Il titolo vero del post è: PENSARE LIBERAMENTE PER NON ESSERE COMPRESI
sott. "beh, dopo 8 rhum e coca mi pare normale. (Voci del popolo:
abbi pietà di noi)."
Joel e Ethan Coen sono due registi americani. Il loro miglior film a mio avviso è "l'uomo che non c'era". Girato in modo meraviglioso che quasi ci si può commuovere per quanto è fatto bene.
Il film parla di un tizio, interpretato da Billy Bob Thorton che ha una vita normale, regolare, bidimensionale. E' così piatto che viene da chiedersi se abbia mai pensato sul serio di poter fare altro.
Ha un lavoro, una moglie che lo tradisce e una cittadina che lo contorna.

Un giorno succede una cosa, arriva l'elemento di rottura e il caro Ed, il protagonista, cambia vita.
C'è una specie di sentimento, di emozione, che percorre l'intero film. La sensazione è quella per cui per tutti noi ci sia un destino tracciato, una serie di situazioni già decise e destinate ad accadere sia che noi lo vogliamo o meno. Come se non potessimo fare altro.
Da buona atea quale sono nel destino non ci credo. Così mi trovo ad avere sulle mie spalle l'intera responsabilità delle mie azioni, quando vorrei una religione o una qualsiasi credenza che mi scrollasse il grosso fardello della piena responsabilità del mio destino.
Ho sempre pensato che la futura vedova in lacrime accanto al letto del marito morente abbia sempre la speranza che qualcosa possa cambiare perché si mette a pregare o chiede a qualcuno di aiutarla. Ho sempre pensato che non sarò mai una futura vedova con speranza.***
All'età di 12 anni feci la cresima. Mio padre mi disse che potevo decidere. Io gli chiesi perché? Perché mi dava tutta questa libertà, non poteva decidere lui al mio posto? Fare l'adulto?
Lui mi disse che per il resto avevano deciso loro, in ordine, battesimo e comunione e che ora, raggiunto un certo livello di maturità, potevo decidere da sola.
E aggiunse: "e poi si vede che non ci credi".
Si vede?
In realtà avrei voluto che la gente del mio paesino, cattolico e ben osservante e con un senso comunitario ai massimi livelli, pensasse che fossi uguale a loro.
E così risposi a mio padre che non era vero, che io ci credevo, come tutte le mie amiche, come tutti i miei compagni di scuola, come tutto il mio paese.
Nella mia classe alle medie nessuno non fece la cresima e io non volevo certo essere l'unica.
Poi, per circa un anno, mi impegnai seriamente nella ricerca della mia fede perduta. Andavo in chiesa la domenica, cercavo di pensare che potevo crederci anche io e mi mettevo ad ascoltare con impegno la predica del prete pensando di poter trovare parole e risposte o almeno un po’ di quella grandiosa fede che sembravano avere tutti.
Invece non trovai nulla, solo parole prestampate e frasi belle da essere sentite. Ma poi dopo anni mi chiesi, ma qualcuno ascolta veramente? E se lo fanno, perché nessuno interrompe il prete per dirgli che certe volte dice delle assurdità pazzesche?
In realtà poi capii che la fede, nel senso ampio del termine, non te la regala nessuno. Nemmeno anni di costrizione cattolica, nemmeno la libertà di poter scegliere cosa fare, nemmeno tutte le religioni disponibili nell'ampio catalogo dell'incertezza umana.
Mi piace a volte pensare che ci sia già qualcosa di scritto, di deciso, su cui non ho nessun potere, per togliere potere al cammino decisionale della mia vita. Certo se avessi potuto fare quello ma evidentemente non era destino. A volte penso che se ci credessi sarebbe più semplice, più facile e a volte penso che la vita in bianco e nero per brevi momenti non sia nemmeno così male. Se poi è il bianco e nero di quel film, così fatto bene e così bello non deve essere affatto male.

John Lennon morì nel 1980 per mano di un fanatico.
Morì sotto la casa in cui Roman Polanski aveva girato Rosemary's Baby.
La moglie di Roman Polansky, Sharon Tate, fu uccisa nel 1969 nella loro villa a Bel Air, in California. Per l'omicidio furono ritenute responsabili delle ragazze appartenti ad una comunità Hippy fondata da Charles Manson.
Il giorno seguente il massacro nella villa, secondo l'accusa, Manson ordinò un nuovo massacro. I coniugi LaBianca morirono entrambi. La moglie si chiamava Rosemary.
Charles Manson, secondo il procuratore distrettuale che lo accusava durante il processo, era ossessionato dai Beatles. Riteneva che fossero gli angeli dell'apocalisse e che lui fosse il quinto angelo che avrebbe dato via alla vera fine del mondo. Helter Skelter era la chiamata con cui l'apocalisse avrebbe avuto inizio.
Vorrei pensare che non ci sia stato un destino per le persone di questa storiella ma ora mi sembra pure troppo difficile crederlo.
Odio l'estate.
Ho appena vinto una gara di cuba libre. 8 . Solo perché gareggiavo con schiappe allucinanti e forse perché gli ultimi tre erano con pochissimo rhum perché mi piace mettermi d'accordo con il barista per vincere.
Sono vecchia per questi rituali da adolescente post maturità, per la festa di laurea di A. a cui dovrei andare domani, cioè oggi vista l'ora, per togliermi dalla testa Victor che ora non mi vuole. Nemmeno dopo 5 bicchieri. Soprattutto dopo 5 bicchieri, ha detto lui.
"Abbassa il finestrino quando sei in macchina." Vedete, se vuole è anche premuroso. Gli avrei tirato con gusto un calcio ma mi sono limitata a sorridere e salire sulla macchina della mia amica.
Non rileggo, tanto non ci riesco, grazie correttore di word tu sì che sei uno in cui si può sempre credere.
Come sinonimo alla parola "religione", il magico uomo di word ci regala le seguenti prospettive: culto, pietà, religiosità, fede, credenza, confessione, credo, mistica.
** Preciso. La mela è un chiaro simbolo biblico. Oltre che essere un simbolo di dominio. Il desiderio domina sull'uomo che dopo l'errore più grande pensa di poter dominare sul mondo. Commettendo errori uno dopo l'altro, come ci dice l'effetto domino.
*** giuro che dopo questa non parlo più di morte.